Pubblicazione edita in occasione del centenario del grande telecronista Rai (..e non solo)
12 dicembre 1920 – 12 dicembre 2020
ANNI CINQUANTA: ARTE, SPETTACOLO, SPORT E UNA MESSA DI NATALE
Con questa trattazione abbracciamo oltre quarant’anni di storia degli sport invernali, dal momento che ci occupiamo di un vero e proprio monumento della Rai tv e non solo; parliamo di Guido Oddo, milanese d’adozione e di sede lavorativa (in realtà nato a Torino). Egli è per lo più ricordato come il telecronista di tennis e di sci, ma in realtà possiamo dire che Oddo si è occupato di qualsiasi settore artistico radiotelevisivo, non soltanto sportivo, come il servizio pubblico richiedeva. Sempre con signorilità, garbo ed eleganza.
Basti solo pensare che il giornalista milanese era il presentatore di “Sette giorni di Tv”, la rubrica che nel 1955 anticipava i programmi televisivi della settimana. Accanto a lui l’annunciatrice Marisa Borroni. Nel 1956 Oddo presenta l’”Enciclopedia di lascia o raddoppia”, trasmissione che al lunedì approfondiva le domande espresse nel celeberrimo telequiz di Mike Bongiorno, nella puntata precedente.
Tra i primi impegni nello sport: la trasmissione “La scuola del ciclismo” sulla tecnica di preparazione e di allenamento dei giovani corridori, realizzata a fine stagione 1957, realizzata con Adriano De Zan; la telecronaca degli europei di pattinaggio artistico da Bratislava a cavallo tra gennaio e febbraio 1958; la trasmissione “Volo a vela”, sempre nel 1958, laddove descrive un aliante come “un aquilone perfezionato per bimbi grandi”. Va poi a presentare, nello stesso anno il Gran Balletto del Marchese de Cuevas, a Salisburgo e addirittura la Messa di Natale dall’Abbazia francese di Mont St. Michel. Il 16 agosto 1959 cura un’inchiesta sull’attività agonistica svolta in piena estate dal titolo “Sport in vacanza”.
Che abbia nel Dna lo sci e gli sport invernali, lo si vede nella trasmissione “Sci azzurro – salto & fondo” da lui curata, del 1958/59 (laddove si vedono immagini inconsuete: le sciatrici del fondo allenarsi giocando a pallone oppure i saltatori alle prese con il trampolino in plastica di Ponte di Legno) ed ancora; “Sci azzurro – operazione primavera” sui giovani dell’alpino, individuando fra le promesse più concrete il gardenese Carletto Senoner, futuro campione del mondo; “Discesisti azzurri per Olimpia” ad un mese e mezzo da Squaw Valley 1960; una puntata di “Vecchio e nuovo sport”, andata in onda alle vigilia dei Giochi Olimpici invernali 1960, con la presentazione dell’evento e la rievocazione delle le precedenti Olimpiadi bianche.
ANNI SESSANTA: IMPEGNI VARIEGATI
Eccoci alle Olimpiadi di Roma, dove Oddo si occupava di interviste soprattutto al villaggio olimpico, anche con qualche telecronaca serale (ad esempio la lotta dalla Basilica di Massenzio, una location architettonica che si attagliava perfettamente al personaggio televisivo così incline all’arte); ancora il pattinaggio è il trait d’union fra spettacolo e sport, visto che commenta nel 1961, i mondiali di pattinaggio a rotelle da Bologna ed il gala su ghiaccio di Santo Stefano da Garmisch, senza disdegnare di occuparsi di tennis, quello sport che poi lo accompagnerà stabilmente in una parte successiva della carriera. Non di poco conto il commento di una finale di Coppa Davis, Australia-Italia nel 1961. Per il calcio “Campionato al palo”, un servizio filmato sulle nuove formazioni delle squadre di Serie A, nell’agosto del 1961.
Nel 1962 lo troviamo al microfono anche per la ginnastica artistica ai mondiali di Praga, disciplina che seguirà anche nel 1963 (ci vengono in mente gli assoluti di Genova), fino al 1967 (europei maschili di Tampere), variegando vieppiù i suoi appuntamenti con lo sport (lo sci nautico da Vichy per i campionati mondiali). In prospettiva cinque cerchi “Innsbruck, città olimpica” oppure “I Personaggi di Innsbruck”. La sua prima telecronaca di sci alpino (come amava ricordare lui stesso ) fu lo slalom gigante femminile dei mondiali a Chamonix, l’11 febbraio 1962.
I telespettatori non più giovani lo ricorderanno anche a “La Fiera dei Sogni”, spettacolo di Mike Bongiorno. Ma lo sci non manca mai nei suoi lavori, come ad esempio “Sci azzurro: luci ed ombre”, in onda il 03/12/1964, in cui Oddo affronta i problemi agonistici dello sci azzurro, mandando a fine puntata un saluto affettuoso a Marcello De Dorigo, il fondista, reduce da una disavventura in Svezia, culminata, purtroppo, con il congelamento delle dita dei piedi.
Nel tennis si alterna con Giorgio Bellani seguendo, in particolare, nel 1967 gli Internazionali d’Italia ed il torneo di Wimbledon. Sempre negli anni sessanta e nei primi anni settanta, lo ricordiamo al Telesport ed alla Domenica sportiva, presentatore delle edizioni estive ma anche autore di servizi nelle edizioni di Enzo Tortora (già dalla prima puntata del celeberrimo presentatore, il 28 febbraio 1965, intervistando per telefono Franco Nones, appena reduce da una prestigiosa vittoria in Finlandia). Ci piace ricordare anche il servizio sulla fondamentale partita di campionato, Juventus-Inter del maggio 1967.
SCI ALPINO E NON SOLO
Lo sci gradualmente fa parte delle sue attività primarie, soprattutto laddove si intensifica l’interesse della disciplina in ambito olimpico e (per l’alpino) con la Coppa del Mondo; giustappunto la prima prova italiana del neonato “torneo” femminile (uno slalom femminile al Monte Bondone, 3 febbraio 1967 cronaca registrata) è commentata da lui. Guido Oddo va quindi ad…”insidiare” la cattedra microfonica di Giuseppe Albertini, diventando pertanto un frequente commentatore delle prove femminili dello sci alpino. La sua poliedricità lo porta a commentare anche lo sci nordico, che spesso lo costringe a sacrificare l’alpino, come ad esempio alle Olimpiadi invernali, dove Oddo può commentare la straordinaria impresa di Franco Nones a Grenoble 1968.
L’ORO DI NONES
Va detto che curiosamente, nella diretta della 30 km d’oro dell’azzurro, Nones (pettorale 26) non viene inquadrato (salvo un casuale passaggio al ventesimo km.) prima dei due minuti finali di gara corrispondenti all’arrivo. La regia era forse distratta dal n.25, lo svedese Gunnar Larsson. Decisamente più inquadrato nella sua gara, l’altro italiano De Florian (ottimo quinto) ripreso sia nell’inquadratura dei dieci chilometri, sia in quella dei venti, oltrechè all’arrivo. Ma sicuramente fu una grande soddisfazione per lo sci nordico italiano (o degli europei del sud, per dirla alla Robert Chapatte che fece la telecronaca per la tv francese, con l’aiuto di Michel Drucker, quello che nel futuro sarebbe diventato il Pippo Baudo di Francia).
LE ASPIRAZIONI DEL BUON GUIDO
Nella stagione 1969/70 deve saltare per una banale influenza lo slalom della 3-tre da Madonna di Campiglio. Ai mondiali della Val Gardena 1970 cura i servizi per i Telegiornali e gli speciali di mezza sera. Deve però abbandonare i mondiali di sci alpino per volare in Cecoslovacchia a seguire quelli di sci nordico, sui monti Tatra (come da filmato sottostante).
Nella scorsa puntata abbiamo ricordato come Oddo, aspirasse con convinzione legittimata da professionalità ed anzianità a poter condurre le telecronache dello sci alpino maschile fin dalla stagione 1970-71, dopo l’uscita di scena di Giuseppe Albertini, passato in via esclusiva alla Tv Svizzera. Nasce così una “sfida” alla cattedra con Alberto Nicolello, proprio colui che aveva preso il posto di Oddo, in occasione della 3-Tre a Campiglio nel gennaio 1970. Con qualche polemica e dopo una specie di transazione gli vennero affidati i servizi della Domenica sportiva (tra i più importanti Are 1971, allorchè Thoeni si impose in Coppa del Mondo), insieme alle non frequentissime proposte della Rai dello sci al femminile. In più gli venne concessa qualche ulteriore uscita al maschile, nelle gare francesi. Intanto Oddo è diventato il telecronista incontrastato dal tennis anche in virtù dell’improvvisa morte di Giorgio Bellani, avvenuta nel 1969 (lo abbiamo ricordato più volte).
L’ORO DI MANCINELLI
Nel bagaglio di Oddo anche il salto con gli sci con le sistematiche telecronache del primo dell’anno da Garmisch, nei primi anni settanta. Il primo gennaio 1972 ha modo di scherzare su un cognome curioso: quello del saltatore Adalberto Fortuna; ebbene proprio quel polacco sarà il protagonista della seconda prova di Sapporo 1972, favorito in gara dalla….buonasorte. In quello stesso anno 1972, Guido Oddo …ci consegna l’oro di Graziano Mancinelli a Monaco 1972. Non si tratta però di telecronaca in diretta ma di un commento nel riepilogo serale della giornata. L’annuncio di quell’oro era stato dato nel pomeriggio da Rino Icardi in radio e da Paolo Rosi in Tv (nel corso della telecronaca pomeridiana domenicale dell’atletica).
1975/76: ODDO TELECRONISTA UNICO DELLO SCI ALPINO
Nelle stagioni 1973/74 e 1974/75 effettua in tutto 19 telecronache di Coppa del Mondo (12 nella prima, 7 nella seconda). Tra l’una e l’altra stagione, d’estate, si vociferava di una conduzione di Guido Oddo alla “Domenica sportiva” in sostituzione di Alfredo Pigna. Ma arriverà Frajese. Dopo che alle finali di Coppa del Mondo della Val Gardena 1975, Oddo è sul parterre per le interviste (intervenendo anche nel corso dello svolgimento della finalissima Stenmark-Thoeni), l’investitura a telecronista primario dello sci alpino avviene con la stagione 1975/76, con le gare di Val d’Isere a lungo in forse per uno sciopero Rai, che poi si sarebbe concluso sancendo la riforma delle testate giornalistiche in Tg1 e Tg2 (da attuarsi dal marzo 1976). In Val d’Isere si celebra il successo di Ken Read, che partito con il n.1 non viene più ripreso. Nasce l’epopea dei Crazy Canucks. Nel canale svizzero ad espressione italiana (Tsi), che trasmette a colori, in luogo del nostro più vetusto bianco e nero, i telecronisti sono generalmente Giuseppe Albertini (nostra vecchia conoscenza), Ezio Guidi, Libano Zanolari. Aggiungiamo inoltre che la Tsi diffondeva in massima parte le gare femminili, al contrario di quella italiana; la Rai trasmette con sufficiente continuità le prove maschili ma salta “sorprendentemente” le gare di Schladming del 20-21 dicembre 1975. Non si pone il problema di una sua sostituzione visto che nello stesso week end Oddo sarebbe stato impegnato nella finale di Coppa Davis, Svezia-Cecoslovacchia. Egualmente in varie parti d’Italia si captano la tv Capodistria con le telecronache sciistiche di uno dei massimi telecronisti (Sandro Vidrih) ed ancora Antenne 2 (il secondo canale pubblico transalpino, captabile in varie parti d’Italia). Non c’erano negli anni Settanta, telecronache da Adelboden, per problemi tecnici insormontabili, come li definì lo stesso Oddo. In ogni caso, prima delle gare olimpiche di Innsbruck, Oddo commentò 21 gare nella stagione 75/76, fra maschi e femmine, quasi tutte diffuse dalla Rai in cronaca registrata nel pomeriggio.
LE DIFFICOLTA’ DI UN TELECRONISTA
Proprio prima di partire per Innsbruck, Oddo evidenziò le difficoltà di un telecronista: la cabina generalmente angusta, a volte fredda, in vari casi senza possibilità di poggiare fogli, appunti o cartellini se non sulle ginocchia, visto lo spazio occupato dal monitor e dai cavetti. Come se non bastasse, in cuffia giungevano voci incontrollate dall’altoparlante dello speaker di gara, dall’Eurovisione e dall’Italia, con informazioni e disposizioni di ogni genere sulla trasmissione e sugli orari. In più il telecronista doveva annotare intertempi e tempi finali (oppure confrontarli) con l’inevitabile abbassamento dello sguardo dal monitor, rischiando di non essere attento ad un possibile errore di un concorrente. In conclusione Oddo affermava di non sentirsi come “Napoleone” che scriveva, leggeva, dettava, ramazzava in un uno stesso momento; il telecronista era semplicemente un essere umano con i difetti e le debolezze di chiunque.
ESPERIENZA OLIMPICA; UN BRONZO, UN ORO E UN’INFLUENZA
Arriviamo alle Olimpiadi di Innsbruck. Nel primo giorno di gare la discesa libera maschile, qualche minuto prima dell’avvio della telecronaca non è ancora pronto il collegamento e il telecronista milanese deve affannarsi a chiamare l’Italia per una risoluzione urgentissima che potesse scongiurare un commento dal tubo. Come sappiamo, tutto è finito per andare liscio ed i telespettatori non si accorsero di quei prodromi pre-telecronaca. Parterre de roi sul podio: Klammer, Russi e l’azzurro Plank (bronzo).
Ma il destino è in agguato sotto forma di grip: l’influenza gira implacabile in quell’edizione tirolese delle Olimpiadi. Dopo la domenica della discesa libera femminile, regolarmente commentata, Oddo si ammala. Non c’è tempo per sostituirlo sul posto nella prova del lunedì (9 febbraio): la telecronaca della prima manche dello slalom gigante, è curata a Roma da Giorgio Martino, telecronista poliedrico.
Per il giorno successivo c’è da chiedersi quale telecronista possa stavolta intervenire da Innsbruck: forse la conferma di Martino, visto l’ottimo esito della prima manche con il dominio assoluto di Thoeni, poteva essere (scaramanticamente) la soluzione migliore. Va aggiunto che Adriano De Zan, sul posto per lo slittino, è stato colpito da una colica renale proprio in telecronaca, Andrea Boscione (inviato radio) è egualmente indisposto, l’immarcescibile Ettore Frangipane è invece impegnato per la radio. Martedì 10 febbraio, ci si prepara comunque ad assistere ad una grande festa: Gustav Thoeni ha già posto le basi per il bis olimpico in gigante. Con estrema sorpresa il telecronista stavolta è Alfredo Pigna, inviato per la Domenica sportiva. Di lui parleremo nel prossimo capitolo. La simpatia e la curiosità per il telecronista napoletano temperano in parte la delusione forse più grande dello sport italiano. Gustavo Thoeni, alle prese con un percorso aritmico, dissipa l’ampio vantaggio della prima manche, terminando quarto. Il titolo va a Heini Hemmi, inventore della curva rotonda, davanti al connazionale Good ed a Stenmark, dato per “spacciato” al termine della prima manche.
Mercoledì 11 febbraio c’è un’azzurra con grandi chanches: Claudia Giordani. Stavolta altra sorpresissima al microfono: Luca Liguori, inviato per Dribbling (parleremo di lui più avanti, in una puntata dedicata alle telecronache uniche e rare nello sci).
All’Italia, giunta ad Innsbruck con tante ambizioni, manca pero l’oro olimpico. Arriva nell’ultima gara, sabato 14 febbraio, dove al microfono c’è, dopo la deprecabile influenza, Guido Oddo. E’ il trionfo per Gros, mentre Thoeni si consola dalla delusione del gigante, attraverso la conquista dell’argento ed il successo nel campionato del mondo di combinata. Va detto che in Rai non sarebbe stata conservata la trasmissione della seconda manche della gara con il commento di Oddo. Prova ne sia che Raisport2 nei suoi periodi aurei ha riproposto varie gare di quell’Olimpiade alpina ma non lo slalom. Sarà difficile in futuro rivedere quella gara con il commento di Oddo, soprattutto l’uscita di Franco Bieler con tanto di caduta conseguente di un fotografo. Poteva essere una tripletta azzurra. Della prima manche, invece, nel settembre 2019 è stata rimostrata la prima manche di Gros, con commento di Oddo, in una Memory di Raisport, dedicata al campione valdostano.
RIFORMA RAI: GUIDO ODDO SCEGLIE IL TG2
Non mancano altre telecronache oltre il tennis e lo sci alpino: Oddo segue (marzo 1976) a Cervinia il campionato mondiale di sci acrobatico; per il golf l’open isolano d’Italia del 1976 (con Lino Ceccarelli) e per lo sci nautico varie manifestazioni di prestigio all’idroscalo di Milano nel 1976 e nel 1977. Va detto che con la riforma Rai, Guido Oddo sceglie il Tg2, diventando il conduttore della rubrica domenicale del secondo canale alle 20,00, “Sport 7”, divenuta poi l’ancor più nota “Domenica sprint”. Arriva a febbraio nel 1977, la tv a colori anche in Italia. Proprio Guido Oddo conduce la prima Domenica Sprint a colori, il 6 marzo del 1977, facendo notare la novità con grande spontaneità (…forse noterete qualche capello bianco in più). Sempre per il Tg2 in quegli anni condurrà “Dribbling”, al sabato sera. Ovviamente anche le conduzioni per il Tg2 Sportsera delle 18,30, alternandosi con i colleghi della redazione sportiva milanese, Pizzul, Poltronieri, Vitanza, Garassino. Senza disdegnare un ritorno ai vecchi amori artistici; la sistematica presenza da inviato alla Scala, a condurre il collegamento per la prima del 7 dicembre. Della sua condizione a Domenica Sprint, soprattutto della sua calma olimpica, nel condurre la trasmissione della Domenica sera, ecco un breve profilo di Bruno Pizzul, che con Oddo si alternava alla conduzione in soprattutto nelle giornate in cui Oddo era impegnato in trasferta. Da un numero del Radiocorriere 1978 “Quando c’è qualcosa che non va davanti a Oddo cominciano ad agitarsi gli assistenti di studio con mimica non meno incomprensibile che comica, hanno la pretesa di fargli capire che c’è una variazione. Oddo, uomo di fervida fantasia finge di capire e con sublime faccia tosta annuncia qualcosa: ci azzecca quasi sempre”. Intanto lo sci deve registrare il declino della valanga azzurra, amplificato dal superpotere di Stenmark. I maggiori sussulti arrivano da Plank in discesa libera, più a venire nasce una forte squadra femminile, con ragazze giovani e promettenti che affiancano la Giordani, Ninna Quario, Daniela Zini, Wilma Gatta, Wanda Bieler, Piera Macchi, Lorena Frigo, Thea Gamper e la liberista Cristina Gravina. Diventa necessario sdoppiare l’impegno Rai, lo sci maschile a Guido Oddo, lo sci femminile ad Alfredo Pigna (non una regola fissa in quanto lo sci muliebre non era comunque trasmesso ancora con assiduità). Va detto che dal 1977 lo sci alpino prevedeva per la prima stagione, il gigante femminile in due prove ed un nuovo sistema di partenza di tutte le seconde manche, con l’inversione dei migliori cinque. Ciò consentiva telecronache rapidissime dell’atto conclusivo. Quindici minuti e tutto si esauriva, come in questa gara mondiale di Garmisch 1978, lo slalom che concludeva la rassegna con Piero Gros che salvava le sorti azzurre con un argento dietro all’inarrivabile Stenmark
LA SETTIMANA DELLE FINALI DI DAVIS
La variabile “oddiana” era legata agli epiloghi di Coppa Davis, in quanto spesso le vicende fauste portano l’Italia a quattro finali in cinque anni, con inevitabile impegno di Guido Oddo, dall’altra parte del …campo. Diventa inevitabile dover, in determinate occasioni, coinvolgere Pigna nel settore maschile (come ad esempio nelle prove del dicembre 1976, dove il telecronista napoletano saluta in cabina, con Mario Cotelli, il trionfo di Madonna di Campiglio Radici-Gros-Thoeni). C’è un altro elemento che caratterizzava la distribuzione delle telecronache: Alfredo Pigna faceva parte del Tg1, Guido Oddo del Tg2 e ciò poteva pesare a seconda che a trasmettere le gare fossero la prima o la seconda rete. Giustappunto Guido Oddo non è presente (per impegni di Davis) nelle prime gare di sci alpino a colori della Tv Italiana di inizio dicembre 1977, valide non per la Coppa del Mondo, ma per le World Series, i tormentati giganti di San Sicario (si svolse solo la prova femminile) ed il parallelo maschile del Monginevro dove Stenmark, giocò agli Orazi e Curiazi, superando in ogni turno un azzurro: Gros, De Chiesa, Radici e Nockler (in finale). Non fu diffuso dalle reti nazionali italiane (per la concomitanza dell’incontro di calcio Italia-Lussemburgo) il parallelo femminile ma in varie parti d’Italia, la gara si vide ugualmente grazie alle frequenze di Antenne 2 con il commento di Bernard Pere. Prima gara di Coppa del Mondo a colori da Val d’Isere; era il 7 dicembre 1977 e anche qui, andiamo per presupposti ed ipotesi (la memoria, nella fattispecie non ci assiste); essendo giornata di inaugurazione alla Scala, pensiamo che Guido Oddo (oltretutto, reduce dall’Australia per la Davis) abbia potuto collegarsi dal prestigioso Teatro di Milano, come sovente faceva in quegli anni. Ovviamente sono graditi interventi e ricordi in tema.
LA TV SPEGNE LE TELECAMERE
Un altro ricordo degli anni Settanta, che appartiene solo indirettamente a Guido Oddo. Nel dicembre 1976, la Rai decise all’ultimo istante di non trasmettere il consueto parallelo di Natale. di Bielmonte causa la presenza eccessiva di pubblicità. La delibera viene presa dal Direttore del Tg1 Emilio Rossi, insieme a Tito Stagno (capo dei servizi sportivi del Tg1), ascoltato anche il nostro telecronista. La decisione mette in allarme le trasmissioni delle future gare di sci alpino. Soprattutto il non più rinviabile passaggio al colore fa ipotizzare nuovi scenari più spettacolari e per questo maggiormente infarciti di pubblicità. Come si è visto è stato un episodio isolato, si è trattato solo per la Rai di voler chiudere il 1976 privando i telespettatori di uno spettacolo sciistico, ovviamente molto più modesto della “sciocchezza” appena fatta (dal Tg2) nel non mostrare la Davis in diretta, ma pur sempre all’insegna del principio (purtroppo ancora in atto) che qualcuno possa decidere per i telespettatori ciò che si deve vedere e ciò che non si deve vedere.
LE OLIMPIADI DI LAKE PLACID
Anche nel gennaio 1979 (in considerazione degli impegni di Oddo alla conduzione di Domenica Sprint), si intensificano i passaggi di Pigna al maschile, ad esempio Morzine e Kitzbuhel. Purtroppo la Rai non segue in quell’inverno lo slalom di Oslo vinto dall’indimenticabile Leonardo David (che proprio tre settimane dopo andrà incontro ad un destino infausto cadendo nella preolimpica di Lake Placid, senza risvegliarsi più, restando in coma per sei anni). A Lake Placid 1980, Oddo è impegnato su vari fronti, ritornando ad occuparsi, tra l’altro, di pattinaggio artistico e di bob. Per via della concomitante 30 km. di fondo, Guido Oddo deve sacrificare l’evento clou dello sci alpino, almeno per noi italiani. E’ Alfredo Pigna, infatti, a commentare la discesa libera maschile.
In quell’edizione nordamericana per un’ultima volta lo slalom gigante olimpico maschile si svolge in due giorni. Nello slalom maschile, nel corso della seconda manche ci sono dei problemi video relativi ai tempi finali dei concorrenti ma al microfono con Oddo, c’è Attilio Monetti che gli dà una mano, documentandolo sui risultati che apparivano solo sui tabelloni esterni ed intervenendo in voce per segnalare un paletto sotto gli sci di Phil Mahre. Conosceremo Monetti, essenzialmente, come collaboratore di Rosi e di Bragagna nell’atletica, non più nello sci.
RAI NON SEMPRE ALL’ALTEZZA
Sempre riguardo alla seconda manche dello telecronaca dello slalom di Lake Placid, va detto che la partenza ebbe un ritardo, dovuto ad una controversia su un passaggio di Krizaj nella prima manche. Questo provocò l’oscuramento della diretta per far posto alla programmazione ordinaria che prevedeva un “Buonasera con Carlo Dapporto”. La seconda manche ebbe luogo in differita nella notte italiana in un intervallo del confronto, rimasto epico, di Hockey su ghiaccio, Usa-Urss.
Non meno “increscioso” lo slalom di Coppa del Mondo a Courmayeur del 14 dicembre 1982; seconda manche rinviata di circa un’ora, Oddo tiene la linea per tutto il tempo dell’interruzione. Poi, finalmente sul più bello, quando parte Stenmark, primo atleta a scendere, in virtù dell’inversione dei cinque, la linea viene restituita alla rete. Certamente non il primo, ne’ l’unico caso per l’Ente di Stato, ma è sconcertante vedere interrotta una trasmissione in una gara molto rapida, come le seconde manches di allora. Tra l’altro, proprio a Courmayeur, Guido Oddo ospita in cabina Bruno Gattai, allora conosciuto solo come ex atleta e campione italiano del 1978: sarà il futuro massimo commentatore dello sci alpino per Telemontecarlo. Tutto ha un senso, se pensiamo che anche lo stesso Gattai capì, in quell’occasione, di saperci fare con il microfono. E poi Sarajevo 1984, con lo scempio della manche decisiva di Hildgartner, oro nello slittino, in cui avvenne tutto quello che di peggio un Ente pubblico può offrire, la telecronaca in differita, limitata a pochissimi concorrenti e con risultato già maldestramente annunciato. Circostanze che provocarono una vibrata protesta del Presidente del Coni Carraro.
A proposito dei nuovi paletti snodabili nello slalom efficace (quand’anche non tecnica) definizione da parte di Guido Oddo circa il contraccolpo “….si prendono della pacche spaventose”. Di quegli anni Ottanta la vittoria di Todd Brooker nella seconda discesa di Kitzbuhel, anche con una caduta di quel Bartelski (nel ricordo di un altro volo pazzesco del britannico a Megeve nel 1975, sempre con Oddo al microfono)
GUIDO ODDO: TELEMONTECARLO, DOPO LA RAI
Nei primi anni Ottanta si intensifica l’alternanza Oddo-Pigna in cabina di commento. Guido Oddo lo troveremo in Rai, ancora fino al 1985 inoltrato (anno dei Mondiali di Bormio, con mondiali che finiscono per essere programmati d’ora in poi in anno dispari). Poi Oddo, in pensione dalla Rai, oltre a collaborare per Tele Biella e Antenna 3 Milano, passerà a Tmc, veterano in una giovane redazione nella quale lo sci alpino è commentato da Bruno Gattai. Tocca ad Oddo commentare i mondiali di sci nordico da Oberstdorf nel febbraio 1987. Telemontecarlo non trasmette a tappeto quella manifestazione, ma nel corso della gara della 50 km, i tempi da sogno di De Zolt, quasi costringono l’emittente monegasca a trattenere la linea (al cospetto di un’inopinata assenza in diretta della Rai). E’ Oddo a narrare l’affermazione del Grillo del Cadore, lasciandosi andare ad un momento di sana commozione allorché segue l’ultimo tratto dell’azzurro, lanciato verso un grandissimo oro….(“Fantastico, fantastico”, con un groppo in gola che gli serra la gola). Ecco il filmato.
Torna a seguire lo sci alpino in occasione del parallelo di Saalbach 1988, con sfida Tomba-Zurbriggen, in quanto Gattai, per un’indisposizione, deve rinunciare all’ultimo giorno di quella stagione memorabile. Lo sostituisce Oddo che ha quindi modo di commentare un successo dell’Alberto bolognese.
Sono sue le telecronache dei mondiali di slittino da Winterberg, nel 1989, specialità più volte commentata alle Olimpiadi. Tra gli ultimi cimenti nello sci alpino lo slalom gigante femminile di Oberstaufen con questo secondo posto di Deborah Compagnoni, ad inizio gennaio 1992.
Nel salto con gli sci lo troviamo ai mondiali di Val di Fiemme 1991 e alle Olimpiadi di Albertville 1992. Deve saltare invece i mondiali di Falun 1993, per lo sciopero che coinvolge i giornalisti di Telemontecarlo, emittente in profonda crisi, proprio in quei giorni. Alle Olimpiadi di Lillehammer 1994 commenta alcune gare nel riepilogo pomeridiano di Tmc, occupandosi anche di freestyle. Storica la sua frase a proposito delle gobbe “…Questo percorso assomiglia ad un dolce di panna montata!!!”
UN TELECRONISTA ANZIANO PER EUROSPORT
Da registrare un nuovo ritorno al microfono per Eurosport (con commento da parte di telecronisti della Testata giornalistica sportiva della Rai o collaboratori dell’Ente), culminato (a 77 anni, mai telecronista più anziano in un’Olimpiade fra i nostri narratori) con le prove di salto alle Olimpiadi di Nagano 1998, facendosi aiutare nell’occasione da un giornalista che poi ritroveremo sulla stessa emittente (non più targata Rai) l’anno dopo (per le specialità da toboggan): Luca Reboa.
CONSIDERAZIONI TENNISTICHE
Nagano 1998 ha rappresentato la conclusione della carriera di un giornalista, tanto amato, per il suo garbo, la sua signorilità, la sua familiarità, apprezzato nei suoi pregi e nei difetti, salvo in un’occasione, quando rivelò il risultato del doppio della finale Cile-Italia di Coppa Davis 1976, ad inizio collegamento. Ebbene si, chi vi scrive, aveva preferito, come tanti, non ascoltare i collegamenti con Mario Giobbe da Santiago!! Ma del resto il tennis in differita va a prefigurare comunque il risultato di gara. In definitiva furono di Guido Oddo i commenti in diretta delle due poche soddisfazioni italiche sportive di tutto il 1976: Piero Gros a Innsbruck e Adriano Panatta a Parigi. Curiosamente due eventi che gli archivi Rai non possiedono più. Sicuramente ingenerose, invece, le critiche di una certa stampa ad Oddo agli internazionali di tennis del 1978 nell’incontro in cui lo spagnolo Higueras aveva abbandonato la semifinale contro Panatta per dissidi con il pubblico romano. Oddo ritenne giusto replicare cosi, rivolgendosi ai telespettatori “ Non avete bisogno, come qualcuno pretenderebbe. di essere presi per mano. Vedete le immagini, sentite quello che succede, e vi formate una vostra opinione, Quelle che dico sono opinioni personali da cui potete dissentire o concordare…”. E all’indomani, chissà, prima di tornare a Milano, una gita a Fregene per abbronzarsi al primo sole di un’estate che doveva ancora arrivare. Con l’istituzione del Premio “Guido Oddo” la Federtennis ha inteso premiare chi si è messo in luce nel mondo del giornalismo. Per celebrare l’Oddo “tennista” ed il suo anniversario di nascita, la vittoria in doppio di Panatta e Bertolucci nella finale di Montecarlo 1980 su Mc Enroe e Gerulaitis.
E PER FINIRE: CALCIO D’AUTORE
Al termine di questa nostra trattazione, nel ricordo di un giornalista che ci ha lasciato nel 2006, andandosene in silenzio, qualcuno forse potrà chiedersi se Oddo ha mai commentato, come telecronista, qualche sport di squadra…Ebbene si, ci sovviene almeno un caso, Germania Ovest-Germania Est, lo storico Derby del 1974, un breve gettone di presenza, da studio, per sopperire alla mancanza di audio da Amburgo (dove commentava Bruno Pizzul), senza peraltro avere occasioni di commentare azioni significative di quel match che ancora oggi viene ricordato.
— LUCIO CELLETTI
supporto tecnico e grafico di Monica Celletti
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