LA RADIO ANCORA PREMINENTE
Nei primissimi capitoli, ci siamo soffermati a lungo sulla radio e sulle frequenti incursioni di radiocronisti famosi in discipline bianche, ora è il momento di tornare a riaffrontare il capitolo giornalisti radio o, meglio ancora, radiotelegiornalisti, visto il frequente dividersi fra radio e tv.
Tornando negli anni sessanta, in radio possiamo ricordare Gigi Marsico (foto di sx.), inviato a Chamonix per i mondiali 1962, ex attore, famoso soprattutto come primo radiocronista salito a 4000 metri, sul Cervino, con la guida Jean Pelissier, con apparecchiature ricetrasmittenti portatili, il 18 luglio 1954 (un documento riproposto dalle Teche Rai). Ottima padronanza di linguaggio, tutt’altro che monocorde, lo si ricorda, per lo sport, anche per la telecronaca dell’argento di Giovanni Carminucci, argento alle parallele a Roma ’60.
Ma se le gare si svolgono sull’Appennino? Occorrono i radiocronisti dalla sede Rai di Firenze. Tra le curiosità degli anni sessanta ricordiamo impegnato nello sci anche Marcello Giannini (foto di dx.) chi non ricorda i suoi servizi a braccio a Novantesimo e alla Domenica sportiva: per la disciplina bianca Giannini cura i servizi radiofonici per gli assoluti di sci nel 1964 (dall’Abetone).
Massimo Valentini, (nella foto a sx.) è stato l’autore del servizio filmato televisivo per la Domenica sportiva della gara femminile di slalom gigante per la Coppa del Mondo dell’Abetone, il 1°febbraio 1970; egli sarà, in futuro, un pezzo da novanta del Tg1 ore 20, in tempi successivi alla riforma Rai. Verosimile peraltro che Valentini abbia predisposto il servizio filmato di quella gara non spostandosi dalla sede Rai di Firenze, in quanto il giornalista fu presente quel pomeriggio in radio dal “Comunale” toscano per l’incontro Fiorentina-Vicenza.
“THE VOICE” SANDRO CIOTTI
Ai mondiali della Val Gardena 1970, per la radio sono inviati Andrea Boscione, Sandro Ciotti, Ettore Frangipane. Ciotti deve sacrificare le giornate calcistiche dell’8 e del 15 febbraio 1970; analogamente Boscione che verosimilmente si sarebbe collegato da Torino (al suo posto, al Comunale piemontese, trasferte rispettivamente per Massimo Valentini e Alfredo Provenzali).
Due parole vanno dette per Sandro Ciotti, fra i più grandi radiocronisti della nostra storia, certo non un frequentatore abituale dei palcoscenici sciistici, ma la professionalità e la duttilità lo hanno portato a seguire alcune Olimpiadi Invernali (4 consecutive dal 1964 al 1976) ed estive, nonché, come sopra riportato, i mondiali di sci alpino della Val Gardena 1970. Alle Olimpiadi estive la sua collocazione era legata soprattutto alle vicende della nazionale di basket, sport seguito generalmente solo a cinque cerchi, sempre con trasporto e passione. Storico un suo “Che Dio lo benedica!!” rivolto al compianto Brumatti, nel corso di un incontro Italia-Portorico alle Olimpiadi del 1972, allorchè l’azzurro segnò un canestro dopo vari minuti di digiuno italico. Alle Olimpiadi invernali del 1972 era, insieme a Guglielmo Moretti, l’anchorman di studio che anticipava i servizi nello speciale delle 7 del mattino. Curiosa quella trasmissione mattutina di domenica 6 febbraio 1972 allorchè Sandro Ciotti, all’avvio, dopo aver salutato i telespettatori, comincia il suo discorso per alcuni secondi, si ferma e dopo un “E daje…”, riparte di nuovo. Ma i tecnici mandano in onda tutto, compresa quella …falsa partenza. Chissà se, al ritorno dal Giappone, lo avranno avvisato dell’inconveniente!!! Sandro Ciotti si sarà egualmente ricordato, finche è vissuto, delle Olimpiadi del 1976, quando fu travolto (con alcuni danni alle costole) dai tifosi austriaci, ebbri del successo di Klammer,
Ma ora passiamo ad occuparci dei due principali radiocronisti radio di quel periodo, comunque spesso impegnati in Tv, Andrea Boscione ed Ettore Frangipane (rimandandovi, per il suo profilo, al prossimo capitolo). Sono loro che per tutti gli anni Settanta curano i collegamenti per il Giornale Radio e per i servizi speciali in occasioni di Mondiali ed Olimpiadi. La radio è fondamentale soprattutto a Sapporo 1972, con il suo speciale alle sette del mattino, dove (per chi non ha potuto seguire le gare sulla Tv svizzera) si apprendono i risultati del giorno ed arrivano le notizie delle medaglie azzurre nello sci alpino o nello slittino.
La loro presenza è generalmente collegata al versante alpino dove si effettuavano le gare a seconda che le località fossero più vicine a Torino (sede Rai di Andrea Boscione) o a Bolzano (sede Rai di Ettore Frangipane). La variabile poteva essere costituita dalle gare di campionato a Torino, dove si rendeva spesso necessaria la presenza di Boscione. La sede di Torino non era affollata.
Per mandare in trasferta Boscione la partita di Torino doveva essere esclusa dai collegamenti, oppure si doveva mandare nel capoluogo piemontese un altro radiocronista (soprattutto Ameri o Ciotti, come ad esempio il 13 gennaio 1974, in cui Boscione descrive il trionfale gigante di Morzine (quattro italiani nei primi 10), mentre Sandro Ciotti è al Comunale per Torino-Roma. Ma del resto, come vedremo la prossima volta, anche Bolzano, per Frangipane, aveva i suoi problemi di organico.
ANDREA BOSCIONE DA ALASSIO
Andrea Boscione, nativo di Alassio (classe 1927) entra in Rai nel 1956; lo rinveniamo subito, ad esempio, l’11 dicembre 1956, in una trasmissione radio di Sergio Zavoli dal titolo “Pedali in Vacanza”, laddove intervista a Vaprio d’Agogna, il corridore Pippo Fallarini, intento ad allevare polli, nei periodi non agonistici. Fra questi c’era un pollo chiamato Fantini, in onore del ciclista abruzzese.
Due volte insignito del Premio giornalistico Saint Vincent, Boscione si occupava anche della cronaca torinese e curava ogni collegamento con la necessaria calma, senza eccessi fuori luogo. Per anni si è ritenuto che Boscione avesse preso parte alla prima storica puntata di “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” nel 1960 con un collegamento da Alessandria, ma poi è stato dimostrato autorevolmente che il collegamento in realtà non vi fosse. Boscione, quel giorno era infatti impegnato, nel cuneese, per il Trofeo Livio Bianco di sci nordico femminile e dopo la gara intervistò per Domenica sport le azzurre Asteggiano e Bellone. Non solo sport e non solo Piemonte: fu inviato, ad esempio, a seguire il disastro del Vajont nel 1963. Si ricordano in radio, fra i tanti, un documentario sulla “tredicesima mensilità e sull’uso del denaro della gente comune” nel 1963, un altro sulla “Polizia scientifica” nel 1964, il reportage “Nevi italiane per gli sciatori di tutta Europa nel 1965, una rievocazione sui Cento anni dalla conquista del Cervino, sempre nel 1965. Oltre a ripetute edizioni del Salone dell’Automobile, del Salone della Montagna e della “Conferenza sul traffico e la circolazione”. In una trasmissione radiofonica del sabato nel 1969, “Ponte Radio”, Boscione fu fatto salire sulle montagne russe e naturalmente, in quei vorticosi saliscendi, dovette uscire dalle righe del suo consueto aplomb. Pensate ad un cronista che deve commentare qualcosa su un ottovolante, facile poterne immaginare i sussulti.
Come riportato da Roberto Pelucchi, autore del libro “Le Voci della Domenica” , l’8 aprile 1973, in “Tutto il calcio minuto per minuto”, dopo il primo giro dai campi, Andrea Boscione, entrò in collegamento pur non essendo l’incontro Torino-Bologna, fra i terreni in scaletta, per un annuncio di interesse pubblico. Causa una dispersione di gas metano in una piazza, i cittadini di Torino erano invitati a tenere chiusi i rubinetti del gas ed a non accendere luci.
E’ presente per la radio in occasione dei mondiali di St. Moritz 1974 e del parallelo della Val Gardena 1975, sempre in coppia con Ettore Frangipane. Nella primavera del 1974 convinse gli azzurri di sci Gros, Besson, Radici nonché il ct. Cotelli a partecipare alle regate veliche di Alassio.
Con la riforma Rai del 1976, l’impegno radiofonico si intensifica, dovendo curare lo sport di Torino sia per il Gr1, che per il Gr2. Tra i primi impegni un’intervista (con Luca Liguori) a Josè Altafini, effettata dal Monte dei Cappuccini, per una rubrica radiofonica del lunedì.
Presente alle Olimpiadi 1960 di Roma, si occupa soprattutto di canottaggio. Il già citato Roberto Pelucchi, alcuni mesi fa, ha “riesumato” per la pagina Facebook collegata al suo libro “Le voci della domenica” una sua vibrante radiocronaca dal lucido specchio di Castelgandolfo, allorché il quattro senza timoniere azzurro centrò uno splendido argento. Sempre nella capitale va a rinforzare la redazione romana per le Olimpiadi estive 1972 di Monaco. Nel 1976 segue a Montreal essenzialmente la nazionale di pallavolo. Per lui 5 Olimpiadi Invernali consecutivamente dal 1964 al 1980.
L’edizione più sfortunata, senz’altro, Innsbruck 1976, visto che le cronache parlano di un’indisposizione e non fu il solo, in quella edizione tirolese dei Giochi che creò diversi problemi alla pattuglia Rai, come si è già ampiamente detto. Ad inizio Olimpiade, però, Boscione sfiora …la medaglia nel biathlon, seguendo quella gara ed intervistando Willy Bertin che gli rivela che causa un dito gelato al poligono, gli è sfuggito un piazzamento da podio che avrebbe anticipato le scritture italiane nella storia della giovane disciplina.
A parte il calcio, variegato il suo impegno di radiocronista in ambito sportivo con predilezione per gli sport invernali e le discipline olimpiche: in particolare segnaliamo le Universiadi estive del 1959 e del 1970 a Torino, l’Universiade invernale del Sestriere 1966, i campionati europei di atletica leggera 1974 a Roma (con Claudio Ferretti), i campionati italiani di nuoto 1961 (con il collega Baldo Moro), i mondiali di canottaggio 1962 da Lucerna, il triangolare di atletica Italia/Svizzera/Jugoslavia da Losanna (1962), il Giro d’Italia 1970 (che quell’anno, per la vicinanza, prima e la concomitanza poi, con i mondiali del Messico, presenta un quartetto inedito: con lui, Claudio Ferretti, Adone Carapezzi e Mirko Petternella). Sempre con grande compostezza e professionalità, divenendo anche Capo dei servizi sportivi della sede Rai di Torino. Da ricordare un suo servizio di canoa (discesa fluviale) per Sportsera del 1981 da Varallo Sesia: il nome Varallo….in fondo avrà riecheggiato anche in lui reminiscenze da discesa, specie quella gara di Val d’Isere nel dicembre 1972 in cui l’azzurro Marcello Varallo stava pregustando un grande successo di Coppa, quando in condizioni particolari gli austriaci Zwilling (n.39) e Tritscher (n.45) lo relegano al terzo posto. Questo il relativo link del suo servizio sulla canoa. https://youtu.be/K1bUJNPn8_o
NON SOLO RADIO
Frequenti i suoi passaggi televisivi in Sportsera, anche per servizi sullo sci alpino, come quello in bianco e nero sulle gare di Morzine del 1977, non trasmesse in diretta dalla Tv italiana.
Più frequenti le sue puntate televisive in atletica soprattutto nei meeting indoor di Torino, laddove non c’era Paolo Rosi, su tutti il confronto Italia-Francia del 28 gennaio 1981; fu sistematicamente impegnato anche nei servizi sulle partite di calcio per le rubriche domenicali, con vari ed abituali passaggi al Processo del Lunedì, come padrone di casa dello studio di Torino.
LA FEDE CALCISTICA
Andrea Boscione era un tifoso del Torino (senza far trapelare, nei commenti, la sua fede). In cuor suo ci immaginiamo la gioia di quello scudetto granata 1976, ma non potè seguire (a fianco di Ameri) il debutto della squadra di Radice contro il Malmoe, in Coppa dei Campioni, in quanto impegnato nella stessa sera a Manchester, dove la Juventus era impegnata contro i locali del City. Si occuperà invece dei servizi del successivo turno dei torinisti contro il Borussia Moenchengladbach. Paventiamo anche la delusione di Boscione, tutta personale, quando un dirigente del Torino lo criticò per il suo commento dopo un’espulsione di Cereser in un burrascoso Torino-Vicenza 2-3 del 28 febbraio 1971. Ma fu una partita particolare in cui la rabbia collettiva dei tifosi granata si sostanziò in un assedio all’arbitro Lo Bello.
IL TRISTE ADDIO
Fra i suoi ultimi impegni le interviste per Eurogol, in particolare per la trasmissione del 17.3.1983 in cui intervista gli juventini Bonini, Bottega, Brio e Platini, dopo una vittoria della vecchia signora contro l’Aston Villa. Ci ha lasciato repentinamente nel giugno del 1983 a soli 56 anni (lasciando una figlia ancora bambina). Alassio gli ha giustamente dedicato una strada e in tempi recenti lo ha ricordato in occasione dei sessant’anni di “Tutto il calcio minuto per minuto”. A lui è stato intitolato, sempre ad Alassio, un torneo di calcio baby. Ciò è avvenuto anche nel torinese: il Barcanova gli dedicò la sua scuola Calcio ed a Settimo Torinese si svolse per anni un torneo a lui dedicato per la categoria allievi.
ANDREA BOSCIONE, L’OMERO DI ALDO GRASSO
Nel 1993 nel corso di una rievocazione di “Tutto il Calcio minuto per minuto”, il celebre critico piemontese, attribuì alla trasmissione degli anni passati un’idea di radiodramma, che serviva “gli squisiti veleni dell’attesa e della speranza”. In sostanza Aldo Grasso (dalle colonne del Corriere della sera” il 25 giugno 1993), sottolineava della trasmissione radiofonica della domenica pomeriggio, le invenzioni, le drammatizzazioni, le recite dei vari radiocronisti, Martellini, Ameri, Ciotti, Provenzali, concludendo peraltro con “Ma che importa, anche della guerra di Troia ci resta il solo resoconto di Omero (il mio, di Torino, si chiamava Andrea Boscione)”
— LUCIO CELLETTI
FONTI ESSENZIALI
- “Le voci della domenica” di Roberto Pelucchi
Supporto tecnico e grafico di Monica Celletti
GRAZIE DELL’ATTENZIONE
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