LA “COPPA TRE COMUNI LADINI”
Come anticipato nel numero scorso è il successo delle gare valide per la “Coppa Tre Comuni Ladini” del 20 e 21 febbraio 1965 a convincere gli organizzatori locali a poter avanzare la candidatura dei mondiali in Val Gardena. L’Eurovisione aveva fatto da cassa di risonanza per le due gare (una discesa ed un slalom) trasmesse con cronometraggio in sovraimpressione. Per l’Italia quelle telecronache (diffuse in registrata nel primo pomeriggio) rappresentavano il ritorno delle telecronache di gare italiane di sci in tv, dopo le Olimpiadi di Cortina 1956. Per prima cosa bisognava convincere la Federazione italiana, che nella persona del Presidente Fabio Conci, serbava un iniziale scetticismo di natura logistico-finanziaria.

Tuttavia l’entusiasmo prevalse e la candidatura fu presentata già al Congresso Fis di Mamaia (in Romania) del 1965. Nel maggio 1967 a Beirut vi fu la decisione Fis di attribuire i campionati mondiali alla Val Gardena, con tanto entusiasmo ma anche con la consapevolezza di dover lavorare sodo per la predisposizione di una pista che potesse rispettare i dislivelli dei dettami Fis. E’così che dalla Ciampinoi si passa alla Sasslong.
SPORADICHE AFFERMAZIONI FINO ALL’ARRIVO DI GUSTAVO
Mentre in Val Gardena si lavora per le gare del 1970, dovevano essere gli sciatori italiani a dover uscire allo scoperto per dare allo sci alpino un tono di popolarità maggiore nel nostro paese. Non era sufficiente ammirare i filmati di Killy, Schranz e tanti altri di Francia, Austria e Svizzera (attraverso la neonata Coppa del Mondo). Ci voleva un impulso “italico”. Al Sestriere, nel marzo 1967, Giustina Demetz aveva conquistato un primo successo di Coppa del Mondo, seppure a pari merito con la transalpina Marielle Goitschel. Precedentemente, fra i maschi Carletto Senoner era stato campione del mondo in slalom nel 1966, scalfendo un dominio francese in quell’edizione cilena al Portillo. Nel 1969, dopo una prima affermazione (a marzo) nella Coppa dei Paesi alpini, arriva a dicembre il primo successo di Gustav Thoeni, altoatesino di Trafoi, in Coppa del Mondo in Val d’Isere; si capisce subito che lo sciatore azzurro ha la stoffa del campione ed il primo bersaglio grosso da dover centrare (oltre alle gare di Coppa del Mondo) è il mondiale che quest’anno si svolge nel febbraio 1970 in Val Gardena. E’ una grande occasione per promozionare turisticamente il territorio e per dare impulso allo sci alpino, tornato a campeggiare sulle pagine dei giornali grazie a questo nuovissimo campione. Come la storia ci ricorda le cose non andranno troppo bene per Thoeni in quell’evento iridato, quarto in slalom e fuori subito in gigante, ma l’edizione dei mondiali “VAL GARDENA 1970” resta comunque memorabile.
UN NUOVO IMPATTO CROMATICO

Il 1970 è anno dello sport proposto con produzioni a colori. Ciò avviene per le discipline principali; Campionati mondiali di calcio e di ciclismo (pista e strada), Campionati europei di nuoto, Coppa Europa di Atletica. Ma cronologicamente è lo sci ad aprire la serie con la produzione a colori non solo per i mondiali della Val Gardena ma anche per i mondiali di sci nordico sui Monti Tatra in Cecoslovacchia che cominciano mentre finiscono quelli italiani. Anche il bianco della neve assume una sfumatura diversa. Per lo sci alpino, peraltro, sarebbero i secondi Mondiali a colori, in quanto la nomenclatura Fis aveva ancora l’abitudine di classificare come Mondiali anche i Giochi Olimpici; al di là di questa accademica discussione, l’Italia, mercè la Rai, si trova ad organizzare un mondiale a colori (scegliendo il sistema Pal) in un paese in cui per noi “tapini” la tv a colori era lungi dall’essere realtà. Ma in ogni caso la Rai non viene colta impreparata, in Italia eravamo indietro nella diffusione del colore nelle case degli italiani, ma comunque all’avanguardia in fatto di tecnologia. Viene costruito ad Ortisei un edificio come centro di produzione: tutto quello che veniva creato in questo centro era a colori, sia per le immagini da telecamera, sia per i filmati. V’era peraltro una sviluppatrice a favore di operatori che non girassero con pellicole a colori. Per i cinegiornali italiani c’erano gli operatori dei Filmgiornali d’attualità Radar e Panorama Cinematografico. In Italia le immagini arrivavano al centro di Roma e lì venivano private del colore con un sistema chiamato color killer. Oltre alle dirette, il programma nazionale trasmetteva alle 19,15 una rubrica di trenta minuti per riepilogare i migliori momenti della giornata e far vivere l’esperienza gardenese ai telespettatori italiani impossibilitati aa seguire le gare al mattino. C’è anche una collaborazione Siemens-Longines: non appena l’atleta arrivava al traguardo sullo schermo, compariva immediatamente una schermata con la classifica aggiornata proprio davanti agli occhi dei telespettatori.
LE IMMAGINI TELEVISIVE RIPROPOSTE NEL FUTURO
In collegamento con la…memoria di chi vi scrive, per vedere le prime immagini a colori della Val Gardena, gli italiani hanno dovuto aspettare dodici anni, quando le telecronache dei mondiali di Schladming erano aperte da un fugace riepilogo dei vincitori delle edizioni precedenti, disciplina per disciplina. Tornando al bianco e nero va citata la meritoria diffusione nel 2000 di alcuni servizi sulla rassegna da parte di Raisatalbum (canale che qualche genio dell’azienda ha pensato di voler chiudere nel 2003). Nel 2002 il primo canale tedesco ha proposto un frammento a colori della prova vittoriosa di gigante da parte di Karl Schranz. Queste le immagini: il telecronista tedesco occidentale del 1970 proveniva da una nobile famiglia germanica, quella dei Thurn und Taxis.

LA TV ITALIANA AI MONDIALI 1970
Spedizione giornalistica Rai ambiziosa guidata da Giorgio Boriani. Per Giuseppe Albertini, sono le ultime telecronache di sci sulla tv italiana prima di passare in “esclusiva” alla Tv svizzera italiana (non in assoluto sulla Rai in quanto, come è noto, fece al microfono anche i mondiali di calcio nel mese di giugno; come non dimenticare ad esempio, la diretta di Brasile-Inghilterra). Per alcune puntate dello speciale serale è presente anche Nando Martellini. Tra gli inviati Alberto Nicolello che cura i servizi del Telegiornale delle 13,30 e poi si sofferma sugli aspetti tecnici delle gare nello speciale della sera (avremo modo di parlare di lui in modo diffuso, nella prossima puntata), Giorgio Martino (un reduce dal concorso Rai del 1968), Guido Oddo (vari impegni fra cui il servizio sullo slalom maschile alla Domenica sportiva, ma poi dovrà volare in Cecoslovacchia per seguire i mondiali di sci nordico sui Monti Tatra, parleremo a lungo anche di lui), Paolo Rosi (ancora una volta chiamato allo sci alpino dopo esperienze passate, vedi puntata n.1) e Paolo Bellucci (giornalista toscano di San Marcello Pistoiese che curava i servizi del Tg della sera). Bellucci non ha avuto una carriera continuativa di giornalista nello sport (presente a Tokyo 1964), ma lo si ricorda soprattutto come colonna di “Tv7”, “Az un fatto come e perché”, “Progetto record” (del 1972, altro impiego nello sport). Per lui anche varie radiocronache o telecronache non sportive ma istituzionali o di folklore: fra tutte la Via Crucis, la Parata del 2 Giugno ai Fori Imperiali, la premiazione del Premio Italia, il Carnevale di Viareggio. In seguito passerà al Gr1 (in particolare è ricordato per “Gr1 spazio aperto”) ed avrà modo di proporsi come saggista e scrittore di vaglia. Ascoltiamo Bellucci in un breve filmato in bianco e nero in occasione della Cerimonia d’apertura.
GIORGIO BELLANI
Un pensiero va rivolto a Giorgio Bellani, prematuramente morto a fine novembre 1969 per cause improvvise, era il telecronista del tennis ma seguiva con grande competenza lo sci per la carta stampata, dopo essere stato uno sciatore di fondo. Si ipotizzava concretamente un suo impiego nello sci alpino in Rai nel dopo Albertini. Era il marito della tennista Annelies Ullstein.

UNA CONTEMPORANEITA’
Dal momento che siamo nelle settimane delle primissime puntate assolute del Rischiatutto non possiamo non dimenticare nuovamente Mike Bongiorno. Nella seconda puntata ne abbiamo ricordato gli inizi come sciatore, stavolta lo ricordiamo per la celeberrima trasmissione che più volte si è occupata delle discipline bianche con domande ai concorrenti. Dopo una domanda da L.60.000 nella puntata d’avvio (5 febbraio 1970) nella materia “SPORT” (un campione in foto da dover riconoscere, Gustavo Thoeni), l’argomento “SCI” fa parte del gioco nella seconda puntata del 12 febbraio 1970, nel pieno dei mondiali gardenesi, come ci ricordano Pino Frisoli e Eddy Anselmi, nel loro libro “Rischiatutto (storia, leggende e protagonisti del programma che ha cambiato la storia della televisione)”.
LO SCHERMO PARALLELO
Sul fronte televisivo italiano del 1970 va ricordato un esperimento che poi vedremo molti anni dopo su altri versanti: le immagini affiancate di due sciatori nella stessa manche, per vederne il percorso comune, notare le differenze, capire dove uno si è avvantaggiato rispetto ad un altro, per comprendere, pur nella riduzione del quadro tv, le differenze della neve e della visibilità. Ciò avviene per lo slalom di Kitzbuhel alla Domenica Sportiva del 18 gennaio 1970: è evidente che si stavano testando le “cartucce” in vista dei mondiali della Val Gardena. Il servizio era di Guido Oddo, il confronto era fra Russel e Thoeni (come si vede nella schermata a destra).

TEMPO DI SCI
Sempre dal 1970 la trasmissione “Tempo di sci” andava in onda settimanalmente, presentata dal giornalista Mario Oriani, classe 1926, una carriera giornalistica particolarmente fortunata; pluripremiato, ha lavorato per il Corriere di Informazione, Amica, il Corriere dei Piccoli (da lui trasformato in Il Corriere dei Ragazzi), Qui Touring. Il Giornale della Vela e la Domenica del Corriere (di cui fu Direttore). Con Oriani v’era l’ex campionessa Maria Grazia Marchelli, anch’ella giornalista, in varie testate, editrice di alcune riviste da lei fondate, Sci, Sci fondo e Jogging (legata sentimentalmente al fotografo Marian Skubin), in seguito esploratrice. Nel corso di alcune puntate, dirette per le gare giovanili attraverso collegamenti con Vittorio Mangili (della sede Rai di Milano) o Carlo Bacarelli, il veterano dei telecronisti della Rai (sovente impegnato nelle discipline della neve e del ghiaccio). Nel corso del Trofeo Topolino intervista di Mario Oriani a due giovanissimi campioncini che saranno il futuro dello sci non troppo lontano ma anche del microfono, vale a dire Bruno Gattai e Paolo De Chiesa.
FINALE DI COPPA DEL MONDO
Una curiosità agonistica extra tv: finali di Coppa del Mondo a Voss, in Norvegia. Thoeni non ha tantissime chanches per vincere la Coppa del Mondo ma può ancora farcela aggiudicandosi (per effetto degli scarti) le due restanti prove, Ma evidentemente la Fisi non ci crede abbastanza, visto che all’azzurro viene ordinato di gareggiare ai Campionati italiani. “Il mio più grande errore nella vita“, ricorderà il guru dello sci, Mario Cotelli, accusandosi di non essersi ribellato (quale giovane tecnico azzurro) a quel diktat.
FUORI PISTA LEGATO ALLA NEVE, AL COLORE ED ALLA TV
Secondo quanto riferito da Mario Cotelli, quel diktat sarebbe stato del Tenente Colonnello Carlo Valentino, alla cui memoria dedichiamo un ricordo televisivo. Per noi un’uscita totale di pista, meglio diremmo di tema, restando però negli anni Settanta, per una curiosità dai telefilm “Nucleo Centrale Investigativo”, andati in onda nella primavera 1974, sei inchieste, della Guardia di Finanza, con interprete principale l’attore Roberto Herlitzka, nel ruolo del Capitano Puma. Il consulente tecnico di quella serie fu proprio il tenente colonnello della Guardia di Finanza, Carlo Valentino, ex bobista, futuro Presidente della Fisi. Egli prenderà parte ad alcune scene di quei telefilm, ad esempio dialogando, nella seconda puntata, con il Brigadiere Saltutti (un giovanissimo Massimo Dapporto), interpretando, di fatto, se stesso, come alto Ufficiale. Anche questi telefilm furono girati a colori, ma allora furono visti in bianco e nero.
— LUCIO CELLETTI
Chiudiamo con alcune prove in bianco e nero da quegli esaltanti mondiali; dapprima un filmato inedito con Alberto Nicolello che sarà il protagonista della prossima puntata, in un commento (con la campionessa azzurra Giustina Demetz) sulla discesa femminile; sono mostrate l’elvetica Zryd (oro) e la francese Mir (argento). Come si può bene vedere le immagini sono tratte da un collegamento con il Telegiornale dell’ora di pranzo
Una ricostruzione dello slalom maschile. La voce prevalente è di Guido Oddo per la Domenica sportiva dell’8 febbraio.
Per il supporto tecnico e grafico: Monica Celletti
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE (oltre alla memoria)
- Pino Frisoli e Eddy Anselmi “Rischiatutto (storia, leggende e protagonisti del programma che ha cambiato la storia della televisione)”
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