In conclusione di questo lungo romanzo dedicato ai narratori dello sci alpino 1956-2001, per affinità, con l’inverno, la neve ed il ghiaccio, crediamo sia opportuno un excursus, relativo alle altre discipline degli sport invernali, stavolta arrivando al 2002, perché se per lo sci alpino abbiamo inteso di creare il nostro sbarramento tra la fine delle trasmissioni Mediaset e l’inizio di una ….“biologia” giunta fino ai giorni nostri Rai/Eurosport, crediamo che per le altre discipline, si possa affrontare anche l’anno successivo, non solo per l’importanza di alcuni ingressi, quali Pietro Nicolodi, Claudio Cavosi, Zoran Filicic, ma anche per la circostanza che si tratta di anno olimpico (Salt Lake). In questo caso perché aspettare la seconda edizione? Nel presente capitolo ci occuperemo della neve, nel prossimo del ghiaccio.
SCI NORDICO
La disciplina venne seguita già alle Olimpiadi di Cortina 1956. Verosimilmente fu Paolo Rosi a seguire le gare. Le prove trasmesse furono quattro: 30 km di fondo maschile – 10 km di fondo femminile – staffetta femminile 3×5 – 50 km di fondo maschile.
Nelle successive ere, Guido Oddo è stato colui che per oltre venticinque anni ha seguito la disciplina in Rai, con il clou rappresentato dal successo di Franco Nones nella 30 km. di Grenoble 1968. A Oddo abbiamo dedicato un capitolo intero (il settimo), ricordando come, curiosamente, nella diretta della 30 km d’oro dell’azzurro Nones (pettorale 26), questi non venne inquadrato (salvo un casuale passaggio al ventesimo km.) prima dei due minuti finali di gara corrispondenti all’arrivo.
Per lo sci di fondo si ricordano anche Giuseppe Albertini (mondiali 1966 ad Oslo, abbiamo parlato di lui nel quarto capitolo) e Giorgio Martino (Olimpiadi 1972 a Sapporo).
Per quanto in quegli anni non si captassero le tv della Germania Ovest, è giunto fino a noi un episodio di una gara domenicale di Lake Placid 1980 che ha fatto epoca. Nella 15 km. uomini, il tedesco federale Behle è in testa ma non viene mai inquadrato. Il telecronista germanico (Bruno Moravetz) s’inventa un tormentone, ripetendo un’infinità di volte “Wo ist Behle?” (dove è Behle?). La vicenda fa parte degli annali della tv tedesca. Da quell’inciso l’artista tedesco Marius Muller-Westernahagen ne ha creato addirittura una canzone.
Alle Olimpiadi di Sarajevo 1984 vari impegni nella disciplina di Ettore Frangipane che poi ha commentato i mondiali di Oberstdorf 1987 (in diretta l’oro di Albarello nella 15 km., in differita quello di De Zolt nella 50 km.). Anche a Ettore Frangipane abbiamo dedicato un capitolo, il decimo.
Dopo il cimento unico di Furio Focolari alle Olimpiadi del 1988 (in alcuni casi con l’aiuto di Cesarino Cerise e con sporadici interventi dall’Italia di Franco Nones, a vent’anni dal suo oro olimpico), la disciplina è passata a Giacomo Santini, dai mondiali di Lahti 1989 fino ai Giochi Olimpici 1994, che ebbero il sigillo del grandissimo oro olimpico nella staffetta del fondo. Sono annate estremamente felici per l’Italia; nel 1992 oro di Stefania Belmondo nella 30 km. (con Rolly Marchi, superospite in cabina da Santini); nel 1993 due ori di Stefania Belmondo (con un Tg3 di mezzogiorno ospite non gradito nel bel mezzo della 30 km., laddove si profilava la più grande impresa femminile dello sport italiano); nel 1994 oltre al già ricordato oro nella staffetta, altri due ori da Manuela Di Centa. Vanno sottolieneate, inoltre, innumerevoli medaglie d’argento e di bronzo che, al momento, sono solo un ricordo.
Due parole sul trentino Giacomo Santini: radiocronista di ciclismo dal 1974, fu impegnato al Giro d’Italia dal palco per una decina di anni, aprendo i collegamenti, descrivendo sprint finali o arrivi solitari, gestendo il dopo gara. Ai mondiali di San Cristobal, con la Tv che buca miserevolmente la diretta, è lui a descriverci la gara vinta da Moser, aprendo il collegamento con “c’è una situazione di gara che si sta facendo accapponare la pelle”. A metà degli anni Ottanta seguì il Giro per la tv (in moto ed in elicottero, con varie telecronache al Tour de France) non senza qualche palpabile attrito con la voce principale Adriano De Zan. Più che altro sembrava proprio De Zan ad apparire spazientito. Peraltro sulla Gazzetta dello sport successiva alla morte del grande Adriano, Santini ha precisato, da gran signore, come non ci fosse acredine. Per Santini, anche varie telecronache olimpiche di judo e lotta.
Intanto per Telemontecarlo, Guido Oddo in pensione dalla Rai, commenta il fondo dai mondiali di Oberstdorf 1987 (non trattenendo, come abbiamo già scritto, nella nostra settima puntata, la commozione per l’oro di De Zolt nella 50 km., gara commentata per larghi tratti in diretta) a quelli della Val di Fiemme 1991.
Le gare olimpiche di Albertville 1992 sono commentate invece per Tmc da Maurizio Biscardi; il figlio del conduttore del Processo del Lunedì, avrebbe potuto seguire anche i mondiali di Falun 1993 se non fosse che in quei giorni la redazione di Tmc era in stato agitazione. Potrà effettuare la telecronaca solo nell’ultimo giorno di gare, quello dedicato alla 50 km (con l’ausilio di Cesarino Cerise). Trasferitosi Maurizio Biscardi a Tele+2 (seguendo il padre Aldo), il microfono passa a Giacomo Mazzocchi, per le gloriose Olimpiadi di Lillehammer. Ci piacerebbe, però, ricordare Pina Debbi che non fece telecronache ma nel 1994, realizzò per Tmc sport, un servizio su un’importante vittoria nella 30 km a tecnica libera della Di Centa a Lahti, prima di Lillehammer. Dopo il passaggio di Giacomo Mazzocchi alla Iaaf, il microdono del fondo sarà di Bruno Vesica.
Per quanto riguarda Capodistria va citato il biennio Fininvest 1988-1989. Il telecronista dello sci nordico è Giovanni Bruno (talvolta con Mario Cotelli a Calgary 1988 o con Claudio Pea ai mondiali di Lahti 1989). Come già scritto altrove, la prima gara commentata è una 10km. donne olimpica, domenica 15 febbraio 1988: curiosamente la regia olimpica non mostra l’arrivo della vincitrice, se non in replay.
Nella 50 km., ci par di ricordare, con Giovanni Bruno al microfono, l’ex atleta Werner Kiem.
Una volta chiusa, per Telecapodistria, l’esperienza berlusconiana le telecronache sono curate da Sandro Vidrih. Come abbiamo già visto nell’undicesima puntata, è proprio Vidrih a coniare il motto “Tv Capodistria, la tv da sempre vicina… al fondo”, con un doppio senso che sottolineava le traversie dell’emittente istriana negli anni in cui era priva dell’Eurovisione (tra il 1989 ed il 1993)
Negli anni di gestione della Coppa del Mondo da parte di Tele+ (fino al 1996) possiamo ritrovare lo stesso Sandro Vidrih (spesso con Mario Cotelli). Una delle telecronache più importanti della coppia è la staffetta indoor di Coppa del Mondo ad Hamar, estremamente spettacolare per il contesto al coperto e a noi favorevole con vittoria azzurra in Norvegia, ad un anno dal trionfo di Lillehammer.
Vidrih e Cotelli seguono copiosamente con le loro telecronache la Coppa del Mondo 1996, vinta da Manuela Di Centa. Del binomio va segnalata anche la vittoria nella staffetta maschile di Lahti (alla presenza in cabina della futura campionessa olimpica ed opinionista Gabriella Paruzzi). L’atto decisivo della Coppa del Mondo è commentato però da Fabio Guadagnini (che si alternava con Vidrih), sempre con Mario Cotelli. Questa la frase storica di Cotelli nel corso della 30 km. in linea a tecnica classica: “la torre di controllo di Linate ha dato l’autorizzazione all’aereo di atterrare a Milano. In questo momento la Coppa è nostra”.
Tornando alla Rai, Giacomo Santini deve lasciare le telecronache in quanto eletto europarlamentare nella file di Forza Italia, quasi all’indomani di Lillehammer: il microfono passa da Thunder Bay 1995 a Franco Bragagna ed arriva praticamente fino ai giorni nostri, pur con varie eccezioni e distinguo (compreso un periodo sabbatico che vedremo nella seconda edizione). Una di queste eccezioni si chiama Andrea Fusco: nel 1997 in Coppa del Mondo va segnalata una sua incursione (accompagnato dal tecnico Sandro Vanoi) a Falun, dovuta ai contemporanei impegni di Franco Bragagna con l’atletica indoor (mondiali di Parigi). Una concomitanza (quella tra fondo ed atletica nella prima settimana di marzo) che spesso ha costretto la Rai e lo stesso Bragagna (non dotato del dono dell’ubiquità), a seguire una manifestazione piuttosto che un’altra. La settimana dopo la ricordata Falun, la storica doppietta ad Holmenkollen Belmondo-Piller Cottrer (in uno stesso sabato) registra Bragagna regolarmente….al via. Egualmente a Nagano (Olimpiadi) Andrea Fusco si collega per la 30 km. maschile a passo alternato. Tra i mondiali del 1999 e le Olimpiadi del 2002. Bragagna può salutare i grandi successi di Stefania Belmondo. Il titolo della Paruzzi non ce lo annuncia Bragagna, bensì….FRANCESCO PAOLO COLONNETTI. Ma andiamo con ordine: è l’ultimo giorno dei Giochi ed il fondo deve assegnare ancora il titolo della 30 km.; vince la russa Lazutina. Ma giravano insistite voci circa una sua possibile squalifica per doping, causa un controllo non negativo dei giorni precedenti. La telecronaca si chiude con l’argento della Paruzzi e il bronzo di Stefania Belmondo. Ma non è finita, pochi istanti prima della cerimonia di chiusura, il Cio prepara un annuncio sulla squalifica della Lazutina. A tradurlo all’impronta è giustappunto Francesco Paolo Colonnetti che ci informa delle vicissitudini della russa e del’oro assegnato alla Paruzzi.
Vediamo ora come sono andate le cose nelle altre….parrocchie: dal 1997/98 per quattro stagioni, la Coppa del Mondo è seguita dalle reti Mediaset (sempre o quasi Italia 1), con Francesco Pierantozzi (ottimo, a dir poco) accompagnato da Germana Sperotto, voce tecnica.
Per Eurosport, ancora targata Rai, ricordiamo Mimmo Fusco, in specie a Nagano 1998. Abbiamo anche ricordato il caso di Mario Cotelli che si trova a commentare da solo una vittoria di Coppa del Mondo di Stefania Belmondo nella premondiale 1998 di Ramsau.
Su Eurosport nuova gestione cominciano, ci par di ricordare con le gare di Davos del dicembre 1998, hanno avvio gli 11 anni (per la disciplina dello sci di fondo) di Dario Puppo, in foto di copertina (dal 1998/99 al 2008/09), metà dei quali in compagnia di Massimiliano Ambesi (con cui forma una della coppie più apprezzate della nostra tv). Va detto che fino al 2001, Eurosport non può commentare varie gare di sci nordico in lingua italiana, non possedendone i diritti; in pratica ciò avviene nelle stesse nazioni che già enumerammo per lo sci alpino. E’c onsentito invece commentare le gare che si svolgono in Finlandia, come ad esempio le premondiali di Lahti, regolarmente con Dario Puppo al microfono ed ovviamente i mondiali 1999 da Ramsau (che vedono un doppio oro di Stefania Belmondo) e di Lahti 2001. Va ricordata nel dicembre 2001 anche una triste notizia che ci dette proprio Puppo al microfono durante le gare di Asiago: la morte improvvisa dell’avvocato Giuseppe Prisco, insigne dirigente dell’Inter, molto salace nelle sue battute nei confronti del Milan, squadra avversaria che certo non gli ha risparmiato dolori e avversità. Nella stagione 2001/02 da segnalare, nella gare della Val di Fiemme, la presenza (con Dario Puppo) di Marco Albarello e di Marco Selle.
Alle Olimpiadi di Salt Lake 2002, Eurosport ha l’handicap di non possedere i diritti per la diretta: solo differite di un paio d’ore. Un’ultima curiosità sullo sci nordico di Dario Puppo: esiste anche una sua telecronaca riguardante la vittoria di Fulvio Valbusa in Val di Fiemme nel dicembre 1997: egli la commentò anni dopo per Espn classic sport, il canale che riproponeva gare del passato.
Per il biennio di Stream tv (1999/00 e 2000/01), in alternativa ad Italia 1, laddove Eurosport non trasmette in italiano, le telecronache del 1999/00 sono di Luca Reboa e Roberto Della Torre (giornalista di Sciare), che sistematicamente ci fa notare di non gradire il nuovo corso dello sci nordico, con le nuove gare sprint che tolgono tradizione alle gare, in nome di uno spettacolo che in realtà snatura completamente la disciplina. Parole profetiche, se vogliamo, visto come si è ridotto l’appeal del fondo in questi ultimi anni (e non solo per il minore richiamo dei componenti azzurri). A proposito della sprint di Stoccolma del 2000 con finale a due, Della Torre affermava: “aborro l’ipotesi che queste gare possano mettere in palio una medaglia!” Evidentemente ….non lo hanno sentito. Nella stagione successiva (2000/01) conduce le telecronache ancora Roberto Della Torre (spesso con l’aiuto di Pippo Gazzotti) fra cui la sprint a coppie di Clusone con vittoria della coppia azzurra Valbusa/Maj. Anche in questa stagione Della Torre contrasta in ogni modo, il propagarsi delle gare sprint; tra i tanti motivi la ripetitività delle prove e la circostanza che non venivano fuori le risorse della potenza aerobica sulla distanza lunga. Nella Coppa del Mondo di Brusson (2000/01), al microfono di Stream è invece Dario Puppo.
SALTO E COMBINATA NORDICA
A dispetto della spettacolarità della disciplina, il salto con gli sci non ha trovato gli spazi giusti in Tv, per molti anni.
Tra i primi a commentare la disciplina Paolo Rosi e Carlo Bacarelli. C’è un po’ di nebulosità si chi possa aver commentato Cortina 1956, ma poi troviamo Paolo Rosi alla prova dei Quattro Trampolini da Garmisch 1959 (indi ancora ad Innsbruck 1964), mentre Carlo Bacarelli segue i mondiali di Zakopane 1962. Per i mondiali di Oslo 1966 e per le gare internazionali preolimpiche di Saint Nizier 1967,…linea a Giuseppe Albertini.
Segue un periodo quasi ventennale da attribuire esclusivamente a Guido Oddo (tutte le Olimpiadi, i Mondiali 1970 in Cecoslovacchia, le prove dell’1° gennaio a Garmisch dei primissimi anni Settanta)
Inevitabile, negli anni Settanta, il ricorso alla Tv svizzera italiana dove il microfono è di Ezio Guidi, noto anche per le sue presenze a Giochi senza Frontiere insieme a Mascia Cantoni.
Arriviamo, quasi senza accorgercene, alla fine degli anni Ottanta. Per la Rai segue le gare Ettore Frangipane. Guido Oddo nel frattempo, in pensione dalla Rai, si è trasferito a Telemontecarlo e vi resterà fino al 1994, continuando a commentare il salto. Quanto al periodo di visibilità di Telecapodistria nel periodo Fininvest, il commento è dei “locali”, Sandro Vidrih e Ferdi Vidmar. A Calgary 1988 Giovanni Bruno commenta la prova di fondo della combinata nordica con Mario Cotelli (precedentemente il salto era stato commentato dall’opinionista valtellinese con Vidrih). Crediamo sia piacevole riproporre un aneddoto, già esposto, quando parlammo di Cotelli (dodicesimo capitolo). Mentre l’elvetico Kempf è in piena rimonta nel fondo della combinata nordica a Calgary 1988, nell’attendere il passaggio dei concorrenti, Mario, rivolgendosi al collega di telecronaca Giovanni Bruno dice: “C’è un tifoso svizzero che sta facendo una foto, non la sprecherebbe se non vi fosse Kempf nei paraggi!!” E ci prese!!.
Ai successivi mondiali di Lahti 1989, Giovanni Bruno segue la combinata nordica, mentre il salto con gli sci è di Ferdi Vidmar e di Franco Ligas, in una trasferta, per lui, un po’ movimentata, per via di alcune traversie di tipo fisico, fortunatamente superate. In precedenza Ligas aveva seguito da Garmisch la gara del primo gennaio per i Quattro trampolini (ospitando in cabina l’astro nascente azzurro Roberto Cecon). Non si conoscono altri cimenti di Ligas per gli sport invernali. A Telecapodistria Ligas si mise in evidenza per i commenti di ciclismo (insieme a Fabrizio Biondi), ma era già uno dei re del pugilato Fininvest. Ligas è anche un ottimo commentatore di ippica. Se è sua la telecronaca del Varenne vittorioso nella Breeders Crown 2001, negli anni Ottanta erano frequenti i suoi servizi ippici nelle rubriche di Fininvest. Persona squisita, chi vi scrive ha avuto il piacere di conoscerlo alla “Festa degli allevatori del trotto 1998” al castello di Pralormo, nei pressi di Torino. Quella volta ricordammo (e ci ridemmo su) quella occasione, con lui in studio, in cui Giacomo Crosa, non voleva ridargli la linea, discutendo animatamente. Si era ai mondiali indoor 1989 da Budapest, la gara era il salto in alto maschile. Concordammo che era stata scritta una pagina da consegnare agli annali della tv.
Per la Rai arrivano, da Falun 1993, i commenti di Franco Bragagna, numero uno anche qui. Una meraviglia sentirlo pronunziare i nomi norvegesi che lui stesso proferiva anche con un certo compiacimento.
Per Tmc, un’inconsueta telecronaca muliebre con Cristina Fantoni per i mondiali di Trondheim 1997. Sempre dal 1997 un unicum per Italia 1 da Predazzo con il commento di Edoardo Grassi.
Tornando alla Rai ed a Bragagna, a Nagano 1998 (per impegni sovrapposti) può solo occuparsi del large hill, mentre gli altri due titoli sono commentati da Lorenzo Lucianer.
Bragagna commenta entrambe le prove della combinata individuale, mentre la combinata nordica a squadre vede una staffetta nel seguente ordine: Lucianer/Bragagna.
Per i quatto trampolini del 1998 la prova di Innsbruck vede al commento Giancarlo Rossi per Eurosport targata Tgs Rai. Sempre per l’emittente paneuropea, a 77 anni Guido Oddo è ancora in cabina di commento a Nagano 1998, insieme a Luca Reboa. Stiamo ancora parlando amcora di Eurosport versione Tgs Rai che invece affida a Lorenzo Caffè e Mario Cotelli la combinata nordica individuale; a Marco Mazzocchi e Giancarlo Rossi la combinata a squadre (rispettivamente per salto e fondo).
Nella Eurosport a nuova gestione, a partire da Harrachov (dicembre 1998), è il momento, per vari anni, di Antonio Costanzo. Il culmine dei suoi commenti arriverà con l’emozionante en plein di Hannawald ai Quattro trampolini nel 2004. Negli anni per noi in questione ricordiamo soprattutto le sue urla con voce arrochita, in specie per “Martin Schmiiiiitt!!!”. Nel corso di una prova del Summer Gran Prix 2001, Antonio Costanzo annuncia la morte di Adriano De Zan, il mitico telecronista del ciclismo Rai. In alcune telecronache è presente Dario Puppo, soprattutto nella felice gara del Summer Gran Prix a Stams (estate 2001), dove vince l’azzurro Cecon, tra l’incredulità del giornalista milanese. Precedentemente Puppo aveva commentato alcune gare per Stream Tv (ci viene in mente Hakuba nel gennaio 2001). Nella stagione 2001/02, Puppo commenta il salto da Villach (normal hill), esaltandosi per la supremazia di Adem Malysz, “stampando”, con l’entusiasmo che gli conosciamo, la frase sul polacco.. “…Non lo fermano neanche se volessero”.
Di Puppo ricordiamo anche alcune fatiche nella combinata nordica, come ad esempio, la prova mass start di Reit im Wikl, commentando il fondo e lasciando poi il microfono a Antonio Costanzo per il salto. Secondo i canoni classici la seconda gara nella località germanica; stavolta è Costanzo a dare la linea a Puppo per la prova che si svolge nel format abituale. Analogamente ai mondiali di Lahti la stessa coppia con le stesse distinzioni, salto/fondo. Le staffette di queste gare Puppo/Costanzo ci forniscono lo spunto di parlare del frabac.net, un club allora presente su Internet di sostenitori dei due telecronisti. Non esistevano ancora i social ma già v’erano contatti tra telespettatori e cronisti. Per la combinata nordica (ma da Stream) ricordiamo una gara commentata da solo da Antonio Costanzo, una mass start a Nayoro (2000/01) ed un’altra egualmente in solitaria da Reit im Winkl, nella stagione successiva, ove, invece, Puppo commenta tutta la prova di combinata da Zakopane (salto + fondo).
Terminiamo alla grande la trattazione del salto con Pietro Nicolodi, alle Olimpiadi di Salt Lake 2002, per via di un bell’aneddoto. Egli commenta per la Rai le prove di salto valide per la qualificazione alla finale a 50 del large hill. Franco Bragagna (che precedente aveva commentato il normal hill) gli lascia poi commentare anche l’atto conclusivo di quella gara. Nicolodi si occuperà anche di combinata nordica. Otto anni dopo ritroveremo Pietro Nicolodi a Sky nel commento delle prove di salto per le Olimpiadi di Vancouver, ripetendosi anche a Sochi, quattro anni dopo.
BIATHLON
Il biathlon può essere considerato una delle discipline meglio seguite in assoluto: potremmo cominciare da Calgary 1988, in particolare da Capodistria dove le prove sono commentate da Sandro Vidrih, con la partecipazione straordinaria di Mario Cotelli (talvolta presente anche Werner Kiem). Sempre Capodistria segue i mondiali 1989 da Feistritz con Sergio Tavcar e Stefano Vegliani (edizione storica non solo perchè è la prima, fuori dell’Italia ad essere diffusa nei nostri confini, ma perchè vengono mostrate per la prima volta sugli schermi italiani gare del gentil sesso). In Rai dopo una serie di commenti da studio con Franco Sitton a Calgary 1988, la disciplina passa a Giacomo Santini per le Olimpiadi 1992 e 1994. Sono gli anni in cui Telemontecarlo risponde con Maurizio Biscardi, alla presenza di Cesarino Cerise (1992) e Giacomo Mazzocchi (1994).
Per la Rai dal 1995 (mondiali di Anterselva, con Gernot Mussner al parterre per le interviste) la disciplina è seguita da Franco Bragagna; generalmente l’Ente di Stato si occupava della disciplina del poligono solo nelle gare di Anterselva (mondiali o Coppa del Mondo), oltreché nelle prove delle Olimpiadi. Quando Bragagna, non può far tutto il posto è preso dal collega di scrivania, Stefano Bizzotto (alcune gare di Nagano 1998 e soprattutto i mondiali di Oslo del 2000, unica edizione dei mondiali fuori dall’Italia seguita dalla Rai). A parte l’argento di Carrara, memorabile l’inalberarsi di Bragagna dovuto alle difficoltà di Cattarinussi (“…però questo mirino proprio oggi doveva….appannarsi”), prima ritranquillizzandosi e poi di nuovo inalberandosi ancora quando la regia abbandona l’azzurro, staccando sul russo Popov al traguardo di una gara che sarà però poi fermata per scarsa visibilità, causa tormenta di neve. La Rai, peraltro, non ha mai trasmesso frequentemente il biathlon. A Salt Lake City torna Bragagna, ma non sempre la disciplina della carabina è seguita in diretta. Necessario commutarsi sulla tv tedesca oppure aspettare la differita di Eurosport.
Ad Eurosport possiamo ricordare, negli anni di gestione Rai, un commento del compianto Franco Lauro, nella felice gara dell’argento di Carrara a Nagano 1998 e nelle due staffette, mentre Giancarlo Rossi seguì altre gare di quell’edizione olimpica, tra cui le due prove sprint. Il mese successivo ai mondiali (in anno olimpico) di Pokljuka (inseguimento) e Hochfilzen (squadre) il commento è di Giampiero Manocchia, tra i più impegnati (nelle varie discipline) in quegli anni nelle telecronache di Eurosport in gestione Rai, figlio e nipote d’arte di due grandi giornalisti giuliesi, rispettivamente Franco e Lino. Esaurito il periodo Rai di Eurosport, Manocchia continuerà ad essere nei quadri di Raisport. Lo ricordiamo in particolare ai mondiali di cross country 2001 con Attilio Monetti.
Con la successiva gestione parte nel gennaio 1999 la lunga stagione di Dario Puppo, che ha contribuito a fare uscire il biathlon da specialità di nicchia ad evento maggiormente conosciuto. Ai limiti temporali della nostra trattazione, va ricordato come fu il primo a dialogare con gli spettatori, che attraverso un indirizzo di posta elettronica si collegavano con lui. Fra questi Puppo notò un certo Massimiliano Ambesi, con interventi ultracompetenti che indussero lo stesso telecronista a provarlo come opinionista alla fine della stagione 2002/03. Nacque così la coppia Puppo/Ambesi. I mondiali di Kontiolahti nel febbraio 1999, furono un tormento per tutti, freddo glaciale e gare annullate per una settimana. Si ricorda un congelatissimo inviato della tv tedesca, Hagen Bossdorf che mostrava sconsolato il cronometro e annunciava l’annullamento delle tanto attese gare. Il freddo si attenua solo nel weekend conclusivo ed arriva un argento per l’azzurro Favre nella sprint (prima medaglia …per Dario Puppo, in una località che lo stesso telecronista lombardo definì “un frigorifero”). In ogni caso il biathlon non fa come lo sci: le gare annullate possono essere recuperate in altra località e ciò avviene nel week-end di Oslo, già candidata ad ospitare anche i mondiali 2000. Tornando ai primi anni, possiamo già notare come il telecronista lombardo sapesse esaltarsi ai 5 su 5 al poligono ed alle affermazioni perentorie, come ad esempio la staffetta di Ruhpolding del gennaio 2000 con un clamoroso en plein di Ricco Gross per la Germania, nell’ultima sessione. In quella stesso “meeting” di Coppa arrivò anche un clamoroso successo di Natalie Santer. Nel 2001, ai mondiali di Pokljuka quasi subito arriva una medaglia da Cattarinussi (n.6) nella prova sprint; non è ancora il momento di urlare cinqueeee!!! ma Puppo anche stavolta non è da meno; dopo aver seguito in silenzio la prova del friulano….alla conclusione della “intonsa” sessione in piedi, Puppo afferma “….E’da un po’ che non lo dico!, Pazzeeesco!!!, Cattarinussi ha già prenotato il podio, che facciano quello che vogliono, oggi non ce n’è!!!”, un sogno d’oro al sabato mattina durato alcuni minuti finchè Rostovsev (n.50) non ci risveglia (“mamma mia, arrivano i primi guai”.). Ma è pur sempre un argento che resterà a lungo nella memoria italiana, per via di risultati che pian piano vanno a diradarsi. Nella domenica di chiusura, l’incredibile crisi in seconda frazione di staffetta. del tedesco Morgenstern sottolineata da Puppo con un “mamma mia, mamma mia, il tedesco non riesce più a camminare, non ho mai visto una cosa simile, sembra uno sciatore della domenica che si è dimenticato di mettere la sciolina sotto gli sci….”
In alcune occasioni della stagione 2001/02 al microfono del biathlon è anche Luca Reboa, più generalmente telecronista delle gare da budello, ad esempio le gare individuali di Pokljuka e la sprint maschile da Brezno-Osrblie.
Va segnalato come già nei primi anni duemila, il biathlon abbia sofferto su Eurosport, il debordare delle prove tennistiche degli Australian Open della prima settimana. Esisteva (in quegli anni) un solo canale Eurosport ed è sovente capitato che nel week end di Anterselva alcune telecronache dirette siano cominciate in ritardo oppure “degradate” a differita. Del resto la filosofia internazionale di Eurosport era quella di voler concludere un evento seguito dall’inizio, nonostante il suo protrarsi e con buona pace dei furibondi appassionati.
Alle Olimpiadi del 2002, la grafica del biathlon quasi assomiglia a quella della playstation, parole di Dario Puppo, nel commentare le gare in differita per Eurosport, che in quella occasione ha nel logo la scritta 24hrs.
SNOWBOARD
Lo snowboard è specialità olimpica meno recente. Prima del debutto olimpico si ricorda un gigante di Coppa del Mondo Fis a Bardonecchia (stagione 1995/96) con il commento di Andrea Fusco (opinionista Peri), per Eurosport/Tgs Rai.
A Nagano 1998 commento di Lorenzo Lucianer per la Rai (e subito arriva un argento con Prugger) sia per lo slalom che per l’half pipe; Giancarlo Rossi si occupa della disciplina per Eurosport, targata Rai.
Non ci sono telecronache Rai per i mondiali 1999 a Berchtesgaden ma si può sopperire con la tv tedesca oppure con Eurosport (non in lingua italiana). Da ricordare un’esibizione canora della francese Isabelle Blanc alla tv tedesca: neanche cinque minuti dopo aver perso l’oro contro la nostra Marion Posch, le porgono una chitarra e lei canta “What‘s up” delle “4 Non Blondes”.
Da citare Lino Depalo nella stagione 1998/99 per Eurosport e nelle stagioni successive (ancor più in abbondanza) per le gare di Coppa del Mondo di Stream (che venivano trasmesse alcuni giorni dopo lo svolgimento). Curioso quel Kaltschuetz (atleta austriaco dello slalom) ripronunciato da Depalo in Kastelschuetz.
In quella stagione le finali di Coppa del Mondo su Italia1 da Plan de Corones sono invece commentate da Martina Maestri.
Ai mondiali 2001 (Madonna di Campiglio) e alle Olimpiadi 2002 di Salt Lake i telecronisti sono Lorenzo Lucianer per Raisportsat e il già citato Lino Depalo per Eurosport (che in semifinale del gigante parallelo attribuisce una qualificazione alla finale al francese Bozzetto; in realtà si trattava dell’elvetico P.Schoch).
Vanno segnalate nel tempo partecipazioni alle telecronache anche di: per la Rai di Davide Novelli e di Franco Bragagna (ad esempio in una prova italiana di snowboardcross per le reti generaliste); Antonio Costanzo e Dario Puppo (gemelli di telecronaca, almeno nei primi anni degli sport invernali su Eurosport).
FREESTYLE
Altro sport giovane che tuttavia già nel marzo 1976 a Cervinia ha un suo battesimo in Tv con la nomenclatura di campionato mondiale di sci acrobatico (altrimenti definito hot dog). Il microfono è di Guido Oddo.
Per l’investitura olimpica si devono aspettare le Olimpiadi del 1992 per le sole gobbe, dove non ci sono prove commentate in italiano, ma nelle vaste zone d’Italia che ricevono France 2 si possono seguire le finali con lo storico oro francese di Grospiron per la gioia dei cugini d’oltralpe.
Alle Olimpiadi 1994 latita ancora la Rai, ma c’è Tmc con le sue sintesi pomeridiane. Si alternano nei commenti Guido Oddo (che, lo ricordammo, definì la pista delle gobbe come un enorme dolce di panna montata) e Ugo Francica Nava.
Gobbe olimpiche 1998 con il commento di Mimmo Fusco per Eurosport Rai; grazie a Telecapitol che rigira in varie zone d’Italia il segnale della Tsi2 assistiamo anche alla telecronaca ticinese di Dionisio sia per le gobbe, sia per gli aerials. Per la Coppa del Mondo 1997/98, nel dopo Nagano è di Franco Lauro per la Coppa del Mondo, il commento delle gobbe da Hundfjellet (per Eurosport Rai).
Per la prima stagione di Stream 1999/00 le telecronache della disciplina sono di Luca Reboa. Nella stagione di Coppa del Mondo 2001/02, alcune agili sintesi di gara sono date da una tv semisconosciuta: White and Green, commento di Zoran Filicic. Alle Olimpiadi Zoran (come lui salutava i telespettatori, ….”scognomandosi”), segue le gobbe femminili per Eurosport, mentre per la stessa emittente europea le gobbe maschili ed entrambi gli aerials sono seguiti da Ettore Miraglia.
Curiosa la finale olimpica delle gobbe maschili su Raisportsat con Lorenzo Lucianer: vengono mostrate tutte le discese dei finalisti, salvo gli ultimi tre. Non ci si dovrebbe ormai meravigliare più di niente, con la mamma Rai, ma stavolta c’è un risvolto comico: la linea non passa ad altri sport ma rimane per oltre tre minuti un cartello con i programmi del giorno…giusto il tempo in cui avrebbero mostrare la fine della prova e i festeggiamenti al traguardo.
Non possiamo chiudere senza far far urlare cinqueeee a Dario Puppo (fondo, salto & combinata, biathlon, snowboard, freestyle). Lo troviamo anche nel freestyle, prima che finisca il 2002, nelle prove delle gobbe da Sauze d’Oulx!!
— LUCIO CELLETTI
Supporto tecnico e grafico di Monica Celletti
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