LA RADIO DEGLI ANNI SETTANTA
Volendo fare un…. riassunto della puntata precedente, che ha per comune denominatore la radio, abbiamo ricordato come ai mondiali della Val Gardena 1970, insieme a Sandro Ciotti, vi fossero Andrea Boscione ed Ettore Frangipane. Così anche a Sapporo per le Olimpiadi 1972 (con l’aggiunta di Guglielmo Moretti). In quegli stessi anni Settanta proprio Boscione e Frangipane hanno curato i collegamenti per il Giornale Radio in occasione delle gare di Coppa del Mondo. Il loro impegno era verosimilmente collegato al versante alpino dove si effettuavano le gare oppure alle disponibilità di redazione. A Bolzano, c’era inizialmente un solo redattore ed era proprio Frangipane. Il problema si risolverà solo con l’immissione a Bolzano, di un secondo giornalista.
Oggi ci occupiamo proprio di Ettore Frangipane, il giornalista radiofonico più “longevo” dello sci azzurro, l’unico cronista italiano ad aver commentato in diretta sia gli ori pesanti della valanga azzurra, sia quelli del periodo aureo di Tomba. Simmetrica la sua esultanza per l’argento di Claudia Giordani alle Olimpiadi 1976 (…Medaglia!!, Medaglia!!, Medaglia!!) e per il successo olimpico di Alberto Tomba, nel gigante del 1988…(è oro, è oro, è oro!!) con ritmo sempre alto come si confà ad un radiocronista.
Giornalista poliedrico, ha commentato almeno 28 discipline sportive, 11 Olimpiadi, venendo spesso conteso fra radio e tv (soprattutto a Sarajevo 1984), vista l’alta competenza sportiva e la non comune professionalità. La perfetta conoscenza del tedesco era un’arma in più per le interviste ad atleti di madre lingua germanica. Anche per questo poteva essere utile per la Rai impiegarlo a Monaco 1972 ma si decise invece di impiegarlo in redazione…. nella più lontana sede radiofonica di Roma. Oltrechè nello sci alpino, lo ricordiamo nel fondo, nel bob, nello slittino, nel salto, nella combinata nordica, nell’hockey su ghiaccio, nello sci nautico, nella canoa, nel judo, nella motonautica, nell’equitazione, nel calcio (a Novantesimo Minuto, trasferendosi generalmente da Bolzano a Milano), ma soprattutto nell’atletica (tra gli anni Ottanta e Novanta, sovente come prima voce dei massimi eventi, fino ai mondiali di Goteborg 1995). Va aggiunto, grazie ad Alessandro Atti che ci ha ricordato questo particolare, che tenne a battesimo “Pallavolando”, la trasmissione di Radiorai sulla pallavolo sostituendo l’ ideatrice Nicoletta Grifoni, in maternità. Nei suoi anni aurei, va ricordata anche una sua collaborazione per la carta stampata al “Corriere d’Informazione”, oltreché per la stampa di settore.
FRANGIPANE: LA GAVETTA, LA NAJA, L’ASSUNZIONE IN RAI
Frangipane non è cognome tipicamente altoatesino ma deriva dall’ottavo secolo dopo Cristo, per via un nobile romano che spezzava e distribuiva pane alla gente affamata, causa inondazione del Tevere. Ettore, nasce nel 1934 a Bolzano, alla vigilia di Natale, in casa, come allora avveniva, per opera di un’ostetrica di nome Italia: famiglia di origine calabrese di Catanzaro, madre tedesca di Oschatz, primo di quattro fratelli, si è laureato in giurisprudenza a Bologna. In Rai (sede di Bolzano, in Via della Cassa di Risparmio) vi entra nel 1954, come collaboratore, grazie ad un posto che si libera per un collega che si trasferisce al giornale “Alto-Adige”. Partì un lungo periodo di gavetta, dovendo anche conciliare per 17 mesi il lavoro con la naja, presso gli alpini (abbinando il moschetto alla macchina da scrivere). Sarà assunto in via definitiva nel 1961 (anno nel quale convolò a giuste nozze con una studentessa di magistero di Bologna, poi laureata in lettere moderne). Dobbiamo molte di queste notizie, relative alla sua vita personale ed alla sua famiglia, al giornalista emiliano Vanni Zagnoli, che lo ha intervistato nella primavera del 2020. Negli anni sessanta va ricordato come la radio dette risalto alla Fiera campionaria di Bolzano, affidando a lui le radiocronache. Fra le altre radiocronache nei nostri ricordi: nel 1967 commentò la cerimonia di chiusura del Festival della Montagna e dell’Esplorazione a Trento; nel 1968, per la rubrica “Microfono sulla città”, andò a scandagliare il territorio e la realtà di Rovereto.
…FINALMENTE LO SPORT
I suoi primi cimenti nello sport sono relativi ai tuffi, negli anni magici di Klaus Dibiasi. Poi con l’esplosione di Gustav Thoeni, Frangipane comincia a seguire la Coppa del Mondo e le grandi manifestazioni di sci alpino, trovando, come già anticipato, qualche iniziale difficoltà a dover lasciare sguarnita la sede di Bolzano, dove intanto ne curava l’attualità e la cronaca.
Ai mondiali di Saint Moritz 1974 fa fatica a tenere a freno l’emozione di Mario Cotelli, mentre Thoeni scende nella storica manche dello slalom, quella della medaglia d’oro. “…è pazzo, è pazzo”, ripete allo spasimo il Valcareggi dello sci, mentre Thoeni sta letteralmente danzando fra i pali. Finita la gara, Frangipane lascia la cabina, dove invece vi resta Cotelli, ancora “frastornato” dal grande recupero di Gustavo.
L’importanza della radio non va rapportata ai giorni nostri: allora non tutte le gare erano seguite dalla tv; ma i diffusori (per usare una terminologia di Enrico Ameri) potevano sistematicamente collegarsi con il luoghi di gara, dove attraverso i giornali radio dell’ora di pranzo si aveva in pochi secondi la contezza di come erano andati Thoeni, Gros, Plank e tutta la compagnia azzurra. In genere era necessario dover attendere tutto il notiziario prima del collegamento; alla domenica si potevano ascoltare previsioni o resoconti (a seconda dell’orario di gara) in Anteprima Sport (delle ore 12) ed un sunto particolareggiato in Domenica sport (generalmente dopo i collegamenti dagli spogliatoi del calcio).
Ma nel 1975 (parallelo della Val Gardena con il gran finale di Coppa Stenmark-Thoeni, svoltosi di domenica), grazie alle insistenze di Guglielmo Moretti, responsabile della radio per lo sport, il Giornale Radio della Rai dell’ora di pranzo cominciò quel giorno con quella gara: Ettore Frangipane in cabina, Andrea Boscione al parterre, a raccontare il momento topico che vide una vittoria di Gustavo Thoeni, fra gli eventi ancor’oggi più ricordati.
Fra le incursioni in Tv di Ettore Frangipane ci vengono in mente: un corso per sub nel corso di Novantesimo minuto nel 1976; un memorabile servizio sull’Alto Adige sportivo per la neonata Raitre, in vista delle Olimpiadi di Lake Placid (gennaio 1980), sulle note di “Volta la carta” di Fabrizio De Andrè; le telecronache da Kitzbuhel 1981 e varie altre di Coppa del Mondo; manifestazioni internazionali di bob e slittino; le gare di sci nordico da Sarajevo alle Olimpiadi 1984; i mondiali di sci nordico da Oberstdorf nel 1987, commentando i trionfi di Albarello e di De Zolt (per il primo telecronaca diretta, per il secondo differita pomeridiana); il salto con gli sci da Garmisch nel 1988 per i “Quattro trampolini”; il punto sul campionato di hockey per Sportsera; i mondiali di salto con gli sci e combinata nordica ai mondiali in Val di Fiemme nel 1991; la cerimonia d’apertura di Lillehammer 1994. Non omettendo anche i molteplici servizi dal territorio per le gare locali ed internazionali, nonché i servizi di attualità sportiva: ne vediamo uno dei tanti: un’intervista al neo Ct. azzurro Demetz nel 1978, che inaugurava, per lo sci azzurro, il dopo-Cotelli
LA CONCEZIONE DELLO SPORT
Va segnalato un suo scritto del 1976 a proposito degli sport minori, non solo perché già allora riportava una verità assoluta ma per il motivo che il fenomeno dopo ben oltre quarant’anni non solo non è stato corretto ma è aumentato a dismisura. Fu pubblicato nel libro ufficiale del Coni, successivo a Montreal 1976. “Si celebrano costantemente e con rilievo immeritato ludi, fasti e nefasti dei professionisti del calcio; si filosofeggia addirittura sulle loro vicende, si dedica letteratura autentica a menischi e campagne acquisto senza sottacere episodi familiari, risvolti personali, lo sport degradato a pettegolezzo che oltretutto sa assicurare attualmente solo delusioni Ma quando si appropinquano le Olimpiadi improvvisamente i gazzettieri, e chi scrive fa parte di questa compagnia, si appellano affannati ai Dibiasi, ai Perri, ai Dal Zotto, ai Cagnotto che per quattro anni hanno ignorato, quasi snobbato, perché venga da loro quella gloria che d’altra fonte non sgorga. E questa è diseducazione del pubblico. Lo judo non viene praticato solo negli anni in olimpici ma quotidianamente”. Trattandosi di pubblicazione su Montreal 1976, aggiungiamo noi, i riferimenti sono estivi ma potremmo trasferire benissimo questo ragionamento (per affinità) anche a varie discipline degli sport invernali, schiacciate da tornei minori o partitissime di serie Z (quelle che ancor oggi, in Rai, oscurano lo sci nordico nei casi di ingiusta concomitanza).
I COLLEGAMENTI CON LIVIO FORMA
E’ stato chiesto a Frangipane, da Vanni Zagnoli, nella menzionata intervista, di ricordare i suoi colleghi: Ettore ha citato Livio Forma, il compianto radiocronista aostano, amato anche da chi seguiva “Tutto il calcio..”. Con lui, Ettore ha condiviso vari impegni, dai mondiali di Bormio 1985, concludendo la carriera nel trittico Olimpiadi di Albertville 1992, Mondiali di Morioka 1993 (in cui Frangipane definì i continui scherzi del tempo nella località nipponica, come amenità meteorologiche), Olimpiadi di Lillehammer 1994. Verosimilmente Frangipane avrebbe potuto commentare anche i mondiali di sci alpino del 1995, programmati in Spagna, ma l’edizione fu spostata al 1996 per totale mancanza di neve. In fin dei conti, a fine carriera si trova nel suo “carniere microfonato” con un mondiale in meno, ma con un’Olimpiade in più (per via dell’anticipo invernale biennale del 1994 rispetto alla consuetudine quadriennale).
FINE DELL’ESPERIENZA IN RAI
A fine 1995 Frangipane lascia la Rai (facendo in tempo a commentare i mondiali di Hockey su ghiaccio nella sua Bolzano nella primavera 1994); gli era stato offerto un ruolo di caporedattore ma non voleva chiudere la carriera dietro ad una scrivania. Potrà dedicarsi maggiormente alle sue altre grandi aspirazioni: vignettista di eccelso spessore (a firma Frangi), indagatore storico e scrittore. Dalle colonne del Corriere della Sera del 27 giugno 2019, nella rubrica delle lettere curata da Aldo Cazzullo, in qualità di semplice lettore, Ettore manifesta la soddisfazione per il successo di Cortina e Milano per l’assegnazione delle Olimpiadi 2026, manifestando, peraltro, il flop pauroso per la rinuncia di Roma. Nello stesso quotidiano sono state pubblicate alcune foto di Ettore Frangipane relative alla sua Bolzano, come ad esempio quella che nel 2019 che immortalava una protezione anticapocciate su un palo della luce per proteggere i viandanti distratti, assorti nella lettura del cellulare.
IL VIGNETTISTA FRANGI
Quanto alla sua carriera di vignettista, va sottolineato che Ettore (o meglio, Frangi) aveva la passione per il disegno già in tenera età, prima ancora di compiere cinque anni. Presso un francescano, Padre Corrado, affinò in adolescenza la tecnica del carbone e del carboncino. Nei primi anni Cinquanta cominciò a raffigurare (con la china) alcune illustrazioni per le Aziende di Soggiorno di Bressanone e Merano. Si sono susseguite nel tempo varie collaborazioni, con “Il travaso”, “Calandrino”, “Epoca”, “Grazia” “Bertoldo”, “Domenica Quiz”, “Alto Adige”, “L’Adige”, “Il Mattino”, oltre alle innumerevoli vignette per le riviste ufficiali delle Federazioni sportive; disegni spesso creati nei tavolini non sempre confortevoli degli alberghi, mentre era in giro per la radio o la tv a seguire lo sport. Fra i suoi volumi di vignette, vorremmo ricordare in particolare le varie edizioni di “Sorrydendo con Frangi” e “Sportivamente Frangi”.
LO SCRITTORE
In tutta la carriera egli ha scritto oltre 40 libri: dagli anni gloriosi delle sue radiocronache, ci piace citare il libro “Sci in prima pagina” per tre annate consecutive dal 1976 (dove coordinava gli articoli di tutta la stampa italiana sulla stagione dello sci, gara per gara) e “Bruno Noeckler, la mia vita” del 1983, un’opera dedicata ad un nostro sfortunato protagonista dello sci, perito in Oceania; da tempi più recenti “Requiem a Bolzano”, un giallo-noir ambientato a Bolzano e “Garibaldi sullo Stelvio”, un romanzo ambientato nella Terza Guerra d’Indipendenza, che ha ricevuto giusti premi, ed ancora “Il pensionato (e la ragazza)” e “Da Bolzano a Tindari (biglietto di sola andata)”
BOLZANO SCOMPARSA
Ettore Frangipane resta tuttora un riferimento culturale unico, per la sua Bolzano, raccontandola in “Bolzano scomparsa” attraverso una serie annuale ultradecennale con raccolte di articoli, relativi a fatti, ad avvenimenti, a personaggi che hanno animato la storia delle cronache bolzanine generalmente in tempi remoti. Grazie al suo certosino lavoro, sfogliando almeno 5000 copie di giornali, ha potuto raccontare minuziosamente la storia di Bolzano. Non c’è città in Europa che possa fregiarsi di simili, particolareggiate, meticolose ricostruzioni storiche. Anche grazie a queste opere, Ettore è stato nominato “cittadino di Bolzano per l’anno 2018”; davvero un senso non comune di appartenenza al territorio. Quale collaboratore dell’”Alto-Adige”, nel 2020 ha curato la rubrica “Bolzano in quarantena”, ospitando scritti e pensieri di cittadini costretti alla clausura forzata in casa nel periodo del Covid-19. Recentemente si è reso promotore per una proposta per il completamento del Duomo di Bolzano, attraverso la costruzione del secondo campanile, preparando un opuscolo da inviare alle autorità locali e ricordando in un Tg Regionale Rai (al microfono di Roberto Vivarelli) le leggende che si legavano alla mancata costruzione del secondo campanile e le similitudini con il Duomo di Oschatz (città, come abbiamo visto, dove nacque sua madre).
GIORNALISMO E SPORT IN FAMIGLIA
Ha trasmesso la passione per il giornalismo e per lo sport alle figlie; una brillante carriera per Valeria (Alto Adige) e Silvia (conosciuta anche come Silvia Hoffer, all’Ufficio stampa della Ferrari, dopo essere stata in altri team di F1, Minardi, Williams, Mc Laren). Va segnalata la nipote Veronica Hoffer che ha fatto dell’agonismo giovanile a buon livello nello scì e nella vela (nei quadri nella squadra azzurra juniores).
LA RADIO DEL DOPO FRANGIPANE
Esaurendo in estrema sintesi la radio degli anni Novanta, dopo la pensione di Frangipane, possiamo precisare (grazie a Fabio Stellato, che ci fornì i dati, a suo tempo) che i collegamenti con la Spagna per i mondiali 1996 a Sierra Nevada furono curati da Roberto Collini. Lo stesso Collini ha commentato con Gianni De Cleva i successivi mondiali del Sestriere 1997 (dal parterre Livio Forma ed Emanuele Dotto), le Olimpiadi di Nagano 1998 e i mondiali di Vail 1999. Ma ormai la televisione, seguendo compiutamente ogni gara, è diventato mezzo troppo preponderante, rispetto al…. transistor. Come cantavano i Buggles… “Video killed the radio star”.
— LUCIO CELLETTI
Supporto tecnico e grafico di Monica Celletti
Prima di salutarci ancora alcune telecronache di Ettore Frangipane.
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