Slalom fra le memorie dello sci in tv – 1956-2001

Sci alpino: microfoni e meteore

Stavolta ci occupiamo di quei giornalisti provenienti da altre discipline che si sono occupati di sci alpino per ragioni del caso o per occasionali necessità di redazione. Ne escono nomi noti e meno noti, ma anche situazioni imprevedibili o curiose. 

GIORGIO MARTINO

Cominciamo da uno dei casi forse più famosi; in occasione delle Olimpiadi di Innsbruck 1976, causa la già ricordata indisposizione di Guido Oddo, la telecronaca della prima manche dello slalom gigante, è curata dal tubo da Giorgio Martino. E’ una manche, quella di Innsbruck, ricordata per l’illusorio dominio di Thoeni. La seconda manche, il giorno dopo, sarà invece affidata ad Alfredo Pigna, sul posto e vedrà ben altro risultato, ahinoi. Giorgio Martino, telecronista poliedrico emerso dal concorso Rai di fine anni sessanta, ha commentato molteplici sport, soprattutto calcio, ciclismo, nuoto, pallavolo; per lo sci, inviato nel 1970 ai mondiali in Val Gardena, fu ascoltato anche per gli sport invernali a Sapporo 1972. E’ ricordato ancora per la trasmissione Eurogol in coppia con Gianfranco De Laurentiis. Martino ha rappresentato, come tanti, la professionalità fatta persona, interpretando il suo lavoro al servizio pubblico dei telespettatori. Finita la carriera in Rai, è andato a dirigere Roma Channel.

LUCA  LIGUORI

Restando ad Innsbruck 1976, possiamo annoverare un altro unicum. Lo slalom femminile è commentato da Luca Liguori, inviato per Dribbling. L’unicità di questo intervento telecronistico merita un breve profilo sul giornalista, presentatore, in precedenza, della famosa trasmissione radiofonica chiamate Roma 3131, in coppia con Paolo Cavallina. Era talmente noto grazie a questo programma, antesignano della radio e della televisione di oggi, al punto che gli mandavano lettere intestate a “Luca Liguori, ovunque egli sia…”, recapitate regolarmente dal portalettere che sapeva di poterle portare a Via Asiago. E’ cresciuto con lo spirito in pectore del radiocronista: da bambino si divertiva a “commentare” le corse con le coppette dei gelati, poi nel 1944, mentre “seguiva” in diretta a casa un vero bombardamento a Milano, gli cadde uno specchio addosso. Risvegliandosi all’ospedale capì di essere entrato nello spirito di guerra dell’inviato che poi fece per anni. In Rai dal 1953, prima a Milano, poi a Roma fino alla pensione (con un periodo negli Usa), aveva commentato in radio le Olimpiadi del 1960 e del 1968 (lotta, equitazione, sollevamento pesi) e tutte le grandi imprese spaziali (Luna 1969 in primis). Si narrò all’epoca che era stato l’unico ad intervistare Indira Gandhi, inviandole un mazzo di rose ed una cassetta con la sua voce calda. Di lui si vociferò anche di una sua conduzione della Domenica sportiva nel 1974 (per intenderci, nell’anno in cui invece fu designato Paolo Frajese). Quell’unica fatica telecronistica a Innsbruck 1976 di Liguori può essere ricordata anche per la splendida medaglia di Claudia Giordani, un argento storico al femminile. Liguori passerà al Gr2 e spesso lo ritroveremo impegnato come inviato del tennis, disciplina che aveva commentato anche negli anni sessanta.

JAS GAWRONSKI

Sempre ricollegandoci alla metà degli anni Settanta, va ricordato un collegamento in Nordamerica, per la radio, che ha per corrispondente, per le gare di Copper Mountain del marzo 1976, Jas Gawronski, figlio di un diplomatico polacco, segretario dell’ambasciatore di Polonia a Roma, poi ambasciatore polacco presso la Santa Sede e nipote materno di Alfredo Frassati, direttore della Stampa per un quarto di secolo. Non deve stupire, dopotutto, l’incursione di un emerito giornalista politico nel campo dello sci alpino, in quanto egli aveva partecipato negli anni Sessanta ad alcune gare del campionato giornalisti.

PAOLO GIANI 

Cimenti rapidi per Paolo Giani, giornalista del Tg1 che ha cominciato con lo sport: a Sarajevo 1984 commentava (nel pomeriggio) il riepilogo delle gare mattutine. Giani, diventerà volto famoso, conducendo il Tg1 e presentando alcune edizioni di Uno Mattina. Ma in certi periodi seguirà anche lo sci per la Domenica sportiva (su tutti ci piace ricordare il servizio dopo il primo successo di Ghedina in Coppa del Mondo, a Cortina, nella trasmissione del 4 febbraio 1990).

 

MARCO FRANZELLI 

Rimaniamo al Tg1; è la volta di Marco Franzelli. Solo cinque sciatori commentati per lui ma nella gara massimamente passata alla storia. Stiamo parlando di quei dieci minuti in cui venne fermato il Festival di Sanremo, il 27 febbraio 1988, allorché Tomba lottava per la vittoria in slalom. Furono mostrate con commento a cura del Tg1, le discese di Gstrein, Frommelt Tomba, Nilsson e Woerndl. Una telecronaca ad uso sanremese, parallela a quella che stava andando su Raitre, col il commento di Alfredo Pigna. I responsabili dello spettacolo canoro pensarono che collegarsi dal Canada  non avrebbe permesso un contatto diretto con Sanremo, in caso di possibile soste o lungaggini di gara, che la competizione ligure non poteva consentirsi. Franzelli è stato il telecronista dell’atletica del dopo Rosi, ma nel 1992 volle scegliere il Tg1 alla Testata Giornalistica sportiva, abbandonando le telecronache. Una scelta che ha nobilitato le trasmissioni del Tg1 ma che ci ha privato di un potenziale grande telecronista (soprattutto per la Formula Uno, visto che Mario Poltronieri era prossimo alla pensione). In ogni caso ai tempi della Domenica sportiva in gestione Tg1, preparò innumerevoli servizi sulle gare domenicali dello sci alpino.

FLAVIA FILIPPI

Inseriamo in questa lista, anche Flavia Filippi, la bella e brava giornalista di Tmc, ex tennista, più che altro per un servizio storico, un documento unico riguardante Alberto Tomba, la vittoria di Are nel 1988 in slalom, la sola del nostro fuoriclasse non coperta da diretta. La Filippi (che alle Olimpiadi di Calgary aveva introdotto i collegamenti degli studi di Piazza della Balduina a Roma) sarà anche al parterre delle Olimpiadi di Lillehammer, mettendosi in luce per le interviste e la fluente conoscenza della lingua inglese. Passerà poi alla redazione generalista di Telemontecarlo, prima e di La 7, poi. Ma ci piace ricordare, tra i suoi trascorsi sportivi, le interviste ai grandi campioni dell’atletica (compreso Micheal Johnson cui gli chiese se lei le fossa antipatica, visto il freddo rispondere del fortissimo velocista). Il ruolo di intervistatrice a caldo è stato ripreso da moltissime altre colleghe, nessuna con la stessa spigliatezza nel tradurre. Si è occupata  anche della crisi ippica del 1999, seguita per Tmc. Confessiamo che ci sarebbe piaciuto vederla anche negli anni duemila intervistare ancora i campioni dello sport, nelle grandi rassegne.

SERGIO TAVCAR                            

Di Sergio Tavcar, di Telecapodistria, abbiamo già detto che commentò una prova di combinata alpina alle Olimpiadi e nulla più, per motivi di sovraffollamento. La sua indole riguardava più gli sport di squadra e gli sport invernali di resistenza. Ma un cimento nell’alpino da parte del re del basket sulla tv istriana non può non essere ricordato, seppur in modo generico. In ogni caso vi rimandiamo all’undicesimo capitolo per rivivere gli splendori di Telecapodistria.

LA EGERSZEGI SFIDA…. SPAMPATTI               

Non risulterebbero aver fatto telecronache (nemmeno occasionali) famosi anchormen della domenica o delle pagine sportive dei telegiornali, Giampiero Galeazzi, Gianfranco De Laurentiis, Maurizio Vallone, Mario Poltronieri e Bruno Pizzul. Per tutti solo servizi per le rispettive testate. E’ tuttavia molto curioso il modo cui fu mostrata la discesa di Colturi a Kizbuehel, nel gennaio 1991, in un piccolo riquadro in basso a sinistra, mentre sono in corso i mondiali di nuoto a Perth; a schermo grande la 4×100 mista femminile. Proprio Bruno Pizzul dagli studi di Milano si interpone all’audio natatorio di Giorgio Martino per annunciarne la prova. Il giorno dopo un secondo francobollo per la prima manche dello slalom dalla stessa località, con la discesa di Spampatti mentre va in scena la finale dei 200 dorso femminili vinti dalla magiara Egerszegi (foto sopra).

MARIO MATTIOLI 

Risale alla discesa di Lake Louise 1992/93 l’unicum di Mario Mattioli, in commento dal tubo. Lo stesso conduceva dagli studi di Roma, per gran parte degli anni Novanta, gli studioli di annuncio gare ed intervenne occasionalmente nel corso dello slalom di Haus in Ennstal per dare ad Ivana Vaccari un’informazione su di un’inforcata della Mutter, non mostrata al rallentatore. Cresciuto a Teleregione Roma (sue le prime telecronache del calcio brasiliano a fine anni Settanta), l’avvocato ferrarese (un passato da decatleta) è emerso in Rai commentando soprattutto il pugilato, il tiro a volo e il calcio, con un’incursione nell’atletica ai mondiali indoor del 1995 (sport commentato anche a Teleregione; si ricordano gli assoluti di atletica 1979 con “opinionista” addirittura il comico Oreste Lionello). Alle Olimpiadi di Albertville aveva introdotto i collegamenti degli studi della Tgs, estendendosi alla cronaca di alcune prove di pattinaggio veloce.

MATTEO PACOR               

Non certo una meteora del parterre, ma della cabina si. Nelle nostre puntate di Telesciando lo abbiamo più volte ricordato quando Gattai lo chiamava ed alcune volte lo invocava perché Matteo delucidasse il cronista ed i telespettatori di cosa stesse avvenendo in zona traguardo. Stavolta vorremmo ri-ricordare (lo abbiamo fatto nel sedicesimo capitolo dedicato ad Andrea Prandi)  quella volta in cui ha commentato lo sci alpino, nelle finali della Coppa del Mondo a Vail 1994. Una telecronaca con doppio giornalista (Prandi-Pacor) quasi mai si è avuta nel corso della storia della Tv (dovremmo tornare ai mondiali 1958 con Paolo Rosi e Rolly Marchi). Matteo Pacor (come abbiamo già ricordato, figlio di Aldo Pacor, penna storica della neve e non solo, per il Corriere dello sport e Repubblica), seguiva da ragazzo lo sci al seguito di suo padre. Ha iniziato in Tv grazie al telecronista ticinese Libano Zanolari. Infatti lo troviamo come collaboratore della TV Svizzera Italiana per un paio d’anni dal 1989. E’passato poi a  TV Koper-Capodistria, trasformatasi poi in Tele +2 fino al 1992/93. In seguito gli anni di Tmc fino al 1997, con un successivo biennio a…Mediaset. Vale la pena ricordarlo anche come conduttore di “Water Ski Magazine”, rubrica della Federazione Italiana Sci Nautico. Oltre i nostri anni di pertinenza, va ricordato ad esempio come Producer e Coordinatore Editoriale per SKY Sport. Ma Matteo è anche l’imperatore delle statistiche applicate allo sci, grazie al suo SKI-DB. Il progetto nacque prima ancora del web, nel 1989, inizialmente aveva il nome di Skibox. Cominciando con le raccolte statistiche di papà Aldo e con i report ufficiali, Fis il sito è diventato un massimo punto di riferimento per gli addetti ai lavori ed un’autentica Bibbia per tutti.

FRANCO BRAGAGNA

Il non plus ultra dei telecronisti sportivi (classe di ferro 1959, IN FOTO DI COPERTINA), poteva diventare il telecronista dello sci alpino, ai tempi della direzione Bartoletti. Franco Bragagna non era ancora il re dell’atletica e dello sci nordico, ma si era messo in luce commentando in televisione l’hockey su ghiaccio per Telemontecarlo, dapprima i mondiali B del 1987, poi ancora le Olimpiadi di Calgary. Passato in Rai, aveva precedentemente seguito (tra il 1992 ed il 1994) lo slittino, la combinata nordica, il salto, lo short track ed il pattinaggio veloce. A Barcellona ‘92 l’atletica in radio con il concittadino Ettore Frangipane. Fu inviato per la tv in cabina a Kranjska Gora nel primo week-end di gennaio 1995, in pieno dominio di Alberto Tomba in Coppa del Mondo, dopo essere stato al parterre in Val Badia del dicembre 1994 (dovendo….praticare, in quell’occasione, la corsa veloce per rincorrere un Alberto Tomba, ebbro di entusiasmo, dopo il ritorno alla vittoria in gigante). Nella seconda manche del gigante di Kranjska Gora, anche due grandissimi come Bragagna e De Chiesa non sono aiutati dalla grafica che riporta i tempi di Christian Mayer, uscito a poche porte dalla fine e non quelli di Strand Nielsen, il vero avversario da battere. La gara in Slovenia resta quindi un cameo per Bragagna (o se preferite un regalo della Befana agli abbonati Rai, vista la data), anche se nel 2008 alcune voci insistite sul web ipotizzavano un passaggio allo sci alpino, finita l’era Rai di Carlo Gobbo, prima di quella di Davide Labate.

MARCO MAZZOCCHI

Nell’ultimo anno a gestione Rai di Eurosport, va ricordata una discesa libera per Marco Mazzocchi, (figlio di Giacomo, telecronista storico di Tmc, nelgi sport invernali soprattutto il depositario della splendida staffetta di Lillehammer nel fondo): Marco commentò da solo per Eurosport versione Tgs Rai la discesa a due manche di Kitzbuhel nel gennaio 1998, tenendo a battesimo un campione elvetico alla prima vittoria, Didier Cuche. Va detto che in quella stagione le telecronache in italiano per Eurosport erano ammesse solo per le gare in Svizzera, Germania e Austria, mentre le prove che si svolgevano in tutte le altre nazioni le gare erano trasmesse in lingua straniera. Per gli sport invernali si ricorda un suo cimento anche alle Olimpiadi di Nagano nel salto per la combinata.

AURO BULBARELLI

Sempre per Eurosport in versione Rai, si ricordano dei cimenti con Mario Cotelli di Auro Bulbarelli nell’inverno 1997/98, nella seconda discesa di Wengen il 17 gennaio 1998, in uno slalom a Kitzbuhel la settimana dopo ed in uno slalom femminile notturno da Saalbach nello stesso anno, appena dopo Nagano. Bulbarelli, mantovano, figlio di Rino Bulbarelli (storico giornalista di grande spessore), esordiente in Rai nel 1990, diventerà la prima voce del ciclismo dal 2000 al 2009, prima di diventare Vice-Direttore di Raisport dal 2009 per alcuni anni (dando vita a quella macchina da guerra di Raisport2 con riproposizioni di memorie ineguagliabili) e poi Direttore della stessa testata dal 2018. Si ricorda, a livello di sport invernali, il commento del salto con gli sci da Pragelato alle Olimpiadi di Torino 2006. Seguendo le orme del grande De Zan, a lui sono legate epiche imprese di ciclismo, commentato, prima di salire sul palco, in motocicletta. Storica quella tappa del 1999 (discesa del Mortirolo) in cui scese dalla motovettura per proteggere il ciclista Codol, pericolosamente esanime ai bordi della strada, in posizione pericolosa per lui e per chi sopraggiungeva. Ha commentato a più riprese il biliardo succedendo a Franco Trandafilo.

GIAMPIERO MANOCCHIA

Tra gli intervenuti da studio per mancanza audio si segnala quello di Giampiero Manocchia ad inizio stagione 1994/95 nella discesa femminile di Vail, proprio mentre scende la vincitrice Hilary Lindh. Erano gli anni in cui ancora lo sci era seguito su Raduno. Il trionfo di Ghedina a Kitzbuhel 1998 è legato egualmente a Giampiero Manocchia, tra i più impegnati (nelle varie discipline) in quegli anni nelle telecronache di Eurosport in gestione Rai. In quella gara austriaca, verosimilmente, Giampiero Manocchia commentava a Roma e Mario Cotelli a Milano. Quella prova risulta storica non solo per il successo azzurro ma perché il tracciato era diverso dal tradizionale. Per via della poca neve, gli organizzatori avevano avuto problemi a preparare la parte finale dall’Hausberkante, facendo girare il tracciato intorno alla pista di slalom, con una curva secca verso la pista Ganslern. Tra l’altro Ghedina ebbe modo di sentire lo speaker di gara sottolineare la sua prova con uno jawohl; questo lo indusse ad una massima concentrazione per affrontare al meglio la curva finale e riportare la gara. Per padre e per zio, Giampiero aveva due grandi giornalisti giuliesi, rispettivamente Franco e Lino, quest’ultimo corrispondente radiotelevisivo Rai dagli Stati Uniti. Finito il periodo Rai di Eurosport, Manocchia continuerà ad essere nei quadri di Raisport, in particolare con il merito di fornire, fino al 2009, importanti servizi sulla storia del Giro d’Italia con riproposizioni di immagini rare (uno su tutti, il filmato di Bitossi vincitore a Lubiana nel 1971).

LORENZO  CAFFÈ   

Sempre per lo stesso filone Eurosport/Rai possiamo parlare di Lorenzo Caffè, frequentemente impegnato con Mario Cotelli nella stagione 1997/98. Si ricordano varie telecronache del 1998 come ad esempio il gigante di Saalbach che di fatto ospitò l’ultima grande recita di Alberto Tomba tra le porte larghe, nel classico passaggio di consegne con Hermann Maier, l’altra classica delle porte larghe ad Adelboden, la prima discesa di Wengen, un po’ tutte la finali di Coppa del Mondo a Crans Montana. E’stato prima voce anche alle Olimpiadi di Nagano 1998, sempre con Cotelli, ma va detto che la scelta editoriale di Eurosport, quell’anno, era quella di trasmettere lo sci alpino in differita, quindi le telecronache erano meno seguite perché già viste sui canali Rai.

CRISTINA FANTONI             

Di Cristina Fantoni, nativa di Bologna, vanno menzionate due gare di Altenmarkt (libera e superg femminile) commentate insieme a Ninna Quario per Telemontecarlo), dal momento che il titolare di ruolo nell’emittente monegasca, Andrea Prandi, era intento a commentare nello stesso giorno una corrispondente gara maschile a Veysonnaz. Due sole telecronache in quella stagione per Cristina….però nello stesso giorno. In quella stagione Tmc aveva solo i diritti di gare in Germania, Austria o Svizzera ed era raro che si gareggiasse in un week-end solo in quelle due nazioni. Nella stagione 1998/99 la ricordiamo (stavolta con Carlo Gerosa) nello slalom notturno femminile di Berchtesgaden. In ambito bianco la Fantoni aveva precedentemente curato il parterre dei mondiali del Sestriere 1997 (seguendo in futuro anche Vail 1999) e commentato il salto con gli sci ai mondiali nordici di Trondheim, sempre nel ’97,  qualche settimana dopo. Nel 2002 ha sposato Carlo Vanzini, il noto telecronista di sci alpino e  di automobilsimo.

PIETRO NICOLODI

E’ incredibile come la Rai si sia lasciata scappare Pietro Nicolodi. E’ nostra opinione che il posto dello sci alpino femminile in Rai nei primi anni Duemila nel post Ivana Vaccari dovesse essere suo. Di lui si ricordano un gigante in 4 manche a Plan de Corones e lo slalom gigante del Centenario Gazzetta 2001 (con Paolo De Chiesa), oltre ad un paio di gare di Coppa Europa da Obereggen. Ricordando, sempre a livello di sport invernali, il suo commento del salto con gli sci a Salt Lake 2002 (vissuta con l’entusiasmo del neofita, al punto che egli ancora ricorda il primo campione incontrato all’aeroporto, il mitico saltatore Toni Innauer). In quell’Olimpiade commentò la finale del salto large hill grazie a Franco Bragagna che gli concesse una grande occasione di ascoltabilità. Va segnalato anche l’esordio, come cronista di Hockey nelle radio e tv private (Video 33) e poi come collaboratore alla Gazzetta dello sport (da fine anni novanta fino al 2001). È diventato uno dei migliori telecronisti di Sky, riascoltato negli sport invernali (ma non nello sci alpino) alle Olimpiadi di Vancouver 2010 e Sochi 2014. Nel 2012 è stato (sempre su Sky) il telecronista olimpico della scherma, disciplina commentata anche per Raisport (mondiali da L’Avana del 2003).

STEFANO BIZZOTTO

Restando a Bolzano, un impegno minore anche per Stefano Bizzotto, re del calcio in Rai, nei primi anni Duemila; solo un paio di gare dei campionati delle truppe alpine (insieme ad un opinionista d’eccezione, il fondista Marco Albarello, peraltro sciatore d’alpino in gioventù). Aveva peraltro seguito dal parterre alcune gare nel 1997 (in specie i mondiali al Sestriere e nel 1998), non avendo eguali nelle interviste ai tedeschi. Come ha raccontato in una trasmissione web per Sportinmedia, quasi un anno fa, il suo primo ricordo olimpico cosciente, da bambino, è stato l’oro di Franco Nones a Grenoble 1968. Ha cominciato lavorando all’Alto Adige e poi alla Gazzetta dello Sport. A livello invernale olimpico Bizzotto ha commentato soprattutto slittino (come cantore di due ori olimpici di Armin Zoeggeler), short track e pattinaggio veloce (più il biathlon ai mondiali di Oslo 2000). Oltre a tanto hockey su ghiaccio. Anche lui deve l’opportunità di aver cominciato a seguire i vari sport invernali a Franco Bragagna, concittadino che (a Nagano 1998) non poteva commentare tutto e che individuò davvero l’uomo giusto. Non si può egualmente non ricordare il tiro ad Atlanta 1996, commentato da veterano, nonostante avesse saputo di dover seguire la disciplina appena un mese prima. E poi i tuffi seguiti dopo la pensione di Gianni Vasino, anche qui con un preavviso di appena 15 giorni, su invito di Eugenio De Paoli. Una nomina per affinità bolzanese con Dibiasi e Cagnotto (che conobbe a Bolzano, fermandolo da cittadino comune e dicendogli qualcosa come “Io sono quello che commenterà i tuffi ad Atlanta”). Del resto, lo ricordammo, un altro grande bolzanino, Ettore Frangipane, aveva debuttato nello sport proprio con i tuffi.

GLI SPEAKER DI CORTINA E SESTRIERE 2000    

Causa sciopero dei giornalisti la discesa di Cortina del gennaio 2000 e la prova di slalom del Sestriere del dicembre 2000 vanno in onda sulle reti Mediaset e su Stream Tv, senza il commento televisivo. In particolare nella prova del Sestriere si ode nitidamente lo scambio di commenti dei due speaker di campo in quella prova vinta da Buraas (squalificato Schilchegger). Precedentemente si ricordano anche altre occasioni di gare seguite senza commento come ad esempio l’ultimo sabato di Coppa del Mondo 1994 (gigante maschile di Vail per Rai e Tmc).

 


 

Pur uscendo fuori dal periodo che stiamo trattando crediamo giusto aggiungere altri nomi, in quanto non riteniamo ci siano tante “meteore” per imbastire un capitolo nella prossima edizione.

DAVIDE NOVELLI

E’ stato per un lungo periodo successivo il telecronista dello sci alpino femminile. Entra in questa rubrica solo come meteora per le gare maschili, commentando un gigante dalla Val d’Isere, da Roma.

ALESSANDRO FABRETTI

Un impegno unico ma storico per Alessandro Fabretti, ciclismo, tennis, equitazione, figlio del grande giornalista radiofonico, Gilberto Fabretti, colonna del Gr2. Ciò avvenne in occasione del primo successo di Giorgio Rocca a Wengen (gennaio 2003). Una telecronaca molto personale, ci ricordò nell’occasione lo stile di Andrea Prandi di Telemontecarlo.

ARIANNA SECONDINI

In tempi più recenti, ma solo per interruzioni audio, è intervenuta Arianna Secondini, talvolta impegnata come inviata alle grandi manifestazioni dell’alpino o negli studi Rai a presentare le gare. Nelle poche occasioni in cui l’abbiamo sentita, è sempre stata all’altezza della situazione. La sua  specialità di elezione è il pattinaggio artistico, che commenta brillantemente da una decina di anni. Chiudendo con un gossip, vi precisiamo che è la moglie di Dario Di Gennaro (telecronista della pallanuoto e del calcio), ringraziando l’amico March Moccia che ha ci fatto conoscere questo connubio sentimentale nato a Raisport.

LUCIO CELLETTI

Supporto tecnico e grafico di Monica Celletti

GRAZIE DELL’ATTENZIONE      

Tutti gli articoli sono stati sottoposti ad accurata verifica. Qualora tuttavia i lettori rinvenissero, data la vastità della materia, imperfezioni, refusi o scherzi della memoria, sono pregati di volerli segnalare. E’ comunque gradito qualsiasi intervento di commento, di critica, di suggerimento.

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2 commenti

A proposito di Flavia Filippi, ricordo nitidamente una sua intervista al lunghista statunitense Mike Powell durante le olimpiadi di Barcellona del 1992. In diretta, Powell rispose alle ultime due domande della Filippi aggiungendo al termine della prima risposta la frase “I want you now” e al termine della seconda la frase “I love you”. Esilarantissimo!

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