Slalom fra le memorie dello sci in tv – 1956-2001

Ivana Vaccari: un’emiliana a Roma

LA SCARSITA’ DI DONNE NEL RUOLO SPECIFICO

Prima di addentrarci sulla carriera di Ivana Vaccari, telecronista Rai di Deborah Compagnoni, Isolde Kostner, Sabina Panzanini e non solo, abbiamo la necessità di capire perché il mondo dei telecronisti conta così poche donne. Qualcuno potrebbe dire che attualmente ce ne sono. Niente affatto, l’opinione social-mediatica è spesso portata a confondere prime voci ed opinioniste, giornaliste che tendono più allo spettacolo e giornaliste pure, intervistatrici da parterre e narratrici, volti televisivi da studio e voci che si collegano per descrivere la gara. Ovviamente ogni ruolo ha piena dignità (tant’e che la nostra protagonista è stata innumerevoli volte anche intervistatrice da parterre ed anchorwoman da studio), ma in realtà sono tutte orientate alle interviste, ai servizi o alle conduzioni.

Di donne che narrano gli avvenimenti, che vivono le emozioni e le tensioni della diretta ce ne sono davvero molto poche. Per essere telecronista serve, a nostro avviso, un triplo requisito: prima voce, giornalista puro/a, narratore/trice di eventi. Noterete quindi che di donne in possesso delle tre prerogative ve ne sono poche. La ragione sta forse nelle origini scarsamente culturali presso di noi. Se negli anni settanta in Francia c’era l’ex atleta Marie Christine Debourse per le telecronache di Tf1, in Italia ci si stupiva delle poche giornaliste che si affacciavano soprattutto nelle tv private, per un interesse quasi maschilmente pruriginoso e comunque limitato solo al nostro sport preponderante, il calcio.

 

AGONISMO NEL DNA

Negli Anni Ottanta il fenomeno delle giornaliste che si affacciano allo sport è maggiore: la logica opinabile è quella di mettere giornaliste brave ma soprattutto belle, in nome dell’audience. In un’ottica diversa possiamo invece inquadrare Ivana Vaccari, giornalista di bella presenza, indubbiamente, di portamento notevole, ma soprattutto brava, con lo slancio della praticante sportiva, dieci anni di nuoto agonistico (soprattutto da farfallista), tennista per passione, subacquea, sciatrice da campionato mondiale giornalisti. In Rai dalla fine degli anni settanta, ha vissuto a Modena i suoi primi anni, trasferendosi a Roma da bambina al seguito di papà Emer; dopo aver frequentato il glorioso liceo classico Mamiani di Viale delle Milizie in Roma (stessa scuola, in passato, tra gli altri, di Vittorio Veltroni e Mario Ferretti) ed aver successivamente conseguito una laurea in lettere e filosofia, entra in Rai tramite concorso e subito si evidenzia agonisticamente (per le insegne dell’azienda), nel marzo 1979 ottenendo il secondo posto in slalom gigante ai mondiali giornalisti a Kranjska Gora, ben comportandosi anche agli italiani di categoria a San Sicario. Nel mondo agonistico dello sci per giornalisti si metterà in luce varie altre volte: citiamo ancora un titolo per tutti, il mondiale a Verbier nel 1981 in slalom gigante.

Studio italiano di Calgary 1988: Ivana Vaccari con Franco Sitton

ARRIVO ED ESPERIENZE AL TG3 SPORT

Siamo tra la fine degli anni Settanta e i primissimi anni Ottanta: Ivana Vaccari (assegnata inizialmente alla sede Rai di Pescara) è la prima giornalista ad condurre il Tg regionale dell’Abruzzo, il 15 dicembre 1979, primo giorno di Raitre; in seguito continua come inviata per gli esteri e per la cronaca; segue il trasferimento a Roma ed il passaggio alla redazione sportiva del Tg3 (con Aldo Biscardi) in particolare per condurre le trasmissioni su Los Angeles 1984, mostrando subito una brillantezza di linguaggio ed una competenza non comune, soprattutto nelle conduzioni da studio per il Roland Garros 1985. Non solo sport per Raitre: ad inizio 1984, ci par di ricordarla all’interno di una trasmissione della terza rete dal titolo “3 sette”, in onda alle 20,30 con un’inchiesta sul mondo e sui protagonisti dei fotoromanzi; nell’estate del 1985, si ricorda per esempio una sua telecronaca da Piazza del Campidoglio in Roma, per la manifestazione organizzata dai Parlamentari italiani contro la fame, per condannare ogni forma di olocausto. C’è anche chi vorrebbe vederla in telecronaca dello sci alpino dopo la pensione di Guido Oddo; intanto Ivana presenta per lo sport del Tg3 una rubrica sul Football americano e nel 1986 passa alla conduzione di Domenica Gol (trasmissione domenicale di Raitre). Ed ancora Tg3 Derby (il Tg di rete dello sport). In quell’epoca mentre altre giovani coetanee si occupano di sport senza nascondere di voler tendere allo spettacolo, Ivana affronta la carriera da giornalista pura senza dover pensare ad aspetti frivoli ma sempre occupandosi dei riflessi tecnici e agonistici. Senza disdegnare di gareggiare sempre per i giornalisti nello sci alpino; curioso il derby delle nevi del Tg3 in un campionato italiano a Courmayeur del 1986 dove Ivana Vaccari precede Paola Sensini. Arrivano poi le telecronache di tennis negli spazi….che gli lascia Giampiero Galeazzi oppure come bordocampista. Alle Olimpiadi di Calgary conduce varie trasmissioni da studio per le prove olimpiche, spesso in compagnia di Franco Sitton. Sempre alla fine degli anni Ottanta ci sono varie trasferte di sci, ad esempio le gare femminili italiane di Coppa del Mondo del dicembre 1988, al parterre della zona traguardo. Nel 1989 presenta gli Oscar dello sport da Saint Vincent con Adriano De Zan e Aldo Biscardi. Tra i prodromi del suo passaggio alle telecronache, la trasmissione “A tutta neve” del venerdì pomeridiano di Raitre. Questi sono solo alcuni dei suoi impegni anni Ottanta/primissimi anni novanta.

 

DEBORAH COMPAGNONI DAL BATTESIMO DA PODIO ALL’ORO OLIMPICO

Nel 1991 avvengono due fatti decisamente diversi tra loro; da un lato il collega Furio Focolari (con la pensione di Alfredo Pigna) deve passare stabilmente al commento dello sci maschile, dall’altro (a fine anno) cresce l’interesse per le telecronache femminili per l’esplosione di Deborah Compagnoni  e una discreta squadra femminile con Bibiana Perez, Morena Gallizio, Lara Magoni, Barbara Merlin. Arriveranno poi Sabina Panzanini ed Isolde Kostner. Da notare (ringraziando Fabio Stellato che ci ha ricordato questo aspetto) come nelle stagioni della Testata Giornalistica sportiva della Rai, Ivana effettuò, in alcune occasioni, anche dei collegamenti radio per dei resoconti pomeridiani in Sabato o Domenica sport. E’ anche la stagione in cui parte la nuova rubrica “Tutti i colori del bianco”, curata e condotta da Ivana Vaccari: come la consorella maggiore “A tutta neve” il programma riempiva il pomeriggio del venerdì di Raitre.

Ivana Vaccari tiene a battesimo Deborah Compagnoni nel suo primo podio in una domenica del dicembre 1991 a Santa Caterina Valfurva. La nostra telecronista lascia proprio a Barbara Merlin (opinionista ante litteram, potremmo dire) il commento della brillante discesa di Deborah Compagnoni, poi riprende il microfono per entusiasmarsi al punto di dover poi affermare mentre scende la Schneider (“…scusate, mi manca la voce”) usando un vocabolo davvero inconsueto a proposito dell’elvetica…“l’anno scorso era rimasta abbacinata dalla partenza della Kronberger”. Alla fine della gara un secondo posto della Compagnoni, un quarto della Merlin, una squadra azzurra finalmente all’altezza, ma anche una telecronista in grado di esprimersi con termini originali e con un genere stilistico proprio.

Nel gigante di Hinterstoder sottolinea con un “oooh…!” un numero della Schneider “…si è seduta, si è rialzata, ha fatto degli equlibrismi incredibili, Vreni Schneider…” E’ la gara in cui vince Carol Merle, che va a precedere Deborah Compagnoni, illusoriamente al primo posto “…Temo (che la Merle) ci rovinerà la festa”.

Sempre della Merle, la Vaccari ci ripeteva in ogni occasione come la francese fosse “la diva dello sci d’oltralpe che viaggiava con il suo allenatore personale, il suo skimen, il fisioterapista che ha sposato, il suo psicologo…” Da notare che se Furio Focolari nello sci maschile ha al suo fianco Piero Gros per il commento tecnico, Ivana Vaccari, per ora, commenta da sola. Le azzurre libere da impegni vanno volentieri in cabina da lei, ad esempio Lara Magoni a Piancavallo. Nella località friulana, Deborah è avviata ad una probabile vittoria quando alla fine….”Nooo!!, ha preso un rischio enorme Deborah, arriva ferma al traguardo….”

L’Italia sfila ad Albertville 1992, nella cerimonia d’apertura.

La vittoria per la Compagnoni arriverà a fine a gennaio, a Morzine Avoriaz, in supergigante. Come detto più volte le emozioni di una prova veloce spesso filtrano l’entusiasmo di un telecronista, ma con la miglior Deborah in superg subito si può comprendere che non è possibile cercare ancora altre vincitrici. Così a Morzine in Coppa, così a Meribel nel superg delle Olimpiadi di Albertville (18 febbraio 1992) dove l‘azzurra sbaraglia il campo. C’è un piacere particolare nel sentire Ivana Vaccari quando dice in telecronaca “E’ prima”, lo afferma in modo istantaneo, secco, scandito, compiaciuto. Queste le sue parole che accompagnano Deborah, fra scaramanzia e certezze “Non vogliamo anticipare niente, ma sta scendendo veramente bene….le mancano quattro porte……, attenzione, Deborah è arrivata ed è prima!…. è medaglia d’oro Deborah Compagnoni in supergigante”. Arriva un oro olimpico femminile ad otto anni da Paola Magoni a Sarajevo, per la Vaccari questo è invece il primo titolo olimpico che abbiamo il piacere di sentire con lei e sul versante Rai. Il giorno dopo, tra l’altro in un frangente in cui l’audio dalla Francia arriva a singhiozzo, l’incidente a Deborah Compagnoni, spegne ogni sogno; si ascolta solo la sofferenza di Deborah per il noto infortunio al ginocchio. Nell’ultima gara femminile la valtellinese, in attesa di farsi operare a Lione dal Professor Chambat, entra in cabina per commentare lo slalom insieme alla Vaccari.

Si esaurisce velocemente con il dopo Albertville, la stagione dello sci alpino. Nella primavera successiva tempo di Giro d’Italia con Ivana Vaccari che segue la corsa ciclistica rosa con servizi di colore e poi le Olimpiadi di Barcellona 1992 con collegamenti da studio. In tutta la carriera un numero alto di Giochi di Olimpia seguiti a vario titolo: salvo errori od omissioni siamo a quota quattordici.

1992/93: CABINA AFFOLLATA DI AZZURRE

I mesi passano e nuovamente si scia per la Coppa del Mondo, sempre nell’imbarazzo di dover scegliere Ivana Vaccari per la Rai oppure Andrea Prandi per Telemontecarlo (ce ne occuperemo nel capitolo successivo), altro bravissimo telecronista che seguiva, per Tmc, la Coppa del mondo. Spesso però la scelta era compiuta in base alle circostanze. Capitava, specie nelle gare nordamericane, che le prove venissero seguite dalla Rai in differita rispetto a Tmc; oppure la qualità dell’una o dell’altra rete poteva egualmente fare la differenza. In ogni caso Ivana Vaccari segue dal parterre anche talune prove della Coppa del Mondo maschile, come ad esempio il vernissage del Sestriere, con la sorprendente vittoria di Fabrizio Tescari. In attesa che torni a buon livello Deborah Compagnoni dopo l’infortunio nel gigante olimpico, possiamo vedere sbocciare un’altra campionessa, Sabina Panzanini, seconda a Stemboat con il n.38. In Rai è la prima stagione in cui Ivana Vaccari è affiancata spesso da una guida tecnica: Luciano Zanier. Particolarmente drammatica la prova di Haus in Ennstal in cui il duo Vaccari-Zanier deve principalmente occuparsi delle tante cadute (Lindh e Pace in primis). Nella prova di slalom,  sempre ad Haus in Ennstal (pista definita dalla Vaccari una lingua bianca in mezzo a dei prati), un urlo in cabina: è quello di Morena Gallizio, non appena sa di aver raggiunto il podio, dopo un’uscita della Schneider.

Dopo i dimenticabili mondiali di Morioka, o meglio, Morioka-Shizukuishi, come sovente Ivana chiamava la località nipponica con denominazione estesa, arriva un sussulto in superg da Deborah Compagnoni, ancora sulle nevi di Morzine ed in Coppa del Mondo, come nel 1992. Con l’arrivo di Zanier l’impostazione della telecronaca è quella classica; ogni inizio di singola prova è brevemente lanciato dalla telecronista, microfono alla guida tecnica, interviene Ivana per l’intermedio, nuovamente il tecnico, fine di gara per la prima voce. La variabile di Morzine è costituita da Deborah Compagnoni, in cabina, proprio mentre scende Carol Merle, l’ultimo pericolo. E contrariamente ad ogni pessimismo di Deborah, rimarcato dalla Vaccari, la Compagnoni torna alla vittoria in superg, per un’ultima volta. La carriera della valtellinese si attesterà in futuro soprattutto nel gigante.

Senza Zanier alcune fasi finali della Coppa del Mondo in Scandinavia. Nello slalom preolimpico di Hafjell è tempo di festeggiare con Ivana Vaccari la doppietta in combinata Perez-Gallizio ma anche di tenere a battesimo una fuoriclasse senza eguali: l’austriaca Renate Goetschl (pettorale n.42, il Giamburrasca dello sci, come spesso la chiamava Ivana), sarà regina nella discesa ma oggi s’impone in slalom. Ancora una volta in cabina l’urlo di Morena Gallizio, stavolta per un quarto posto in slalom e per l’appena conseguito secondo posto in combinata. E sempre in cabina (insieme a Barbara Merlin) nel successivo slalom gigante olimpico di Hafjell, Morena Gallizio apprende di aver raggiunto quota 400 punti in Coppa del Mondo, potendo disputare tutte le gare nelle finali di Are. Nel gigante di Klovsjoe sono in cabina Morena Gallizio, Bibiana Perez e Lara Magoni. Quest’ultima non riesce a parlare per la commozione di una bella rimonta nella seconda manche che la porterà dall’undicesimo al quarto posto.

Luciano Zanier torna dalla Vaccari in occasione delle finali di Are: nel gigante, Ivana ospita ancora Morena Gallizio unitamente a Sabina Panzanini. Con la Compagnoni in testa, deve scendere la sola Carol Merle: “….c’è la Panzanini che dice dietro, Morena Gallizio pure, noo…, per dieci centesimi”, Deborah è seconda, accompagnata in sottofondo da un “mugugno” della Gallizio.

1993/94 UNA DEBORAH GIGANTE

Nuova stagione olimpica a soli due anni da Albertville, così ha deciso il Cio per sfalsare negli anni pari le edizioni invernali da quelle estive. Al fianco di Ivana, ancora Luciano Zanier. Si parte già ad Ottobre nel ghiacciaio di Soelden. Primo squillo di Deborah a Tignes, per la prima volta vittoriosa in gigante, il 5 dicembre 1993. Deborah è alla ricerca di risultato che la “…elettrizzi per la stagione olimpica…”. Stavolta per Ivana la parola magica non è: “E’prima” bensì… “…è seconda…!” con riferimento all’austriaca Wachter, superata da Deborah Compagnoni per il primo posto definitivo.

Arriveranno, per la Compagnoni, altri due successi a Veysonnaz e nella sua Morzine, dove ancora Ivana assiste ai grossi rischi della valtellinese, mentre la parola, in quei frangenti, è di Zanier. La Vaccari ha il microfono quando la Compagnoni cade in superg a Altenmarkt Zauchensee, per fortuna l’incidente non sortisce alcuna conseguenza per un’azzurra lanciatissima in gigante. Sulla via di Lillehammer ancora il gigante di Cortina, commentato “con il fiato sospeso” e con un suono d’ambiente che cancella la voce di Zanier. Questa volta il suo “…e’prima!” è meno scandito, con una punta di sportiva delusione. E’ riferito alla Wachter, vincitrice sulla Compagnoni.

LA BEFFA DI BIBIANA

Le gare di sci alpino talvolta si chiudono, per esigenze, di rete, con un risultato non definitivo. Così ad esempio a Flachau in superg, dove la telecronaca di Ivana si chiude salutando un bel successo prenatalizio di Bibiana Perez in superg, con la “vincitrice” in cabina “dopo un tira e molla per averla”. Ma, oltre la telecronaca, con il n.66, la slovena Katia Koren, rovina la festa all’azzurra, buttandola giù dal gradino più alto del podio per otto centesimi. Curioso che la settimana precedente, il numero 66 era uscito anche sulla ruota della Val Gardena, con successo di Markus Foser (Lie) nella libera della Sasslong. Sembra la stagione di Bibiana ma si dovrà tremare (in cabina ed a casa) per una brutta spigolata a Cortina. Bibiana Perez sembrava quasi una Sofia Goggia ante litteram, ci si perdoni la digressione, purtroppo ha ottenuto in carriera meno di quanto meritava.

 LA TRAGEDIA DI GARMISCH

E’ duro affrontare il capitolo di Garmisch, nel ricordo della caduta mortale di Ulrike Maier. La notizia tragica è data da Ivana Vaccari, nel pomeriggio di Raitre nel corso della trasmissione “Scusate l’Anticipo”. L’altra faccia di quella gara è costituita dalla vittoria di Isolde Kostner. Nasce così la carriera di una grande velocista, nel giorno in cui proprio non si può festeggiare. La prova di Isolde non ha passaggio in diretta Tv. Per il lungo protrarsi dei soccorsi sia la Rai, sia Tmc hanno già chiuso il collegamento. La discesa della Kostner può essere seguita nel pomeriggio di Antenne 2, (ricevibile in ampie parti d’Italia) che diffonde la gara in un brevissimo riepilogo nel corso di Samedi Sport con il commento di Jean Mamere.

ISOLDE, CONFERMA SPAGNOLA

Sconquassato dalla tragedia di Garmisch lo sci bianco femminile, va a ritrovarsi in Spagna per le premondiali di Sierra Nevada, anche anticipando di due giorni la libera, per consentire alle austriache di volare in Austria per i funerali della povera Ulrike. A Sierra Nevada abbiamo la conferma di Isolde Kostner con un terzo posto in discesa ed un secondo posto in superg. In quest’ultimo caso l’azzurra ha il pettorale n.1, il pathos della gara si trasforma in attesa fino al n.7 della Gerg. Non è la stessa cosa “difendere” un secondo posto rispetto ad un primo tuttavia con pettorali più alti assistiamo con Ivana e Luciano, a due uscite di due sciatrici che viaggiavano con intermedi abissalmente notevoli, la canadese Pace e la statunitense Parisien. Il secondo posto di Isi è salvo, ma soprattutto c’è la consapevolezza di aver trovato all’improvviso una pedina in più per Lillehammer.

 LILLEHAMMER: INFINITAMENTE DEBORAH

In attesa che Deborah possa giocarsi l’oro nella sua specialità dell’anno, il gigante, le altre azzurre si giocano carte olimpiche da medaglia pesante. Le prove femminili propongono per Ivana sussulti di vario genere per medaglie conquistate o svanite: in superg, il bronzo di Isolde Kostner e il quinto posto di Morena Gallizio; in discesa, il bronzo di Isolde Kostner e la caduta di Bibiana Perez, protesa verso un argento quasi sicuro; in combinata la beffa della quarta piazza di Morena Gallizio, una medaglia di legno accentuata da un’esultanza della stessa azzurra, non comprensibile se non per un equivoco. Ora c’è da prendersi l’oro in gigante, emozione in cabina per una vittoria mai messa in discussione. Deborah fa le cose talmente con facilità, riduce la tensione di chi la commenta ad un solo rischio fisiologico a manche, il traguardo però è una liberazione, “…qui bisogna correre, lasciare andare gli sci…li è caduta Hilde Gerg, non si fa sorprendere Deborah Compagnoni, spara nelle ultime porte, è al traguardo ed è prima!! Ed è oro per Deborah Compagnoni, per 1.22 sale sul gradino più alto del podio…”: e per Ivana “secondo oro olimpico” in tre anni. Festa rapida per Deborah, visto che in altri “campi” abbiamo una Di Centa che sta volando verso l’oro nella 30 kilometri. La linea deve passare a Giacomo Santini. Ci stiamo ancora chiedendo perché il programma olimpico di quel giorno, avesse previsto in contemporanea seconda manche del gigante femminile e gara di fondo femminile. Dopo Lillehammer la stagione ha solo capitoli sussidiari, finendo rapidamente anche con lo sciopero di sabato 19 marzo 1994 con telecronaca senza commento.

1994/95: SALTANO I MONDIALI DI SPAGNA

Eccoci ad una nuova stagione; anno discreto per le azzurre, due vittorie con Compagnoni e Panzanini, vari piazzamenti da podio; tutto però finalizzato a qualcosa che non vi sarà. Il mondiale in Spagna viene posticipato al 1996 per assoluta mancanza di neve a Sierra Nevada. Lo si apprende a metà gennaio. La stagione di Ivana si avvia e procede nel modo consueto, sempre con Luciano Zanier in cabina. Non sempre i radiomicrofoni funzionano come nel caso della discesa di Vail: questo non è l’unico caso, ma uno dei più significativi, visto che sfugge l’audio proprio nel corso della discesa della vincitrice; Hilary Lindh, in quel caso si sente solo Ivana che cerca di chiamare affannosamente Roma mentre la parola è tenuta da Giampiero Manocchia, intervenuto da studio. La Vaccari (da sciatrice praticante) spesso scalpita nell’ascoltare le parole di Zanier: nel superg di Haus in Ennstal, mentre l’opinionista ha un’esitazione nel chiedersi se la Wachter “non abbia esagerato a”….. prontamente interviene la Vaccari completando il periodo: “ …a stare sugli spigoli”.

Nel superg di Garmisch vittoria  della francese Masnada trasmessa agli sgoccioli di una telecronaca di Raitre ormai in fase finale. Circostanza fortunata o mestiere di telecronista? Il dover traccheggiare per far scendere ancora una concorrente da possibile podio, prima di dare la linea.

Nel gigante di Are, la Vaccari intuisce che la Compagnoni, benché provvisoriamente in testa “…nella parte alta non ha fatto vedere grandissime cose”, Sarà terza dietro Wachter e Schneider. Nelle finali di Bormio tutti distratti nel festeggiare la Coppa del Mondo vinta da Alberto Tomba, sperando che analogamente possa uscire presto una stagione del genere anche per Deborah Compagnoni.

1995/96: DALLA SPAGNA ALLA NORVEGIA, MOMENTI MEMORABILI

Ivana Vaccari è una telecronista mai andata oltre la misura, salvo poche occasioni. Un numero di Martina Ertl nel gigante in Val d’Isere è descritto con un “Ohii, che rischio per Martina Ertl”, ne segue una risata spontanea, mentre riprende a parlare Zanier che continua a descrivere la discesa della germanica, non senza lasciarsi andare anche lui ad un sorriso. A proposito di tedesche, così la Vaccari descrive Katia Seizinger, vincitrice a St. Anton: “La vediamo cattivissima mangiare le ultime porte ……è l’indipendenza di gambe che fa impressione in questa dinamica… non un attimo di distrazione, non un attimo di timore”

I mondiali di Spagna sono una beneficiata azzurra, Isolde Kostner e Deborah Compagnoni, sul gradino più alto del podio. In occasione del gigante: “…La Compagnoni vince la medaglia d’oro “…dopo un numero di varietà nella prima manche!!!”.  E poi i due successi di Alberto Tomba che Ivana segue sul parterre, quasi soffocata dall’entusiasmo dei fans di Castel de Britti, ebbri di entusiasmo per le vittorie iridate del nostro rappresentante.

Sempre in quei mondiali di Spagna un curioso fuori onda (che vorremmo riportare senza malizia) con un certo Giovanni, prima della seconda manche dello slalom della combinata. Nel breve colloquio, la Vaccari, in onda senza che lo sapesse, appariva un po’ irritata, perché qualcuno l’aveva sentita abbacchiata, in una precedente telecronaca. Ma Ivana aveva avuto, purtroppo, un lutto familiare, il giorno prima: lo apprendemmo da questo fuori onda impietoso, causato verosimilmente da un tecnico malaccorto. A fare da contraltare a questo episodio, nello stesso anno, sabato 21 settembre 1996 la troviamo nel ruolo (quasi insolito) di intervistata, a Nantes, da Nelson Monfort per France 2, prima del doppio di Coppa Davis, incontro di semifinale Francia-Italia. “Beaucoup d’exhaltation, d’attente pour cette match… J’espère qu’il gagne le meilleur” queste in estrema sintesi le parole della nostra giornalista che si era scusata, avant tous, per il suo francese. Un motivo di orgoglio per l’Italia mostrare al pubblico francese una giornalista simpatica, spigliata e (per una volta ci sia concesso) affascinante. Del resto lo stesso Nelson Monfort ad inizio intervista aveva definito Ivana (traducendo) il sorriso della Rai ed il telecronista di cabina Michael Drhey si congedò da lei con un “Ciao Ivana” (detto all’italiana) con tono di voce che altro non era che un attestato di simpatia e di ammirazione.

Tornando alle vicende dello sci alpino del 1995/96, se i mondiali in Sierra Nevada sono stati un evento storico, un altro momento epico per lo sci azzurro sta per profilarsi in Coppa del Mondo sulle nevi norvegesi di Narvik. Con la Kostner in testa è già vittoria azzurra, scende la Panzanini, s’installa al primo posto provvisorio e sarebbe già doppietta certa ma “…..Non è finita, qui è il momento di Deborah Compagnoni”. Proprio all’inizio della manche decisiva la valtellinese finisce quasi a terra. “Noooo, forza Deborah sei ancora dentro!!” Ivana, scusandosi, quasi stoppa Zanier, ricordando l’ultimo successo in gigante in Coppa del Mondo, poi…. “È una tripletta storica… abbiamo qui in cabina il collega della Gazzetta dello Sport, Pierangelo Molinaro, anche lui allibito, ci guarda con sguardo perso nel vuoto, tre azzurre sul podio.”

Nelle finali norvegesi di Coppa del Mondo, terzo posto per la Kostner in libera mentre, in gigante, Deborah Compagnoni, nella pista dove fu campionessa olimpica. “No!!! ha preso contro il palo con lo sci, non ci voleva!!!” È l’ultima emozione, stavolta al contrario, di una stagione che nuovamente ha donato momenti memorabili.

1996/97: LA STAGIONE DELLE MERAVIGLIE

Per la nuova stagione bianca, ritroviamo Ivana in cabina a Soelden con Pier Mario Calcamuggi, ex direttore tecnico delle azzurre, nuovo opinionista. Compagnoni in testa dopo la prima manche, è seconda alla fine…”un problema, un problema, è costretta a risalire…. punta dritto verso il traguardo il suo tempo è il secondo per 12 centesimi, a dimostrazione di quanto abbia pagato quei due errori nel muro…”

A Park City vince invece Sabina Panzanini; dapprima Ivana vuole smorzare l’entusiasmo di Calcamuggi “…..non anticipiamo nulla, Calcamuggi!!”, poi a fine gara nuovamente uno sguardo al tecnico in cabina… “Sabina aspettava da un anno questo risultato, ho la sensazione che Calcamuggi sia un attimo anche lui commosso”. Nello slalom di Semmering si vede una Compagnoni (che la Vaccari ci fa notare sta sciando con i bermuda, sopra la tuta da gara), mai così forte in slalom …..”il pubblico è ammutolito…”.

Troviamo anche Lara Magoni molto in alto nello slalom di Maribor “…otto interventi chirurgici per Lara, solo quest’anno ha potuto iniziare nel modo giusto…si tratta di andare, Lara, adesso, forza Lara….” Un salto dalla settima alla terza posizione. Con la slovena Hrovat in testa nella località di casa “….sembra di essere in chiesa…il silenzio è assoluto….”

E’ una Deborah da filotto in slalom gigante, con la doppia affermazione di Zwiesel parte una serie di otto vittorie consecutive per la valtellinese in Coppa nella specialità a cavallo di due stagioni, anche se possiamo anticipare che Ivana (per questioni di diritti della successiva stagione) potrà commentare solo le quatto vittorie di questa annata.

Tempo di mondiali del Sestriere, sempre con Pier Mario Calcamuggi, Il primo oro di quell’edizione non si scorda mai, visto che è, tra l’altro, accompagnato dall’argento di Lara Magoni. All’inizio della discesa di Deborah Compagnoni c’è ancora un riquadro con Lara Magoni visibilmente commossa con il collega Stefano Bizzotto (…un ragazzo che si farà!)  “Attenzione c’è Deborah Compagnoni, tienila lì’, Bizzotto!!…Potrebbe realizzarsi un risultato storico….puntuale sul palo, ultime 4 porte, due, uno, al traguardo è prima!!! 1.27, due italiane al comando…Deborah Compagnoni, una testa che è un computer, nervi saldi, gambe d’acciaio” Arriverà poi la Roten ad avviare una festa annunciata. Sarà poi tripudio con lo slalom gigante vinto da Deborah con incredibile facilità ed apoteosi con l’affermazione di Isolde Kostner nel superg. Tre medaglie d’oro commentate da Ivana Vaccari nel 1997, cinque mondiali in totale. Sappiamo adesso, collegati dal futuro, che questo sarà il bottino di ori definitivo per le rassegne iridate commentate dalla Vaccari (nel 2001 arriveranno due argenti e un bronzo), ma è un “carniere” iridato che nessuno aveva narrato e che nessuno narrerà per molto tempo. Dovremo però ritoccare …la classifica della Vaccari aggiungendo gli ori olimpici.

Dopo il Sestriere da registrare uno spavento per le francese Melanie Suchet “ oddio che brutta caduta, ha sfondato le reti di protezione” in una telecronaca notturna dal Giappone (preolimpica di Happo One), commentata senza Calcamuggi. Viceversa, con il redivivo Luciano Zanier, le prove di Vail che offrono il successo della Compagnoni, in gigante e quello della Magoni in slalom (ex aequo con Pernilla Wiberg).

CAMBIO DI DIRITTI

Il 1996/97 è l’ultima stagione piena dello sci femminile in Rai. Per il 1997/98 Mediaset soffia alla Rai i diritti in possesso della Società Halva (37 gare), in pratica gran parte della Coppa, ad eccezione delle gare in Austria, Svizzera e Germania, più qualche eccezione maschile in Italia. In quella stagione di Coppa del Mondo se da un lato il confronto Rai-Mediaset registra in campo maschile un 2-1 per l’Ente di Stato nel computo delle gare vinte presso l’una o l’altra rete, fra le donne l’esito è ben diverso, nessuna vittoria italiana sulla Rai, cinque affermazioni di azzurre in gare coperte da diritti Mediaset.

APPUNTAMENTO A NAGANO

Ma è l’anno olimpico di Nagano 1998 dove Ivana Vaccari torna a commentare la cerimonia d’apertura dopo Albertville 1992. Al suo fianco Franco Bragagna. Prima gara il superg, con il commento con Luciano Zanier. Vince Picabo Street. In seguito, per Ivana il commento di una gara maschile, dovuto ad un’indisposizione di Carlo Gobbo. Tocca a lei celebrare, con Paolo De Chiesa, il successo di Hermann Maier, vincitore del superg maschile. Una prova nella quale gli sciatori erano seguiti per appena mezzo minuto di gara, per fretta meteorologica ma anche per via di un eccessivo indugiare della regia sugli atleti al traguardo. Ancora Ivana Vaccari con Paolo De Chiesa nella discesa libera che è vinta da Katia Seizinger (“…la prova del nove, Katia Seizinger,…credo che abbia una rabbia dentro per quella prova del superg che non l’ha vista andare a medaglia,…guardate come spinge, nettamente prima!!” Per Isi Kostner, prova sfortunata “…è scivolata via nel diagonale….”. Ancora Katia Seizinger nella combinata commentata con Paolo De Chiesa in occasione della discesa, da sola nello slalom. Contrariamente al solito lo slalom anticipa il gigante: Ivana chiede, quasi all’inizio, ai telespettatori “di scusarci se se ci sarà qualche colpo di tosse o qualche calo di voce ma anche noi non siamo usciti indenni dall’influenza che ha falcidiato un po’ tutti i partecipanti ai giochi olimpici, atleti e stampa.” Come non ricordare i famosi casi di Innsbruck 1976? Con Ivana stavolta in cabina è Bibiana Perez. Tocca alla Compagnoni, nella prima manche “…un po’ seduta sulle code, Bibiana?, …..adesso si tratta di lasciar correre gli sci verso il traguardo, ed è prima per sei decimi!!”  La valtellinese resta in testa fra una manche e l’altra. Ancora con la Perez nella seconda manche di una prova in cui la Compagnoni va all’assalto del terzo oro olimpico “….attenzione a non perdere la linea….sembra preoccupata da quanto siano ravvicinate queste porte….ed ora giù bisogna andare, forza Debby!! È seconda per soli sei centesimi!! Hilde Gerg alza le braccia al cielo, Deborah Compagnoni le allarga…” La storia che ci aveva regalato un oro con Tomba nel 1988 contro un tedesco (Woerndl), si riprende quanto donato con la stessa moneta, cambiando sesso ma non specialità, distacco e nazionalità. Sei centesimi ed una tedesca, Hilde Gerg, oro davanti alla nostra Deborah, nello slalom.

Ancora Bibiana Perez a fianco nel commento dello slalom gigante. Prima manche ed è subito Deborah “…la regia giapponese è un pò in difficoltà……ultimi metri….passa al comando….” La linea passa al parterre dove c’è Sandro Iacobini. Deborah è partita con il n.4, le altre si attestano sopra il secondo, ad eccezione della transalpina Lefranc. Va detto che non viene inquadrato tutto il percorso ma solo una cinquantina scarsa di secondi. Seconda manche: anche qui le partenze ravvicinate impediscono di vedere tutta la gara: il miglior tempo provvisorio è di Sandra Meissnitzer, austriaca emergente. Scende Deborah…“Ha perso tredici centesimi…attenzione (fermando una Perez rassicurante), eccola!! è al traguardo, si avvicina, sta per tagliarlo, ed è primaaa!! Per un secondo e 8 decimi, ha messo tra lei e tutte le altre un abisso!!….” Terzo oro olimpico di Deborah Compagnoni, sempre con lei al microfono Rai!!! Se Ivana ha “commentato” più ori assoluti di tutti a livello mondiali, con i tre ori della Olimpiadi eguaglia quanto venne descritto in diretta da Alfredo Pigna (Paola Magoni 1984 e doppietta di Tomba 1988).

FINE STAGIONE DA CRANS

Si ritorna alla Coppa del Mondo spezzata in due dai diritti tv. Va detto che la programmazione dei giganti (gara clou per l’Italia, essendoci una Deborah Compagnoni, in grande spolvero prima e dopo le Olimpiadi) ne prevede solo uno per la Rai a fine stagione (Crans Montana) ma è una prova non meno importante perché c’è in palio una Coppa di specialità. Pier Mario Calcamuggi al commento tecnico, Carlo Gobbo (che ha appena finito di commentare l’ultimo Tomba vittorioso) alle interviste. A Crans, per Deborah Compagnoni, un terzo posto dietro a Meissnitzer ed Ertl. Dalla Vaccari la miglior definizione sullo stato fisico di Deborah “…lavora di caviglie e di ginocchia, saranno di cristallo ma sono veramente impressionanti”.

LA STAGIONE 1998/99

Debutto con la Rai e con Ivana Vaccari nella prima prova di Soelden: in cabina Paolo De Chiesa. Per un ultimo anno in gara Deborah Compagnoni “…la vediamo attaccare come una iena….”. Si ha la convinzione che la valtellinese, ampiamente in vantaggio all’intermedio sull’austriaca Meissnitzer possa passare al comando al punto che Ivana Vaccari si lascia sfuggire un “è pri…” correggendosi immediatamente in un “è seconda per 31 centesimi…la seconda parte l’ha pagata moltissimo, seconde me, anche dal punto di vista atletico…si è fatta portare dalla classe, a volte non va, ci vuole la potenza…”. Deborah sarà terza. Anche in questo anno Mediaset ha i diritti di tutte le gare salvo quelle che si effettuano in Austria, Svizzera, Germania. Ma la Rai ha anche i mondiali di Vail in Colorado.

LA FINALE DI COPPA DAVIS

Per Ivana Vaccari va menzionato l’impegno a bordocampo per la finale di Coppa Davis, Italia-Svezia a Milano. Non ci sono sovrapposizioni con le gare di Coppa del Mondo di sci visto che il circo bianco femminile è ancora negli States (quindi sotto copertura Mediaset).

ARRIVANDO AI MONDIALI DI VAIL 1999

Una prova prenatalizia a Veysonnaz ci restituisce una Bibiana Perez, terza in discesa. Un risultato che va segnalato, nel ricordo di chi ha accompagnato Ivana nelle due gare olimpiche di Nagano ma anche con i soliti sussulti tipici delle gare di Bibi, puntualizzati all’unisono dalla Vaccari e De Chiesa. Come detto la Rai possiede i mondiali di Vail in Colorado, e può presentarsi questa volta con una programmazione sul neonato canale Raisportsat, senza incorrere in problemi di concomitanze con i Tg nazionali, di solito divinità intoccabili. Per le gare muliebri sempre Paolo De Chiesa l’opinionista delle gare in Nordamerica con Carlo Gobbo al traguardo. Poche soddisfazioni dalle campionesse azzurre. Per Isolde Kostner, nella discesa: “(gli sci) sono lenti….ritardo di 1.21, troppo, troppo per Isolde”;  Speranze da Deborah Compagnoni (vincitrice ininterrotta nelle grandi manifestazioni di gigante dal 1994) frustrate da un “…C’è qualcosa con non va…, qui ha tagliato troppo…..un ritardo eccessivo per una campionessa come lei”.

SCAVALCANDO IL MILLENNIO                

Entriamo nel nuovo millennio andando veloce perché la RAI va piano, nel senso che non ha molte occasioni di mostrare telecronache di Coppa del Mondo. Dopo anni di risultati straordinari con Tomba e la Compagnoni, l’appeal dello sci è minore ma non mancherebbero le soddisfazioni per l’Italia. Invece saltano ad esempio le telecronache di St. Moritz (dicembre 1999), dove Isi Kostner vince la prima di due discese e (nel superg) Karen Putzer s’impone davanti ad Alessandra Merlin. Prove trasmesse da Eurosport ma non dalle frequenze Rai. Inoltre l’annata 2000 è stagione priva di Olimpiadi o Mondiali. Arriviamo, quasi senza accorgercene, ai Mondiali di St. Anton del febbraio 2001, commentati con Paolo De Chiesa, mentre Alessandra De Stefano è alle interviste. Subito arriva una medaglia nel Superg da Isolde Kostner in gran recupero “….traguardo per Isolde ….prima per 0.10…ha recuperato nella parte conclusiva, si è resa perfettamente conto dell’errore, ha cercato di non recuperare la linea ma di inseguire esclusivamente la velocità”; subito però Regine Cavagnoud (triste destino per la transalpina in quello stesso anno) le toglie la speranza dell’oro per 5 centesimi.

 

 

Quanto all’Italia dei mondiali di St.Anton, arriveranno ancora due medaglie da Karen Putzer, un bronzo nella combinata ed un argento nel gigante.

L’ABBANDONO ALLE TELECRONACHE ED IL RITORNO PER TORINO 2006

Dal 2001/02 le prove di Coppa del Mondo tornano in Rai ma non sono più commentate da Ivana, in ragione di nuovi importanti incarichi di rete (caporedattore di Raisport).  Nella stagione olimpica il ruolo di telecronista dello sci femminile è di Marco Fiocchetti. Accanto a lui Barbara Merlin, reduce da Mediaset. D’improvviso, almeno per noi spettatori,  con lo slalom di Zagabria del 5 gennaio 2006, Ivana Vaccari torna alle telecronache. “Come un tempo dicevamo….”, questo il suo abbrivio, più o meno, nel giorno del ritorno.

Una porzione di stagione per arrivare alle Olimpiadi di Torino 2006. Non una nostalgica presenza, ma la constatazione, che a parte Carlo Gobbo, telecronista del maschile, super impegnato, non vi fossero altri telecronisti che potessero seguire le gare muliebri alle Olimpiadi piemontesi. Nelle gare torinesi non c’è troppa gloria per le azzurre.

ALTI INCARICHI A RAISPORT

Dopo Torino, il ritorno agli incarichi direttivi, caporedattrice dello Sci e/o Vice direttrice di Raisport, in ampi e ripetuti periodi, anche con una parentesi legale con l’azienda che potete leggere sul web. E’ stata “team leader” alle Olimpiadi invernali 2018. Non sono mancate sue presenze continuative negli studi olimpici o negli studioli di fine settimana per la Coppa del Mondo (fino al 2019/20) ed anche porzioni di telecronache da studio in caso di audio latitante dalla sede di gara; ci viene in mente un suo intervento a Spindleruv Mlyn nel 2008 in occasione di un gigante femminile. Va rimarcato notevolmente l’impegno nel sociale soprattutto la partecipazione a quegli eventi dedicati alla lotta contro le malattie oncologiche e il suo sostegno all’Ail, più in generale alla ricerca scientifica.

AL PUNTO DI PARTENZA

Ma adesso torniamo al punto di partenza: le donne in telecronaca. Ci accorgiamo, salvo nobili eccezioni, che la situazione non è mutata granchè dalla fine degli anni Ottanta. Le donne in telecronaca, sono sempre poche. Attualmente in Rai si contano sulle dita di una mano: Arianna Secondini nel pattinaggio artistico, Tiziana Alla nel calcio, Giovanna Carollo, talvolta, nella ginnastica (artistica e ritmica). Potremmo aggiungere Paola Arcaro nel pattinaggio artistico a Nagano 1998 (commento per Eurosport, targata Tgs) oppure Cristina Caruso ai mondiali di sci nautico 2001, ma sono casi lontani e non continuativi. Anche attingendo dalle altre Tv non si raggiungerebbe un quantitativo più alto di narratrici. Quindi ben vengano in futuro altre donne, prime voci nelle telecronache dello sport; a patto che qualsiasi new entry non susciti ancora scalpore e curiosità.

LUCIO CELLETTI

supporto tecnico e grafico di Monica Celletti

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2 commenti

Segnalo due refusi. “Ce sono” anziché “ce ne sono” all’inizio dell’articolo e Lara Magoni come vincitrice a Sarajevo nel 1984 pi
avanti, anziché Paola. Per il resto… chapeau!

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