TELECAPODISTRIA: LA NASCITA
Questa volta ci occupiamo di Tv Capodistria, una tv che esiste ufficialmente dal 1971 e che è stata sempre nell’etere e nello sport un punto di riferimento sportivo di primo piano. Chi vi scrive deve soffermarsi peraltro nei soli anni in cui il canale è stato ricevuto in modo più ampio nel Centro Italia. In quei casi certamente era maggiore la diffusione e la fama del canale grazie alla competenza delle telecronache, affidate nei primi anni ad un manipolo di telecronisti validissimi, Sergio Tavcar, Sandro Vidrih, Bruno Petrali, Ferdi Vidmar, ed ancora Sandro Damiani che si aggregava alla “comitiva” sportiva nei grandi eventi (ad es. Montreal 1976).
La prima telecronaca sportiva risale al 6 marzo del 1971, due mesi esatti prima del debutto ufficiale della rete, e fu un confronto di Hockey su Ghiaccio per i mondiali di seconda divisione, Jugoslavia-Austria 2-0. Il telecronista, piazzato davanti ad un monitor di 12 pollici, bianco e nero, effetto neve, senza effetti sonori, è un giovanissimo Sergio Tavcar, in grande difficoltà per reperire i nomi delle formazioni ma dotato di passione e di arte di arrangiarsi. Si era ancora nel periodo ufficioso di Capodistria, lo studio televisivo, non era ancora pronto, il commento avveniva da una saletta radiofonica.
Curioso anche il suo primo incontro di calcio, il 31/03/71; allo stadio di Colombes una selezione mista del Marsiglia e del Saint Etienne affronta il Santos, match organizzato da Tele7jours per raccogliere fondi sulla ricerca sul cancro: formazioni recuperate con fatica, ma ai giocatori “transalpini” si stacca il numero; essi sono irriconoscibili salvo lo slavo Skoblar. Tavcar, per sua stessa ammissione ai “microfoni” di Sportinmedia di Simone Salvador (autore recente del Libro “Decoder”), vista anche la scarsa qualità della ricezione video nel televisorino, aiutato dall’amico Vidrih, al suo fianco, cominciò a “sparare” nomi a caso. Curioso che al novantesimo dopo lo 0-0 della partita, Tavcar, tirando un sospiro di sollievo, salutò tutti, ignorando che….la partita si sarebbe conclusa ai rigori per l’assegnazione di un trofeo in beneficenza, quindi non mostrando i penalties. Altra telecronaca tragicomica nel tennis, un Panatta-Jovanovic di Coppa Davis (Zagabria, maggio 1971, che l’azzurro ricorderà senza troppo piacere), in cui Tavcar non vedeva nulla, andando a sensazioni, misurando nella testa il ritmo verosimile dei colpi,…senza vederli!!! Sergio Tavcar, a dispetto di questi inizi stentati ma ingegnosi, diventerà un ultraconosciuto telecronista di basket. Quanto a Tv Capodistria le immagini si propagarono progressivamente attraverso riflettori, meno costosi dei ripetitori, che comunque consentivano di trasportare le immagini, in Veneto, in Lombardia, perfino in Liguria. E poi, fatto non irrilevante, Telecapodistria, trasmise precocemente a colori.
Nel 1971 fu ingaggiato, per calcio e boxe, anche Bruno Petrali, fiumano di padre milanese, con esperienze calcistiche a Radiofiume, famoso uomo di spettacolo, cantante ed attore in epoca precedente, una discografia italiana e croata compiutamente presente su YouTube, cui fa spicco un “Quando dico che ti amo” in croato, “Kad ti velim da te volim”. Tra gli estimatori di Petrali anche il grande Nando Martellini, che lo seguiva anche per apprendere la perfetta pronuncia dei giocatori slavi e non solo. Addirittura Petrali preparò per Nando un prontuario di pronuncia dei giocatori europei orientali.
ED E’ SUBITO VIDRIH
Su Tv Capodistria, spicca per lo sci alpino soprattutto un nome, quello del già menzionato Sandro Vidrih, non un telecronista qualunque, ma un vero fuoriclasse della materia. Vidrih è nato televisivamente con Tavcar; i due erano amici fraterni, già dalla seconda media inferiore. Vidrih cominciò a fare l’autista e lo scrivano di Tavcar, ma ben presto si evidenziò per la conoscenza di vari sport, atletica in primis, divenendo un punto di riferimento per il giovane ente radiotelevisivo slavo. La crescita comune e caratteriale di Tavcar e di Vidrih si è notata anche nello stile non paludato del linguaggio, nell’accento triestino e nel non dissimile timbro di voce. Un “parla come mangi” così come lo stesso Tavcar ha affermato più volte. La ricezione della tv jugoslava negli anni settanta aveva solo l’handicap di una qualità inferiore e anche il difetto che le immagini sovente saltavano sul più bello, obbligando lo spettatore a cambi di canale non rapidissimi, per televisori che ancora non conoscevano i telecomandi. Lunghissima la telecronaca dello slalom gigante olimpico maschile del 1976; quando la Rai ha già ridato la linea, la Tv Capodistria segue invece tutti i concorrenti, fra cui il sanmarinese Cecchetti. Vidrih aveva un altro dei suoi pregi nella pronuncia dei concorrenti in gara: ad esempio l’oro del salto in alto alle Olimpiadi di Montreal, il polacco Wszola. Laddove tutti lo chiamavano all’incirca Wzola (con intonazione non dissimile dalla grafia), la pronuncia corretta di Vidrih, era esattamente Wusua.
Va detto anche che per lo sci alpino femminile il commento era affidato, in genere, al più anziano Ferdi Vidmar. Paradossale la circostanza che si verifica a Roma nel settembre 1976, in occasione della partita Italia-Jugoslavia 3-0. La partita, trasmessa dalla Rai è oscurata per la zona di Roma, essendo incontro che si svolge all’Olimpico (allora si usava fare così per salvaguardare l’incasso), ma i telespettatori romani poterono comunque vedere la gara in diretta su Telecapodistria. Purtroppo di quel passato così romantico Tv Capodistria non ha conservato nulla in quanto o non si registrava oppure venivano smagnetizzati i supporti serviti per le differite allo scopo di sovrapporre altre immagini. Di quei rotoli pesantissimi (nastri analogici da un pollice), costosissimi ed ingombranti restano solo le produzioni di Tv Capodistria riguardo l’attività culturale e teatrale della minoranza italiana in Jugoslavia.
Telecapodistria trasmise nel 1979 lo slalom di Oslo vinto da Leo David, contrariamente alla Rai, solo che le immagini saltarono tra una manche e l’altra (almeno per chi seguiva quella gara dal Centro Italia) e non si potè seguire il momento decisivo del trionfo del povero sciatore valdostano, segnato dal destino.
TV CAPODISTRIA, FUORI DAL CORO MA NON STONATI
Sandro Vidrih ha coniato per la tv slovena vari motti, fra questi “Tv Capodistria, fuori dal coro ma non stonati”. Sergio Tavcar non ha invece mai commentato lo sci alpino, se si eccettua una combinata olimpica. Possiamo quindi spostarci quindi agli anni ottanta (esattamente fine 1985), quando di nuovo la Tv Capodistria è ricevibile nelle maggiori parti d’Italia.
Ancora si nota la costante presenze dei quattro giornalisti degli anni settanta: Sergio Tavcar (il basket fatta persona e il calcio), Bruno Petrali (boxe e calcio prevalentemente, canottaggio in sedi olimpiche o mondiali), Ferdi Vidmar (pattinaggio artistico, salto con gli sci) e naturalmente Sandro Vidrih (sci alpino, sci nordico e atletica). La gente non abituata alle loro telecronache comincia a riconoscerli con i mondiali di calcio in Messico. Poi è la volta degli europei di atletica a Stoccarda, a fine agosto 1986. Nella finale 100, rispetto ai fogli gara forniti ai telecronisti, Vidrih si accorge alla partenza, ad un attimo dal via, che anche la nona corsia è egualmente riempita. Con una lestezza pari allo starter di gara individua nel francese Richard, l’uomo in più al via, causa un ex aequo in semifinale. Ad Oberstdorf nella telecronaca d’avvio dei mondiali di sci nordico 1987, il computer impazzisce, dando risultati e tempi a caso; non è facile il suo compito in quella occasione.
Rispetto agli anni Settanta, il segnale non salta ma c’è (parafrasando Giorgio Gaber) un ben più grave difetto. Le tv locali cui è affidato il segnale per ogni singola regione, mandano pubblicità per così dire autoctone, andando ad oscurare con interminabili spot, le varie telecronache. Ciò avveniva nei giorni ordinari (e questo non creava problemi) ma anche nei giorni straordinari (quelli dei grandi appuntamenti). Nel Lazio (Videouno) ad esempio, ciò avveniva verso le 18,30 e questa mannaia si abbatteva, senza colpo ferire, qualunque evento venisse trasmesso: cosa abbastanza grave soprattutto alle emissioni degli Europei di atletica 1986 e alle Olimpiadi di Calgary 1988, che venivano mutilate di 10/15 minuti. L’orario della pubblicità generalmente impegnava lo spazio delle trasmissioni in lingua slovena; alle Olimpiadi in Canada, gli spazi in lingua non c’erano, ma le pubblicità si. Però quando funzionava Capodistria era un’autentica macchina da guerra, come ad esempio, Roma 1987 (mondiali di atletica); quando la Rai, sul far della sera cedeva la linea, era lì Capodistria, pronta a tappare i vuoti lasciati dalla Rai.
L’APPORTO FININVEST
Poco tempo prima di quel grande evento olimpico che è stata l’Olimpiade invernale 1988, avvenne un cambio epocale di concezione televisiva: Capodistria entrò nella cerchia Fininvest e assunse la caratteristica di canale di solo sport. In questo modo Tv Koper diventò un portale sportivo di primissimo ordine, già nel mese di gennaio 1988. In attesa di assestarsi completamente gli Australian Open di Tennis sono il main event del primo mese. Fra gli iniziali eventi della nuova etichetta le gare di Coppa del Mondo, nel primo anno magico di Tomba. Dalla prima gara trasmessa nel gennaio 1988 (discesa libera di Val d’Isere, vinta da Zurbriggen con parole di Vidrih “…vantaggio di una piccola eternità inflitta agli avversari”), si nota la grossa novità. Con Vidrih al microfono c’è Mario Cotelli. Davvero una delle coppie migliori mai ascoltate. Al compianto padre putativo della valanga azzurra dedicheremo il prossimo capitolo.
RAI, TMC, CAPODISTRIA: TRE TELECRONACHE DIVERSE
Il telespettatore si ritrova a poter scegliere di poter seguire tre telecronache nettamente differenti l’un, l’altra: Alfredo Pigna per la Rai, Bruno Gattai per Tmc, Sandro Vidrih e Mario Cotelli per Tv Capodistria: un’abbondanza che consente di poter seguire, finalmente tutta la stagione maschile dal gennaio 1988, gare di Tomba e non solo, in attesa delle Olimpiadi di Calgary. E tutti con tecniche di narrazione differenti, vista anche la tradizione e/o la provenienza. Pigna più propenso a far ascoltare ai telespettatori ciò che vedeva esteriormente, Gattai più propenso a far ascoltare ai telespettatori ciò che sentiva interiormente, Vidrih in grado di stilare classifiche all’istante ad ogni intermedio o risultato cronometrico di ogni sciatore, Cotelli più in grado di poter esprimere giudizi sui fattori esterni, sui materiali, sulle sensazioni del terreno di gara.
L’ESPERIENZA DI CALGARY 1988
Ai giornalisti storici di Capodistria, già ampiamente citati, viene innestata gradualmente la giovane redazione milanese di Fininvest con nomi conosciuti o giovani esordienti. L’impatto “invernale” lo si avverte soprattutto con Giovanni Bruno, nato a Roma, di origine partenopea, rugbista e sciatore in gioventù, telecronista di cui ci sovvenivano alcuni impegni alla Domenica sportiva Rai, ad esempio, un suo servizio (sulle note di Oxygene di Jean Michel Jarre) alla Domenica Sportiva del 9 gennaio 1983, riguardante la libera di Val d’Isere, con una vittoria di Resch. In un’intervista sul web di alcuni anni fa, Giovanni Bruno ha ricordato l’importanza del vicecapodattore della redazione sportiva del Tg1, Sandro Petrucci, creatore di una redazione di spessore con altri giovani colleghi, capace di dargli suggerimenti fondamentali per il mestiere. Bruno è stato, altresì, il capo ufficio stampa di Azzurra. Di lì a poco il passo alla Fininvest che formò, a sua volta, una batteria di giornalisti giovani e competenti che confluirono su Capodistria negli anni berlusconiani della tv istriana. Per questo troviamo Giovanni Bruno per TeleCapodistria nel primo impegno della domenica d’avvio a Calgary, una prova femminile di sci nordico. La prima gara commentata è una 10km. donne: curiosamente la regia olimpica non mostra l’arrivo della vincitrice, la sovietica Ventsene, se non in replay. Il fondo è commentato in gran parte da Giovanni Bruno, con qualche eccezione, ad esempio le gare maschili della 15 km. e della staffetta (con la descrizione di Sandro Vidrih e Mario Cotelli).
Sempre a Calgary, giova precisare che gli inviati erano solo Sandro Vidrih, Giovanni Bruno, Mario Cotelli e l’ex campionessa Claudia Giordani. Gli altri, che commentavano dall’Europa, furono tutti presentati in uno speciale della vigilia, venerdì 13 febbraio. Ai Giochi canadesi, Bruno seguirà compiutamente lo sci alpino del settore femminile con la Giordani (figlia d’arte…al microfono, padre il celeberrimo Aldo, telecronista Rai del basket). Ma non sempre è così per via delle concomitanze. Curioso assortimento di opinionisti Mario Cotelli-Claudia Giordani nello slalom maschile della combinata olimpica oppure Vidrih-Giordani nello slalom della combinata donne. Molte telecronache avvengono dal centro televisivo di Calgary, un muro, un microfono, un monitor e niente più. Grazie all’acume di Mario Cotelli, per alcune gare i nostri “eroi” riuscirono a scambiare con i colleghi montenegrini o croati un posto in cabina sul posto di gara con bottiglie di vino valtellinese oppure di grappa che Mario Cotelli si faceva dare da un suo amico, un ristoratore bormino. E poi, con scaltrezza, riuscirono ad intervistare Tomba, dopo l’oro nello slalom, nella loro cabina, prima ancora della Rai, suscitando l’irritazione di Alfredo Pigna, come abbiamo visto nel capitolo dedicato all’emerito giornalista Rai. Nel dopo gara del gigante donne curiosa iniziativa dell’emittente istriana che mostra la prova sfortunata di Blanca Fernandez Ochoa nel commento in lingua spagnola del fratello Francisco, olimpionico di Sapporo; in lizza per l’oro, dopo il primo posto nella prima manche la compianta iberica cadde (“vamos, vamos, …..esquia suave,……la caida de Blanca, che caida, che malasuerte!!”).
C’è poi Giacomo Crosa (ex saltatore in alto di scuola Rai) che ha il compito di tenere la linea in studio dall’Europa. La sua dimestichezza con il microfono la scorgeremo nell’intervallo della prima manche del gigante maschile: Alberto Tomba ha dominato la prima manche ma spesso è capitato che i verdetti si siano amaramente capovolti nella seconda. “Ci terremo compagnia per esorcizzare la scaramanzia e tenere alto l’ottimismo”. Queste sono, più o meno, le parole di Crosa, quel giovedì sera, per sfidare ogni tipo di tensione, inevitabile. Dallo slalom donne di Calgary, ecco, invece, la telecronaca della prima manche commentata da Giovanni Bruno e Claudia Giordani,
Per chiudere il discorso su quelle Olimpiadi in Alberta, possiamo ricordare come Vidrih abbia commentato le due cerimonie, lo sci alpino, il biathlon e la prova a squadre del salto, Bruno Petrali le prove di bob e slittino, Giovanni Bruno lo sci alpino, il fondo e la combinata nordica, Ferdi Vidmar, le prove individuali del salto con gli sci (esaltandosi per la medaglia dello slavo Debelak), Giacomo Crosa, alcune prove di pattinaggio veloce, Umberto Gandini (futuro dirigente della Fininvest, del Milan e della Lega Basket) segue l’hockey su ghiaccio con Jim Corsi. Matilde Ciccia è opinionista di pattinaggio artistico e talvolta segue con Crosa il pattinaggio veloce, mentre Mario Cotelli accompagna Vidrih e Bruno nelle rispettive cronache di sci alpino, biathlon, fondo, combinata nordica oltre che nelle cerimonie. Esauritesi le Olimpiadi, ora può concretamente svilupparsi una nuova “Capodistria”. Nascono le varie rubriche che man mano presero piede nel corso del 1988 e del 1989: “Juke box” (ovvero la rubrica di sport a richiesta per corrispondenza, prevalentemente con Mario Camicia e Nico Cereghini), Sportime (il notiziario quotidiano), ” Noi, la domenica” (trasmissione domenicale di sport e spettacolo, presentata da Cesare Cadeo e Franco Ligas), ” A tutto campo” (una sorta di domenica sportiva con Gigi Garanzini). Nel tennis e nel pugilato imperversa Rino Tommasi con le sue massime telecronache e rubriche. Nel basket arriva Dan Peterson (scusate se è poco). Crescono in quella redazione sportiva volti e voci che hanno fatto la storia successiva della Fininvest: Giuseppe Brindisi, Siria Magri, Irma D’Alessandro. Quanto alla rubrica Obiettivo sci, ne parleremo naturalmente più avanti, in questo capitolo. Intanto questa è una chicca che riguarda Giovanni Bruno alle prese con il trotto, in un servizio sul Gran Premio Le Padovanelle 1988, vinto da Fiorino Bell.
UNA MANNA PER I TELESPETTATORI
Passando da un anno all’altro attraverso la fine dalla Coppa del Mondo, la Coppa d’Africa di calcio (mai trasmessa prima in Italia, la Milano-Sanremo (àncora di salvezza in un giorno di sciopero Rai, con il commento di Fabrizio Biondi e Beppe Conti), il Giro d’Italia (egualmente determinante nei giorni di un altro sciopero Rai), gli europei di calcio, i mondiali di ciclismo su pista (vissuti in diretta al contrario delle differite notturne della Rai), le Olimpiadi di Seul, le finali di Supercoppa e di Coppa Intercontinentale (quest’ultima, interminabile ed incredibile, fatta apposta per esaltare i tormentoni di Sandro Piccinini), ancora nella stagione invernale 1988/89 Capodistria (dopo aver cambiato alcune frequenze e non aver più quel difetto della pubblicità locale sparata a caso) spadroneggia in tutti gli sport invernali; assistiamo ai mondiali di slittino con un giovanissimo Guido Meda, ai mondiali di biathlon con Sergio Tavcar e Stefano Vegliani ed ancora ai mondiali di sci nordico da Lahti con Giovanni Bruno (fondo, con Claudio Pea in cabina) e Franco Ligas (salto con gli sci, insieme talvolta a Ferdi Vidmar). E poi lo sci alpino, ovviamente: sempre con Vidrih e Cotelli al maschile, nelle gare femminili Giovanni Bruno e Claudia Giordani, ma si affaccia come opinionista anche Daniele Cimini, tecnico della valanga rosa. Da fine gennaio 1989 i mondiali di sci alpino di Vail in Colorado tutti con Sandro Vidrih e Mario Cotelli (salvo il superg maschile, commentato in parte in studio da Giovanni Bruno con Piero Gros, poiché non arrivava l’audio dei due). A parte le gare, sempre commentate in modo esemplare, Sandro Vidrih non ha eguali nel dispensare battute: “Hanno aperto la pista ai turisti”, riferito allo sciatore brasiliano Egger che si volta nella preoccupazione di essere raggiunto dall’avversario partito dopo nella discesa libera della combinata, il…temibilissimo connazionale Igel. Sono i mondiali in cui….svetta Mateja Svet, sciatrice slovena, oro storico nello slalom per la Jugoslavia, celebrato con composta esultanza da Sandro Vidrih e con ….clamoroso entusiasmo da Mario Cotelli. In ogni caso, a costo di essere noiosi, ottime telecronache: generalmente in ciascuna prova introduzione di Vidrih, base tecnica di Cotelli, intermedi e ragionamenti istantanei con Vidrih, nuovo commento tecnico di Cotelli, arrivo con tempo e piazzamento annunciato dal telecronista di Capodistria. Dopo la fine dei mondiali 1989, la discesa libera di Whistler Mountain, per la Coppa del Mondo, commentata da Sandro Vidrih e Mario Cotelli.
UN NUOVO INIZIO ED UN NUOVO…..OBIETTIVO
Vidrih deve sacrificare le grandi indoor di atletica che quell’anno propongono in sequenza gli europei a L’Aja e i mondiali a Budapest. Del resto l’atletica era coperta anche da Giacomo Crosa, che con orgoglio di ex saltatore e slancio agonistico mai sopito si rifiutò di restituire la linea, nel corso di una diretta “sabatina” della gara mondiale di salto in alto dalla capitale magiara, in quanto la prova, su livelli stellari, non era ancora finita. Ne uscì un siparietto con Franco Ligas che è rimasto storico. Crosa la spuntò, la gara si vide fino alla proclamazione certa del vincitore, Javier Sotomayor. Ma il cubano aveva in serbo la prestazione da record mondiale che non fu trasmessa. Quanto allo sci alpino l’ultima telecronaca di quella stagione è il parallelo giapponese di Shigakogen. Terminata la stagione invernale Capodistria imperversa ancora con le classiche primaverili del ciclismo e (per la prima volta sugli schermi italiani) con la Vuelta Espana (commentata da Claudio Di Benedetto). Un brutto giorno dell’estate 1989, Capodistria esce dall’Eurovisione (per controversie e ritorsioni della tv jugoslava, legate alla trasmissione del torneo di Wimbledon) e il palinsesto viene completamente modificato. Per altri approfondimenti sulla delicata questione potrà tornarvi utile il già citato “Decoder” di Simone Salvador. La testata giornalistica di Telecapodistria può, a questo punto, solo ricorrere ad esclusive (vari campionati nazionali, le qualificazioni per Italia 1990, i mondiali di Canottaggio 1989 da Bled con Giacomo Crosa al commento). Nel calcio si fanno strada Bruno Longhi (trasferitosi da Tmc, debuttando per Koper con le Olimpiadi di Seul). il già citato Sandro Piccinini (che aveva già un’esperienza decennale presso Tvr Voxson, dove il collega Enzo Scala lo aveva definito “Mr. Pericolosamente”, visto l’uso frequente dell’avverbio, una sorta di tormentone ante litteram e Teleroma 56) ed ancora Massimo Marianella (giovanissimo, anche lui di provenienza dell’etere romano). Tornando al nostro sci, sono però gli anni in cui va sottolineata la nascita di OBIETTIVO SCI, trasmissione principe fra tutte quelle del panorama sciistico di approfondimento, con sponsor una famosa marca industriale che lanciava sul mercato sci monoscocca. La trasmissione fu inventata proprio da Giovanni Bruno e poteva contare proprio su Mario Cotelli. Si agiva con il supporto della redazione di Mediaset. Fra gli inviati Guido Meda, Stefano Vegliani, Matteo Pacor (figlio di cotanto padre, Aldo Pacor, massimo esponente della carta stampata) e Dody Nicolussi, altra validissima giornalista. Meda e Vegliani sono agli albori delle loro meritevolissime carriere, ci occuperemo diffusamente di loro quando parleremo dello sci alpino sulle reti Mediaset, Matteo Pacor, lo citeremo sovente, sarà un valore aggiunto delle telecronache in anni successivi, chiamato in causa (al parterre) da Gattai e da altri colleghi. Quanto ad Obiettivo sci, il clou era, ad avviso di chi scrive, la comparazione di due discese, poste, su schermo parallelo. Nell’autunno Novanta lo sganciamento di Fininvest da Telecapodistria ed il passaggio, armi e bagagli, a Tele+. L’occasione di risentire in telecronaca Giovanni Bruno si ha negli speciali di Obiettivo Sci dedicati ai Mondiali di Saalbach 1991 oppure sugli speciali del Giro d’Italia dello stesso anno, allorché l’ente possedeva i secondi diritti di trasmissione. Ma di lì a poco, arrivò, per questioni di legge, la distinzione fra Mediaset e Tele+. La trasmissione Obiettivo Sci rimase in forza a Tele+ con Fabio Guadagnini, presentatore, insieme a Mario Cotelli.
GIOVANNI BRUNO, IL DIRETTORE
Non va trascurata la carriera brillantissima di Giovanni Bruno, successiva a Capodistria. Ne ricostruiamo le fasi salenti. Dopo che per l’emittente slovena aveva condotto Obiettivo sci (ne abbiamo appena parlato) e Sportime (chiudendo spesso con la frase “è veramente tutto!!!”), sulle reti Mediaset inventa Studio sport ed è capostruttura al Giro d’Italia (corsa che nel 1993 aveva abbandonato le reti Rai per passare a Mediaset). Anni dopo per lui il ritorno in Rai, diventando Vice-Direttore. Fondamentale il suo input al Giro del 1998, non solo impose alla Rai un taglio diverso nell’impostazione delle inquadrature e del ritmo di trasmissione (evidente frutto della sua esperienza a Mediaset) ma lui stesso percorreva gli ultimi 50 chilometri del Giro, dapprima a ritroso, poi nel senso di gara per conoscere il tracciato, potendo poi suggerire ad Adriano De Zan le “dritte” più interessanti del percorso. Ogni volta che De Zan nominava Giovanni Bruno aveva la voce incrinata da un senso di ammirazione e di commozione. Quel 1998 è anche l’anno del Tour di Pantani: ebbene, Giovanni Bruno è al microfono, insieme a Gigi Sgarbozza, nel prologo di Dublino di quel Tour per Eurosport, ancora con targa della Tgs Rai. A fine secolo Bruno diventa direttore di Raisport che nel frattempo ha un suo canale sul satellite. Qualche anno dopo il passaggio a Skysport, frutto dalla fusione di Tele+ e Stream nel 2003. Giovanni Bruno, direttore per alcuni anni, comprese che le ambizioni dell’emittente dovessero corrispondere perfettamente alle aspettative dell’appassionato abbonato. Successivamente assunse la carica di responsabile degli eventi speciali di Skysport, ritornando ad essere direttore ad interim nel 2013, condirettore dal 2016 con Massimo Corcione, poi nuovamente Direttore. E parlando di Sky e di grandi eventi non si può fare a meno di menzionare (oltre ai due mondiali di calcio) le due Olimpiadi invernali del 2010 e del 2014 (ineguagliabili, come il nostro protagonista), oltre a quelle estive di Londra 2012, le Paralimpiadi 2010 e tanto altro.
TV CAPODISTRIA, LA TV DA SEMPRE VICINA… AL FONDO
Quanto a Sandro Vidrih ha collaborato con Tele+ seguendo la Coppa del Mondo di Sci Nordico tra il 1993 ed il 1996, non solo con servizi per Obiettivo Sci ma anche con telecronache di sci nordico (nelle stagioni in cui Tele+ ha posseduto i diritti tv). Prima e dopo ha continuato a commentare per la rete slovena di espressione italiana fino al 2010, quando è andato in pensione. Capodistria però, nei primi anni Novanta, ha faticato a ritrovare l’Eurovisione, riuscendovi solo nel 1993: significativo ed azzeccato il promo salace coniato da Sandro Vidrih per i mondiali di sci nordico 1993, prime gare trasmesse dopo la ….”penitenza” “Mondiali di sci di fondo di Falun 1993, Tv Capodistria, la tv da sempre vicina… al fondo”
— LUCIO CELLETTI
Supporto tecnico e grafico di Monica Celletti
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